“Romagna mia” all’Ariston. L’attesa dei ravennati a Sanremo e il pensiero all’alluvione

Sarà la Nuova Orchestra Santa Balera a portare “Romagna mia” all’Ariston, nella seconda serata del Festival di Sanremo. Si tratta di un’idea di Giordano Sangiorgi, produttore del gruppo e direttore del MEI (Meeting delle Etichette Indipendenti), presto accolta da Amadeus, per omaggiare i 70 anni del brano.

Canzone simbolo del liscio e, più recentemente, della ripresa tutta romagnola dall’alluvione di maggio, anche se – come ha ricordato il sindaco di Ravenna Michele De Pascale in una lettera ad Amadeus – i problemi sono ancora tanti servono i fondi. Tanta attesa, dunque, per l’omaggio sanremese alla musica romagnola, anche tra i ravennati che sono in trasferta a Sanremo per godersi il Festival dal vivo.

Ravennati a Sanremo: la città che diventa tutt’uno con il Festival

L’incontro tra i ravennati a Sanremo e Mirko Casadei

«È il secondo anno che veniamo a Sanremo – racconta l’imprenditore ravennate Maurizio Bucci -, siamo molto contenti di vedere sul palco Mirko Casadei. Quello che colpisce è come la città diventa un tutt’uno con il Festival. Sarebbe bello che anche il Ravenna Festival creasse un ambiente di questo tipo, dal momento che ha già 35 anni; mentre invece resta un evento principalmente frequentato dagli addetti ai lavori.

«È chiaro che non è un evento pop come Sanremo – continua -, ma credo che il Ravenna Festival possa diventare un tutt’uno con la città, in cui, come succede qui a Sanremo, si respiri il Festival a partire dal bar, dai ristoranti, camminando per strada. Sono convinto che Ravenna possa fare questo salto di qualità».

La Nuova Orchestra Santa Balera

Si trasformerà in una grande balera l’Ariston, nella serata del 7 febbraio – con la Nuova Orchestra Santa Balera, composta esclusivamente da giovani: 15 musicisti e 10 ballerini.

«Si tratta di un grande riconoscimento per tutto il movimento del folk italiano e per il liscio e la Romagna – commenta Giordano Sangiorgi – e per l’Orchestra Santa Balera, formatasi dal circuito delle 10 balere insieme al circuito di Vai Liscio, coi giovani della scena indipendente ed emergente della Gen Z del Liscio».

La gioia della famiglia Casadei

Sul palco con loro, oltre a coppie di ballerini, anche Mirko Casadei, figlio di Raoul, a sua volta nipote di Secondo Casadei, autore di “Romagna mia”. «Io e la mia famiglia – ha commentato Riccarda Casadei, figlia di Secondo– ci terremmo a ringraziare con tutto il cuore Amadeus, direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo 2024, per la sua sensibilità ed attenzione verso la nostra musica».

«Mio padre Secondo – continua -, poco dopo l’uscita del brano, raccontava di essersi reso conto della popolarità della canzone sentendola cantare dal garzone del lattaiodal muratore sull’impalcatura, dagli studenti che prendevano il treno. La gente l’ha amata spontaneamente fin da subito, portandola in giro per il mondo e facendola propria, ognuno dedicandola alla sua terra d’origine».

“Romagna mia” e l’alluvione

Il pensiero di Riccarda Casadei non può che tornare sull’alluvione, giorni in cui “Romagna mia” risuonava tra gli ‘angeli del fango’ come simbolo di speranza e unione, fatto ricordato anche da Mattarella nel discorso di fine anno.

Anche il Sindaco di Ravenna auspica che “Romagna mia” al Festival serva a tenere alta l’attenzione sull’alluvione. «Riecheggiata spesso nei giorni terribili dell’alluvione, (ndr. Romagna mia) è diventata il simbolo della forza operosa dei romagnoli, ma la realtà è che i problemi legati all’alluvione sono ancora moltissimi e abbiamo bisogno degli aiuti economici».

«Facciamo che le note di Romagna mia – continua – possano rappresentare un’esortazione per tutti a tenere alta l’attenzione su quanto è avvenuto qui in Romagna, perché famiglie e aziende ricevano gli indennizzi e perché vengano realizzate le opere di ripristino, ma anche quelle di prevenzione».

Leggi anche: I pronostici di Moder su Sanremo: «Sul podio Geolier. Il mio voto del cuore va a Dargen»

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