Il 26 marzo, il Parco del Delta del Po ha fornito le prescrizioni da osservare per la demolizione dei capanni balneari. Il 10 aprile il dirigente del Comune ha notificato all’Associazione Capannisti Balneari «che i lavori di demolizione potranno iniziare dal 23 settembre prossimo e terminare tassativamente entro i 90 giorni successivi», cioè entro l’8 dicembre.
«Sono stati ‘conquistati’ sette mesi di sospensione delle ostilità. Il risultato non è da poco perché la Capitaneria di Porto, a seguito di preordinati sopralluoghi ai singoli capanni, i titolari dei manufatti che non fossero stati rimossi sarebbero stati denunciati penalmente per il reato di occupazione abusiva di suolo demaniale marittimo», afferma Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna.
L’ordinanza del 31 gennaio scorso, con cui il Comune aveva intimato, entro il 30 aprile, la demolizione dei restanti 74 capanni balneari di legno storicamente esistenti sul litorale ravennate, era stata di fatto sospesa il 15 marzo.
Allora il sindaco aveva formalmente chiesto al Parco del Delta del Po “di esprimere le proprie valutazioni sotto il profilo ambientale in merito ai tempi e alle modalità di esecuzione delle demolizioni, fornendo quindi puntuali prescrizioni tecniche alle quali i soggetti privati dovranno attenersi nell’esecuzione delle demolizioni dei predetti manufatti”.
«Senza queste prescrizioni, colpevolmente omesse nell’ordinanza, i capanni non avrebbero potuto essere in alcun modo manomessi fino alla risposta del Parco del Delta del Po, dopodiché l’ordinanza sarebbe dovuta ripartire da capo assegnando un ulteriore termine di 90 giorni. Nel frattempo, ogni attività edilizia sul litorale sarebbe stata però bloccata, dovendo subentrare i vincoli imposti dalla riproduzione della fauna. Insomma, tutto si sarebbe spostato a dopo l’estate», sottolinea Ancisi.
Il 19 settembre scorso il consiglio comunale aveva votato all’unanimità, il riconoscimento dei capanni balneari come “tradizione storica locale” e “portatori di un valore storico-testimoniale”. Allora si chiedeva che Sindaco e la Giunta portassero “avanti un’analisi della situazione volta a valutare la fattibilità di indire un bando pubblico per istituire e gestire l’area dei capanni balneari, come opportunità di promozione di questa tradizione verso il pubblico, i turisti e tutte le persone che vivono la costa ravennate”.
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La Giunta ha dato esecuzione a questa richiesta il 27 febbraio disponendo “apposita Valutazione di apposita Valutazione di Incidenza Ambientale (Vinca) al fine di individuare le posizioni concessionabili”. Il Comune dovrà inoltre predisporre “un bando […] per l’individuazione di un soggetto giuridico senza fini di lucro, che mantenga viva la tradizione dei Capanni Balneari e si impegni in iniziative volte alla divulgazione di buone pratiche per la tutela e conservazione delle pinete, delle dune e delle spiagge della costa ravennate […]”.
«La Giunta comunale ha annunciato che il bando uscirà in estate. Il soggetto candidato ad assumere questa concessione, coi relativi oneri di interesse pubblico e sociale, è l’Associazione dei Capannisti Balneari. Tutto ciò significa mantenere in piedi i capanni, secondo noi tutti, per le ragioni consistenti che faremo valere, ritenendo peraltro assurdo che li si voglia far demolire per ricostruirli – anche se materialmente impossibile – magari nello stesso posto», commenta Ancisi.
«Sono però passati quasi due mesi dalla disposizione della Giunta comunale senza che l’incarico di produrre la Vinca sia stato ancora assegnato e il contratto sottoscritto, nonostante che il tecnico prescelto sia stato presentato all’Associazione Capannisti già a metà marzo, in un incontro col sindaco. e l’Associazione Capannisti. Avendo inviato un sollecito venerdì scorso, il giorno dopo mi è stato assicurato che “l’incarico è in corso di affidamento in questi giorni”», conclude Ancisi.
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