Cgil Ravenna: «Serve cultura dell’accoglienza, stop alla militarizzazione delle frontiere»

Cgil Ravenna si congratula con le istituzioni e associazioni locali per l'efficienza e l'umanità dimostrate nell'operazione di sbarco dei 336 migranti della Geo Barents, ma contesta le scelte del governo

La segreteria di Cgil Ravenna esprime apprezzamento per l’efficienza e l’umanità, dimostrate da istituzioni e associazioni locali, che hanno nuovamente contraddistinto le operazioni di accoglienza durante lo sbarco dei 336 migranti della nave Geo Barents a Ravenna del 3 gennaio. Al contempo, però, la Cgil intende reiterare la propria denuncia in merito alle scelte del Governo Meloni.

Le scelte di Meloni, secondo Cgil, costringono uomini, donne e bambini, salvati in condizioni precarie, a esporsi a ulteriori ed evitabili disagi, a sfiancare ulteriormente soccorsi e soccorritori, ad aumentare notevolmente i costi delle operazioni di salvataggio, a impedire che si proceda a ulteriori e rapidi recuperi di persone nel cuore del Mediterraneo. Sono tutti ostacoli che non impediscono, comunque, a chi crede nella libertà e dignità umana di procedere pur controvento.

«Nonostante nel Mediterraneo continuino, con drammatica costanza, le tragedie che vedono soccombere centinaia di persone nel disperato tentativo di raggiungere le coste europee durante il lungo viaggio per sfuggire alla guerra, alla fame, alle dittature o a una vita senza più prospettive – commenta Raffaele Vicidomini della segreteria Cgil di Ravenna – non sembra affievolirsi l’approccio cinico e, al meglio, utilitaristico con cui il fenomeno delle migrazioni viene trattato dalle istituzioni europee e dal governo italiano».

«La logica prevalente – continua – resta ancora quella di rimpatriare richiedenti asilo e persone che fuggono dalla disperazione attraverso politiche di esternalizzazione e di militarizzazione delle frontiere europee, rinnovando intese e offrendo risorse in cambio di un massiccio rimpatrio di migranti o del loro forzato trattenimento. Occorre aumentare l’immigrazione regolare, i canali di regolarizzazione, abrogare la legge Bossi-Fini, se si vuole veramente abbattere l’immigrazione clandestina e lo sfruttamento del lavoro di donne e uomini, vittime di un ricatto ignobile».

«Pertanto è fondamentale continuare a promuovere azioni e iniziative sul tema della accoglienza e dell’integrazione della popolazione migrante – prosegue Vicidomini di Cgil Ravenna– volte alla diffusione e allo sviluppo di una visione alternativa. Nell’ambito dell’equilibrio tra diritti e doveri che contraddistingue ogni comunità virtuosa, questa visione deve coinvolgere istituzioni e associazioni della nostra provincia e del territorio, al fine di strutturare una solida e consapevole opposizione alle attuali politiche che si stanno attuando in molti paesi, a partire dall’Italia, e che, in previsione delle prossime elezioni europee nel 2024, rappresentano una seria preoccupazione per il rispetto della dignità e dei diritti umani di milioni di persone».

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