Margotti (Pd): «Urge un confronto con il Governo sulla scelta degli sbarchi a Ravenna»

«Ad oggi sono 1.141 le persone sbarcate a Ravenna in 15 mesi, un porto che comporta ai migranti un viaggio di molte ore in mare e ne ritarda le cure. E che inoltre tiene lontane le Ong dal Mediterraneo»

Il segretario del PD Lorenzo Margotti è intervenuto nell’aula del consiglio comunale per esprimere alcune considerazioni sulle sfide dell’immigrazione e dell’integrazione che sta affrontando la città di Ravenna, dove negli ultimi 15 mesi ci sono stati una decina di sbarchi. Ha presentato un ordine del giorno dal titolo “Ravenna, città dell’accoglienza” votato da tutta la maggioranza.

L’accoglienza a Ravenna

«Ravenna – ha detto Margotti – ha messo in campo con orgoglio ogni risorsa organizzativa, professionale, istituzionale e logistica per consentire lo sbarco ai migranti in un porto nel quale trovare sollievo, cibo, alloggio, assistenza sanitaria e sicurezza. Ora è giunto il momento che il Governo si relazioni sul motivo della scelta di Ravenna quale porto di sbarco, pure nella consapevolezza che la distanza dal luogo di soccorso esponga i migranti a ulteriori giorni di mare e ne ritardi il supporto e la presa in carico per le necessità primarie di assistenza».

«Se guardiamo al quadro d’insieme del 2023 – commenta Margotti -, la questione migratoria non viene certamente affrontata dal punto di vista delle persone che si mettono in viaggio. La trasformazione del sistema di accoglienza in Italia ha inferto un duro colpo a quell’accoglienza diffusa che ha caratterizzato negli ultimi anni l’impegno di molte realtà a servizio dei migranti forzati. A oggi sono 1.141 le persone sbarcate a Ravenna in 15 mesi».

«Meloni aveva pomesso un ‘blocco degli sbarchi’, ma i numeri sono triplicati. È ora di dare risposte sulle scelte fatte»

«La promessa elettorale che ha portato al governo Giorgia Meloni e la sua coalizione è stata quella di fermare i barconi di migranti, che usano l’Italia come porta d’accesso all’Europa, promettendo un ‘blocco navale’. Tuttavia si registrano, al 21 aprile 2023, 35mila persone arrivate su barche. Un numero tre volte superiore a quello dell’anno precedente», afferma.

«Lo scorso dicembre il Governo Meloni ha approvato il Decreto Legge che stringe le maglie dei soccorsi in mare da parte delle navi ONG tramite un codice di condotta, l’assegnazione di porti di sbarco molto lontani dal punto dell’intervento e lo stop ai cosiddetti soccorsi plurimi. Il decreto “Cutro”, seguito alla strage di migranti al largo della Calabria che, a detta di alcuni esperti, poteva essere evitata, ha introdotto pene più dure per i cosiddetti scafisti, ma nessuna novità sull’apertura di canali regolari di immigrazione», sottoliea il segretario Pd.

«La linea perseguita ha limitato l’attività di soccorso in mare delle Ong, tanto che nel periodo di governo dal 22 ottobre 2022 al 30 marzo 2023, le Ong sono state responsabili del 7% degli sbarchi in Italia, contro il 20% dello stesso periodo dell’anno scorso».

«Il rapporto annuale 2024 del Centro Astalli ci dice che sono sempre di più i rifugiati e i richiedenti asilo che vivono in strada, hanno sistemazioni precarie sul territorio e necessitano di un accompagnamento strutturato. Gli accessi ai servizi di prima accoglienza (mense, docce, distribuzione vestiario, ambulatori) sono alti in tutti i territori. È aumentata la presenza di donne migranti, aumentano marginalità, disuguaglianze ma anche le complessità delle situazioni di cui le persone migranti sono portatrici».

«Il Governo deve definire un confronto e una condivisione con i Comuni e le Prefetture – chiede Margotti – sulle scelte fatte e sulla programmazione delle scelte in divenire, sulle iniziative di accoglienza basate su umanità, professionalità e organizzazione, sulle politiche in materia di inserimento lavorativo e integrazione. Nessuna risposta ai nostri interrogativi è arrivata dalle forze di opposizione in consiglio comunale a Ravenna, che a livello nazionale sono al governo del Paese. Un silenzio che in realtà ha fatto molto rumore».

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