Sulla Life Support sbarcata oggi, il “viaggio di nozze” di una coppia siriana

La nave è arrivata alle 14.40, dopo ore di viaggio anche con il mare mosso. A bordo molti nuclei familiari. Buone le condizioni di salute, qualche caso di pidocchi e uno di scabbia.

Nel quarto sbarco al terminal Crociere di Porto Corsini oggi, lunedì 25 settembre, a colpire di più è stata la storia di una coppia siriana che ha usato i soldi dei regali di matrimonio per intraprendere il viaggio della vita verso l’Europa. Se possono raccontarlo è grazie al salvataggio nel Mediterraneo da parte dell’equipaggio di Emergency, che li ha recuperati su un barchino con il motore in avaria. Insieme a loro sulla Life Support altri 26 migranti, per un totale quindi di 28. Ieri, quando ormai mancavano poche ore per arrivare a Ravenna, a bordo della nave, c’è stata una festa in onore degli sposini.

Lo sbarco al terminal Crociere di Porto Corsini

Life Support ha attraccato al terminal intorno alle 14.40, quindi un po’ prima di quanto comunicato in precedenza. Con una gru, è stato sistemato il ponte per la discesa. Le operazioni sono durate circa 50 minuti. A bordo, i primi ad affacciarsi sono i membri dell’equipaggio, principalmente giovani uomini e donne con meno di quarant’anni, cui si aggiungono, tra quelli sul pontile, due uomini al di sopra dei 60. Alcuni hanno le magliette rosse di Emergency, mentre altri hanno magliette azzurre di Life Support. Tutti sembrano piuttosto soddisfatti. Alle 15.30 il personale del 118 e di USMAF (Uffici di sanità marittimaaerea e di frontiera), in tutto 6 persone, è salito a bordo, con le tute di protezione integrale.

L’arrivo di 28 migranti a Ravenna era stato annunciato venerdì. A bordo ci sono prevalentemente siriani, gli altri sono tutti libici a meno di un egiziano. Si tratta di tanti nuclei familiari, che in tutto contano 10 uomini, 9 donne, tra cui una ultrasettantenne cardiopatica con problemi a camminare, 8 minori accompagnati e un minore che inizialmente si credeva solo ma che sembra essere in realtà con il fratello maggiorenne.

Trattandosi di famiglie e coppie, si è deciso di mantenerli tutti insieme. I 28 migranti resteranno in Romagna e saranno destinati alla Congregazione delle suore domenicane del santissimo Sacramento di Fognano, frazione di Brisighella.

Le condizioni di salute sono complessivamente buone. Oltre alla 70enne con difficoltà a camminare, a bordo c’è un ragazzo con disturbo da stress post traumatico, che a detta dell’equipaggio non ha parlato per tutto il viaggio, in evidente stato di confusione.

Su molte persone sono state rilevate piccole ustioni e bruciature, sia per il sole sia per la miscela di benzina e acqua di mare. Oltre a ciò, durante la traversata per Ravenna, Life Support ha incontrato il mare molto mosso, sia migranti sia equipaggio sono stati male.

La discesa dalla nave: su due pullman, direttamente al Cmp

I primi a scendere dalla nave sono 5 componenti di una famiglia che indossano una cuffia e un uomo con la tuta integrale. I sei sono stati accompagnati dal personale del 118 e dai medici del centro migranti su un pulmino della Croce Rossa, che è subito partito verso il Cmp, dove si terranno tutti i controlli medici. I controlli igienico-sanitari, a differenza dei precedenti arrivi, non vengono fatti in loco, perché domani, martedì 26 settembre, arriverà al terminal una nave da crociera.

A poca distanza dal primo gruppo, hanno iniziato ad uscire via via le restanti 22 persone, che sono state caricate su un unico pullman della Croce Rossa. Sono scese da Life Support a gruppi, divise per nucleo, tra gli abbracci e i saluti dell’equipaggio. Prima sono usciti 3 uomini di giovane età, con il volto coperto dalla mascherina, di cui uno portava in mano un trolley blu; subito dopo, una famiglia con due uomini e 4 donne, tra cui la signora anziana, accompagnata dal personale del 118 fin dentro la navetta. Poi è stata la volta di una famiglia di 7 persone, con due bambini, un maschio e una femmina, intorno ai 5-6 anni, che si guardavano intorno a metà tra lo spaesato e il contento. La bambina, con due trecce ai capelli, aveva uno zaino rosa con un personaggio dei cartoni. Infine è sceso un gruppo di sei persone: due coppie (marito e moglie) e i due fratelli non accompagnati.

Le parole del responsabile di missione Emanuele Nannini

Terminate le operazioni, il responsabile della missione, Emanuele Nannini, è sceso fino in fondo alle scalette di discesa da Life Support per parlare con la stampa. Si è fermato lì perché non poteva scendere a terra.

«Stavamo navigando in acque internazionali – spiega Nannini – davanti alla Libia il 20 (ndr. settembre) e nel pomeriggio abbiamo sentito diverse chiamate di soccorso. Ci siamo diretti verso l’area in cui pensavamo fosse la barca in difficoltà, abbiamo fatto ricerca tutta la notte ma non siamo riusciti a trovare niente. Poi la mattina (ndr. del 21 settembre) un aereo di Frontex, che ha iniziato a pattugliare l’area, ci ha dato delle nuove coordinate e ci siamo diretti verso il caso. Abbiamo dovuto navigare altre 6 o 7 ore perché si erano spostati e li abbiamo trovati il pomeriggio del 21».

«Erano partiti 48 ore prima da Misurata (Libia), perciò avevano fatto circa 150 miglia nautiche e gli si era rotto il motore. Erano da ore alla deriva. Stavano finendo viveri e acqua, perciò erano in una situazione abbastanza precaria. In più, i tubolari del gommone in cui erano si stavano sgonfiando. Noi abbiamo messo in acqua i nostri gommoni ed effettuato le operazioni di salvataggio. Verso le 19 avevamo completato l’operazione».

Life Support, siccome era l’unica nave umanitaria a pattugliare la zona e ha una capienza di circa 175 persone, si era messa a disposizione per ulteriori missioni, ma il Governo italiano ha dato l’ordine di raggiungere un porto sicuro. Solo successivamente è stato detto all’equipaggio che quel porto era Ravenna, a ben 4 giorni di viaggio da dove si trovava.

«Quando abbiamo detto che saremmo arrivati in Italia e a Ravenna – conclude Nannini – hanno fatto una grande festa. Oggi quando hanno visto che ci stavamo avvicinando alla costa gli occhi hanno assunto un profilo di felicità molto più alto. Per noi, invece, il momento dello sbarco è quello in cui culmina un po’ l’impegno e la fatica. Vederli scendere ci riempie il cuore, speriamo che anche l’Italia riesca a coglierlo».

Life Support ripartirà da Ravenna dopodomani (27 settembre) e andrà in Sicilia, dove si fermerà qualche giorno per una sosta tecnica. Tornerà a sorvegliare il Mediterraneo intorno ai primi di ottobre.

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