Prima trascinatore decisivo della squadra azzurra in Coppa Davis, realizzando il sogno della seconda vittoria dopo quella del lontano 1976, e poi protagonista indiscusso dell’Australian Open, unico italiano a trionfare in questo torneo del Grande Slam. Già annoverato tra i più forti tennisti italiani, attuale numero 4 al mondo (ma numero 1 per le classifiche Apt Finals), Jannik Sinner sta riportando in alto il Belpaese, insieme a una nuova generazione di tennisti che conta, fra gli altri, anche Matteo Berrettini, unico italiano ad arrivare in finale a Wimbledon.
L’epica partita contro il numero uno al mondo Djokovic, battuto tre volte su quattro nelle ultime partite, è un ottimo lasciapassare per arrivare al vertice. Sul campo ha dimostrato di non mollare mai, ma soprattutto un talento naturale che promette di ‘appannare’ – nel prossimo futuro – la fama di mostri sacri come Adriano Panatta, Nicola Pietrangeli e Corrado Barazzutti, vincitori della Coppa Davis nel 1976 a cui il regista Domenico Procacci ha dedicato di recente il docu-film “Una squadra“. Una nuova stella è sbocciata e il tennis è tornato alla ribalta. Nei circoli si respira un clima di rinnovata energia e sempre più bambini (ma non solo) si avvicinano a questo sport.
«È importante il fatto che se ne sia tornati a parlare anche nei bar, in televisione, nei giornali e sui social. Anche le persone che se ne intendono meno – spiega Ronnje Capra, coach al Circolo Tennis Zavaglia di Ravenna– adesso ne parlano: tutto questo è molto positivo. L’attenzione mediatica è fondamentale. Noi possiamo solo trarne giovamento».
«Io spero che questo successo italiano – continua – ci porti nuovi bambini e ragazzi. Noi siamo andati anche nelle scuole per promuovere il tennis. Il cambiamento a livello di giovani c’era già stato grazie ai risultati ottenuti dagli italiani negli ultimi anni, ma probabilmente questo successo di Jannik aumenterà ulteriormente i numeri».
Non solo giovani. Anche gli adulti si sono riavvicinati al tennis grazie ai crescenti successi della nuova generazione italiana. «Ho cominciato a giocare a tennis, ovviamente come amatore, nel 2021 – spiega Francesco, 62enne di Ravenna -. L’ho sempre seguito in televisione ma negli ultimi anni, a partire dai successi di Berrettini, mi è venuta anche voglia di giocare. Ho un gruppo di amici e giochiamo 2-3 volte alla settimana».
«Sinner è un grande atleta- continua -; un amico mi ha anche regalato la sua racchetta e devo dire che mi trovo molto bene. Ho anche i biglietti per andare a vedere le finali degli Internazionali di Roma a maggio. Non dico chi spero di trovare in campo per scaramanzia».
A Ravenna un punto di riferimento tennistico è il Circolo Tennis Zavaglia, che a livello locale, ha compiuto negli ultimi anni un ritorno al successo, proprio come è stato per la Nazionale. Dal 2019 al 2023, infatti, il Circolo Tennis Zavaglia ha realizzato la sua scalata dalla D1 all’A2.
«Siamo partiti nel 2019 – aveva commentato Carlo Licciardi, vicepresidente del Ct Zavaglia all’avvio della stagione – con un percorso preciso. Innanzitutto far ripartire il Circolo, che era ridotto ai minimi termini e direi che ci siamo riusciti. In aggiunta, creare una squadra di alto livello era uno degli obiettivi principali del Consiglio Direttivo ed anche qui abbiamo colpito nel segno: dalle D1 siamo saliti in A2. Può sembrare in concetto astratto ma noi volevamo creare un punto di riferimento per i giovani».
Dunque, il tennis torna alla ribalta anche a Ravenna, come sport che può appassionare agonisti, bambini, ma anche adulti. Non si ferma davanti al successo di sport affini come padel e pickleball – di quest’ultimo il Ct Zavaglia stesso si è fatto promotore – e raccoglie sempre più adesioni.
«Consiglio il tennis – spiega il coach Capra – perché è uno sport divertente. Innanzitutto è uno sport di situazione, quindi dinamico e diverso ogni volta. A livelli amatoriali tutti si possono divertire, mentre a livello agonistico richiede molta testa. Alcuni lo chiamano lo ‘sport del diavolo‘. Questo perché è individuale: in campo ci sei tu e dalle situazioni difficili devi uscirne da solo. Non hai compagni che possano aiutarti».
«I punti forti di Sinner – continua Ronnje Capra – sono fisico e mentalità, poi i colpi vengono di conseguenza. Si è visto anche in finale all’Australian, quando era in una situazione veramente difficile, ma ci ha sempre creduto. Appena l’altro gli ha dato un appiglio, lui se lo è preso».
Il ritrovo è per le 10 alla sede di CittAttiva, ingresso giardini Speyer, mentre alle 10.30 è prevista la partenza
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