«TAR del Lazio: giusto il trasferimento dell’ex Procuratore Mancini per incompatibilità ambientale e funzionale»

La Pigna aveva fatto emergere la  situazione legata alla fornitura delle mascherine ad Ausl Romagna che, successivamente, ha consentito di portare alla luce i fatti che hanno spinto il CSM al trasferimento d'ufficio di Mancini. 

«TAR del Lazio: giusto il trasferimento dell’ex Procuratore Capo di Ravenna, Mancini, per incompatibilità ambientale e funzionale». Lo fa sapere La Pigna che ricostruire l’intera vicenda. «Tutto ha inizio – scrive la Lista Civica – nel novembre scorso quando il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura dispone il trasferimento d’ufficio del dottor Alessandro Mancini per incompatibilità ambientale e funzionale dalla Procura Generale de L’Aquila, a seguito dell’esito delle indagini avviate dall’esposto che il nostro gruppo consiliare ha inoltrato alla Procura della Repubblica di Forlì. L’esposto era relativo al contratto di fornitura di mascherine cinesi sottoscritto tra Ausl Romagna e la società Codice srl dell’ex parlamentare della Lega Nord Gianluca Pini e metteva in luce diversi aspetti del contratto. Dall’indagine, avviata con solerzia dalla Procura della Repubblica di Forlì, è scaturito dapprima il sequestro del cellulare di Gianluca Pini e successivamente il suo arresto, avvenuto il 22 giugno scorso».

L’esame dei messaggi Whatsapp tra Pini e l’ex Procuratore Mancini

«Il tutto è stato ricostruito a seguito dell’esame dei messaggi Whatsapp tra Gianluca Pini e l’ex Procuratore Capo della Repubblica di Ravenna Alessandro Mancini a proposito dell’interessamento del primo per la nomina del secondo dapprima a Procuratore Generale de L’Aquila e poi al vero obiettivo ovvero Procuratore Generale di Bologna».

Nella sua sentenza di trasferimento d’ufficio, il Consiglio Superiore della Magistratura afferma: «Dalla lettura delle chat oggetto di acquisizione nel presente procedimento emerge che il dottor Mancini, almeno dal 31.1.2019 fino al 25.12.2020, ha intrattenuto conversazioni tramite l’applicativo Whatsapp con Gianluca Pini, già deputato nella XV, XVI e XVII legislatura, più volte indagato dalla Procura della Repubblica di Forlì, ufficio presso cui il dottor Mancini ha prestato servizio fino al 7.11.2013. Per quanto di rilievo, dal contenuto delle chat si evince, un rapporto di consolidata amicizia e frequentazione tra il dottor Mancini e Pini, e non di mera conoscenza e occasionale convivialità. Le interlocuzioni si svolgono in tono confidenziale, evincibile anche dall’uso reciproco del tu, pronome di seconda persona riservato in genere ai rapporti informali».

In particolare vi è un messaggio piuttosto significativo, secondo quanto riportato dalla Pigna, in cui Pini si congratulava con Mancini per la nomina a procuratore Generale dell’Aquila, auspicandola come un passaggio intermedio verso la procura Generale di Bologna: «Carissimo Alessandro, ho saputo della proposta all’unanimità per l’Aquila. Lieto per te, mi auguro comunque sia solo un passaggio intermedio verso l’agognata Bologna».

Dopo il ricorso di Mancini, la vicenda finisce davanti al TAR del Lazio

Con ulteriore ricorso per motivi aggiunti depositato il 17 febbraio 2023, Mancini aveva altresì impugnato, per invalidità derivata, la delibera del 21.12.2022 con cui il Consiglio Superiore della Magistratura ha indetto il bando per la copertura dell’Ufficio Direttivo di Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Appello de L’Aquila in quanto “vacante dal 24.11.2022”. La questione del trasferimento è finita davanti al TAR del Lazio su iniziativa del dottor Mancini che ha proposto ricorso contro la decisione del CSM.

Il TAR però ha confermato la linea del CSM sui motivi che hanno comportato il trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale di Mancini: «In conclusione, nella delibera si è osservato, con considerazioni coerenti con quanto emerso nel corso del procedimento, come la situazione descritta abbia fatto sì che sia stata oggettivamente pregiudicata l’immagine di indipendenza e imparzialità del ricorrente nell’esercizio dell’attività giudiziaria, comportando l’insorgere di condizioni non compatibili con il sereno esercizio dell’attività giudiziaria; ciò tanto più in considerazione delle funzioni direttive di Procuratore generale svolte dal ricorrente».

E ancora: «Il Consiglio ha infatti evidenziato, esprimendo considerazioni del tutto logiche e ampiamente argomentate, che la condotta del dott.-OMISSIS-, concretatasi nel sollecitare l’interessamento per la sua nomina a procuratore generale di-OMISSIS- di un imprenditore, ex parlamentare, più volte sottoposto a procedimenti penali iscritti presso la Procura di Forlì (ove il dott.-OMISSIS- ha peraltro svolto servizio), e di un parlamentare, il cui coinvolgimento nei fatti dell’hotel Champagne di Roma era già all’epoca notorio, ha determinato un grave vulnus alla sua immagine di indipendenza e imparzialità, alla credibilità della funzione e del ruolo ricoperto nella sede occupata, con conseguente obiettivo pericolo per l’immagine di funzionalità e affidabilità dell’ufficio giudiziario».

“Addio agognata Bologna”, potrebbe essere il titolo della sentenza del Tar del Lazio

«Insomma, “addio agognata Bologna” potrebbe essere il titolo della sentenza n. 14336/2023  del Tar del Lazio, pubblicata il 28 settembre 2023 che, come detto, ha respinto, dichiarandolo infondato, il ricorso presentato dall’ex Procuratore Capo della Repubblica di Ravenna Alessandro Mancini per annullare le delibere del CSM e delle sue commissioni che lo avevano trasferito per incompatibilità ambientale e funzionale da Procuratore Generale de L’Aquila a  Sostituto Procuratore Generale a Roma».

La lista civica La Pigna esprime la propria soddisfazione per aver fatto emergere la  situazione legata alla fornitura delle mascherine ad Ausl Romagna che, successivamente, ha consentito di portare alla luce fatti che hanno spinto il CSM al trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale di Mancini. 

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