Tra le opere esposte vi era anche il nostro splendido Cristo Redentore, Lux Mundi, che oggi è rientrato nelle collezioni. Il dipinto è databile intorno al quarto decennio del XVI secolo, quando Bordon dimostra di avere assimilato la lezione di Tiziano, presso cui aveva svolto giovanissimo l’apprendistato. Il suo arrivo a Ravenna è documentato dal carteggio del 1766, quando la tela viene ceduta dal mercante veneziano Cornaro all’abbazia di Classe in cambio di ripetute forniture di pinoli.
A seguito delle soppressioni napoleoniche il dipinto, insieme a tutto il patrimonio del convento camaldolese, viene affidato a don Apollinare Rasi, già bibliotecario ed ex-monaco camaldolese. Il passaggio al Comune di Ravenna avviene nel 1922 con il lascito testamentario di Sofia Baccarini, vedova dell’ingegner Claudio Rasi.
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