“Riemersi. Romagna 2023, storie per un’alluvione” a cura di Matteo Cavezzali

Un libro nato per salvare le biblioteche alluvionate, e per ridare vita alla Romagna, attraverso la voce di 10 scrittori e scrittrici Emiliano-Romagnoli

Sono passati 365 giorni dai momenti di paura che hanno fermato la Romagna. Un anno impresso nella mente di tutti, ma soprattutto di chi ha visto i ricordi di una vita annegare nel fango. La Romagna non si è mai fermata. A due giorni dall’alluvione combatteva la tristezza con determinazione, usando come strumenti pale e stivali di gomma, alla ricerca di una nuova luce; un nuovo inizio. “Riemersi” (Solferino) è una raccolta di racconti che nasce dal fango, per riscattare tutti quei libri che nel fango hanno visto la fine della loro storia.

Il volume prende vita da un’idea di Matteo Cavezzali, per aiutare tutte le biblioteche rimaste in ginocchio dopo i tragici avvenimenti. 10 scrittori e scrittrici Emiliano-Romagnoli, armati di penna e/o tastiera, hanno raccontato la Romagna: quella che abbiamo sempre conosciuto e amato, quella del passato, quella del futuro e anche quella dell’alluvione.

L’idea era di dare vita a un libro nuovo, proprio per ricordarsi e in qualche modo per salvarsi

Matteo Cavezzali nell’Introduzione di “Riemersi”

Le “Voci dal fango”

La prima parte del testo “Voci dal fango” raccoglie le testimonianze di Cavezzali, Cavina, Zani e Gozzoli. Racconti di attesa e silenzi, di orecchie sull’attenti, pronte a captare ogni variazione d’intensità delle lacrime celesti o del rombo infernale di canali, fiumi e di chiamate d’allerta. E poi ad un tratto la romagna sprofonda in metri di fango:

Non so niente. Faenza è isolata, Castel Bolognese è isolata, Riolo e Solarolo pure: una Polinesia di comunità disperse in un oceano di malta

Cristiano Cavina “Nuovo Tropico” in “Riemersi”

L’esondazione ha lasciato dietro di sé solo devastazione. Spessi strati di melma trasportano la vita di qualcuno che forse a distanza di metri piange quel ricordo ormai perduto. Un primo momento di sconforto, prima di trovare la forza di guardare oltre: avanti.

Una lacrima era esondata mantenendo intatto l’argine degli occhi. Le sue pupille non potevano contenere tutto quel dolore, come i torrenti della Romagna non potevano contenere tutta quell’acqua

Francesco Zani “Mi sa che ci allaghiamo” in “Riemersi”

Apprezzatissima la riflessione di Gianni Gozzoli che in “Alla fine di tutto non rimane solo il fango” analizza ciò che è andato perso e ciò che si è salvato e sempre si salverà:

Allora scopri che hai un mucchio di cose che non ti servono a niente perchè uno sguardo, un abbraccio, un bacio, una risata, quella volta che hai baciato gli occhi chiusi della morosa: non sono nel cassetto del comò. Quelle sono cartoline per l’anima, quelle che appendi vicino al tuo cuore e se non ci stanno, le devi mettere al posto degli occhiali.

Gianni Gozzoli in “Alla fine di tutto non rimane solo il fango” in “Riemersi”

Le storie della “Gente di Romagna”

Ma “Riemersi” non è solo alluvione. Nella seconda parte: “Gente di Romagna” le voci di Lucarelli, Avallone, Missiroli, Ghinelli, Vinci e Gualtieri usando la Romagna per dare vita a storie fantastiche, a racconti romanzati e a ricordi d’infanzia.

Dalla meritissima punizione di di Maria e Lauro in “Giovanna dorme” di Carlo Lucarelli ai salti temporali di Lorenza Ghinelli fra i bombardamenti della seconda guerra mondiale e i ribelli del futuro. Passando per l’amore proibito della piccola Giada e del suo Marcello e la descrizione della città di Rimini come un vero e proprio viaggio urbano.

Pezzi di Romagna che si pongono l’obiettivo di ridare vita alle città e alle campagne sommerse e ai suoi libri perchè…

Forse allora, professore, dove si salvano i libri, si salvano anche le persone

Matteo Cavezzali nell’Introduzione di “Riemersi”

Dalla stessa categoria