“Il dono non ricambiato” di Lorenzo Gafforini

Un tuffo nella memoria infantile, un viaggio che sfrutta i momenti della fanciullezza per mettere a fuoco l’immagine del padre, un padre che gli ha donato tutto,

In occasione della giornata internazionale della poesia e a per celebrare la recente festa dedicata a tutti i papà si propone un testo poetico e paterno per la rubrica Assaggi di Libri. “Il dono non ricambiato” (Fara Editore) è un ‘Elogio al padre’. Questo è quello che traspare dall’opera di Lorenzo Gafforini, giovane poeta del ‘96 che di sue rime ne ha già scritte quanto basta da pubblicarne 8 raccolte.

“Il dono non ricambiato” è un tuffo nella memoria infantile, un viaggio che sfrutta i momenti della fanciullezza per mettere a fuoco l’immagine del padre, un padre che gli ha donato tutto, nonostante la sua difficile infanzia, nonostante l’inedia dei suoi genitori.

Non sono nostri
i borghi, le aie

nonna dietro
le galline 
a Montichiari

schiamazzi
tra campi arati
e uova insipide

nonno figlio
di nessuno
gessato 

nel completo 
grigio a lische

padre, cuspide
di un terreno 
coltivato a calce

Amore incondizionato nei confronti del figlio espresso in modo semplice, delicato e naturale, celato dietro piccoli gesti colmi di grandi sentimenti, a voler dimostrare la possibilità di donare amore indipendentemente da quanto se ne riceve in dono.

padre avrai
mani solo per
setacciare
i miei ricordi

riesci a 
soppesare 
mille frasi
e rompere
il guscio
del mio
non detto

come un gesto
semplice
studiato
dividi il tuorlo 
dall’albume
scindi il falso
dal vero

e coltivi
al sole
i miei resti
e le ceneri
lanci
nel ruscello
nell’invenzione
di parole nuove
di parole pronte 
a inscenare
un ritornello

i nostri addii
padre
sono sempre
baci su entrambe
le guance

abbracci
di pacche
come traversate
ignote
volenterose
di arrivare 
a costa

disegnare
mappe 
sulle litoranee
sbagliare
invertire
le rotte

Un’analisi attenta del proprio rapporto con il padre e di questa figura come uomo e come bambino; uno stile privo di fronzoli ma allo stesso tempo carico di significati: dolore, rabbia, rispetto, ammirazione per chi, come lui, ha saputo non vendicarsi dei torti subiti, ma amare e perdonare.

oggi le pecore
hanno a raccolta 
un cane bianco
da mimesi

sono miseri
i pomeriggi
d’autunno
senza guida

senza sentieri
nelle remore
d’un inarticolato
grido

mi fido
della linea 
della tua bocca
come un bambino 
appeso a un giunco

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