«Mi sono difeso», così il titolare del minimarket di Piazza Baracca spiega l’accoltellamento

Nella mattina di ieri, 1 marzo, Siddiqur Sarder, titolare di “Ohona”, minimarket di Piazza Baracca, ha confermato la sua versione davanti al giudice per le indagini preliminari. Se da un lato il pm ha chiesto la convalida dell’arresto e la custodia cautelare in carcere, dall’altro l’avvocato difensore ha chiesto che Sarder torni libero torni libero, che gli venga applicato l’obbligo di firma o al massimo i domiciliari. Il giudice si è riservato la decisione. Il 43enne originario del Bangladesh, al momento, si trova in carcere con l’accusa di tentato omicidio per l’accoltellamento, aggravato dalla crudeltà.

Sono ben 17, infatti, i fendenti sul corpo della 36enne algerina, di cui i più gravi in un occhio – che ha richiesto un’operazione chirurgica – e all’addome, quest’ultimo ha generato una copiosa perdita di sangue. La donna si trova in prognosi riservata all’Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, ma non sarebbe in pericolo di vita.

La ricostruzione di Siddiqur Sarder, titolare del minimarket

Secondo quanto riporta il Resto del Carlino, però, l’uomo avrebbe agito per difendersi o almeno questa è la sua versione dei fatti. La donna, secondo Sarder, si sarebbe presentata varie volte all’orario di chiusura chiedendo soldi; generalmente il titolare se la sarebbe cavata dandole 10 o 20 euro. Questa volta però ne avrebbe chiesti ottanta e al rifiuto da parte del negoziante, la donna avrebbe estratto il coltello da formaggio dalla borsa e iniziato a colpire l’uomo. Le ferite a una mano sono state mostrate al gip.

A quel punto, lui avrebbe reagito facendo cadere il coltello, ma lei lo avrebbe attaccato a mani nude, buttandolo a terra. Così, lui avrebbe recuperato il coltello e cominciato a colpire. Della colluttazione si sono accorti dei passanti, che hanno avvertito le Forse dell’Ordine. Al momento dell’arrivo dei Carabinieri, la donna era riversa a terra e il titolare del negozio impietrito.

Oltre alle ferite a una mano, tra gli elementi portati dalla difesa a sostegno della versione di Sarder, ci sono i suoi vent’anni a Ravenna da incensurato con una famiglia e due figli, un reddito e una casa di proprietà. Non resta che attendere di sentire la versione della 36enne algerina – il cui passato non sarebbe altrettanto limpido, ma segnato da questioni di droga – non appena le sue condizioni di salute lo consentiranno.

Leggi anche: Omicidio Battaglia: dall’insulto alla coltellata

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