Violenza in piazza Baracca. Episodi casuali o sistema criminale? La parola ai commercianti e al vicesindaco

I commercianti: «Da affezionati alla piazza è di nostro primario interesse migliorare la situazione in cui ci troviamo, incrementando la sicurezza»

Piazza Baracca a Ravenna, a due passi da via Cavour, è tornata alla ribalta per un episodio di violenza. Nella notte tra il 28 e il 29 febbraio, si è verificato un nuovo accoltellamento: nello specifico il titolare di un minimarket, 43enne bengalese, Sarder Siddiqur, ha pugnalato una donna algerina di 37 anni, per ragioni ancora da chiarire. Non è la prima volta, visto che lo scorso settembre, è stata ‘teatro’ del litigio che è poi sfociato nell’omicidio di via Cura, quello in cui ha perso la vita Christian Battaglia per mano di Mario Antonio Iadicicco. E ancora prima, circa un anno e mezzo fa, c’era stato un accoltellamento in un bar a seguito di un litigio. Per questi motivi, la zona è stata sottoposta a specifiche ordinanze antialcol e a maggiori controlli.

L’ultimo episodio di violenza ha riacceso il confronto sull’effettiva sicurezza della zona: «Non vogliamo penalizzare la piazza – commenta uno dei commercianti del quartiere -, ma ci sono delle situazioni di degrado e lo dimostrano gli eventi che negli ultimi tempi hanno avuto piazza Baracca come sfondo. Da commercianti affezionati è di nostro primario interesse migliorare la situazione in cui ci troviamo, incrementando la sicurezza, poiché a quanto pare i controlli non sono sufficienti».

Il vicesindaco Eugenio Fusignani: «Nessun collegamento diretto fra gli avvenimenti»

Anche il vicesindaco Eugenio Fusignani, con delega alla sicurezza e al centro storico, ha commentato la vicenda: «Sono episodi estemporanei che non rispondono a un quadro criminale, possiamo anche ragionare su possibili cambiamenti per esempio negli orari di apertura delle attività, come suggerito dalla consigliera Verlicchi, ma prima di fare qualunque azione occorre analizzare la situazione e chiedersi se gli avvenimenti hanno un collegamento diretto con gli orari di apertura».

Il vicesindaco sottolinea che bisogna fare la distinzione fra clima criminale ed episodio criminoso e che bisogna analizzare le situazioni singolarmente: «Non si riscontrano collegamenti fra le azioni – spiega Fusignani -. Questo non vuol dire che l’aria non debba essere soggetta a intervento. Molte azioni sono già state portate avanti nella zona, come i servizi di pattugliamento ed entro la primavera, grazie ad un accordo con la Regione, rafforzeremo il sistema di videosorveglianza»

Una considerazione sugli affitti del quartiere

Fusignani prende in considerazione anche la scelta dei proprietari dei locali di affittare tendenzialmente ad attività etniche, in un’area concentrata: «Resta da dire – conclude Fusignani – che se in quartiere o in una piazza vengono concentrati affitti principalmente a locali etnici, poi non ci si può stupire che la frequentazione sia di persone di nazionalità diverse. È un semplice discorso di numeri. Non voglio essere frainteso, – puntualizza il vicesindaco – non intendo che sia una cattiva frequentazione in quanto tale. Però se tutte le persone di determinate nazionalità vengono concentrate in un piccolo quartiere si possono creare dei conflitti. Come è successo ai Giardini Speyer. La percentuale di brave e cattive persone è la stessa che abbiamo in tutte le nazionalità, solo che noi siamo sparsi per tutto il territorio del Comune. Se concentrassimo tutti i romagnoli a Castiglione di Ravenna, se dovesse succedere qualcosa, accadrebbe tra di noi».

Dalla stessa categoria