Sono scesi i primi 31 migranti dell’Ocean Viking. Per gli altri 16 c’è un secondo turno

Sono tutti maschi i giovani migranti che percorrono a piedi la banchina di Fabbrica Vecchia, accompagnati dal personale sanitario, dopo essere scesi dall’Ocean Viking. Hanno tutti uno zainetto blu e una coperta grigia, presumibilmente fornitagli dall’Ong Sos Mediterranee che opera a bordo della nave. Tra i migranti dell’Ocean Viking c’è chi saluta alla telecamera del telegiornale, chi sorride, chi ringrazia il personale, chi a sua volta filma con il telefonino la scena e c’è chi si stropiccia gli occhi in un momento di commozione.

I primi a scendere sono due fratelli di 11 e 17 anni, che saranno accompagnati da operatori della CRI a Matera ed accolti in una struttura del progetto FAMI. Sono seguiti da altri 29, fatti scendere a gruppetti di poche persone; si tratta dei minori e degli adulti che resteranno nella provincia di Ravenna. Saranno divisi tra le strutture di Santa Maria in Fabriago a Lugo, per i minori, e quelle di Cervia, Ravenna, Casola Valsenio e Fusignano, per gli adulti. I 31 sono fatti salire a bordo di 3 navette della Croce Rossa, che li porteranno al Circolo dei Canottieri della Standiana (Savio), dove saranno effettuati i controlli medico-sanitari e quelli di Polizia. Le partenza delle navette è avvenuta intorno alle 11.35.

Restano, invece, a bordo i 16 adulti che sono indirizzati alla Prefettura di Bologna. Verranno caricati dalle navette della Croce Rossa in un secondo giro per la Standiana. Poi, intorno alle 16 di oggi – lunedì 30 ottobre – arriveranno gli operatori di Bologna, che li accompagneranno alla struttura di destinazione.

I 47 migranti dell’Ocean Viking

In tutto, dunque, sono 47 i migranti a Bordo dell’Ocean Viking. L’annuncio dell’assegnazione di Ravenna come “porto sicuro” era arrivato il 25 ottobre, ma inizialmente le persone a bordo – recuperate al largo della Libia – erano solo 29. Gli altri 18 sono stati soccorsi nella serata del 26 ottobre nella zona Sar maltese: da quasi 3 giorni erano in mare aperto.

Le condizioni sanitarie sono complessivamente buone, anche se alcuni presentano ustioni e bruciature e qualcuno è in stato confusionale. Delle 47 persone soccorse dall’Ocean Viking 23 sono di nazionalità siriana, 3 nord-sudanese, 3 egiziana e 18 bengalese. Si tratta di 11 minori non accompagnati e 36 adulti.

L’arrivo a Fabbrica Vecchia

Le operazioni di sbarco sono state effettuate a Marina di Ravenna, nella banchina di Fabbrica Vecchia, nell’area interna del Candiano, all’incirca di fronte allo stabilimento di Enel, perché Il Terminal Crociere di Porto Corsini – dove erano stati gestiti i precedenti arrivi di migranti – era occupato da una nave da crociera. L’Ocean Viking, dunque, ha dovuto inserirsi nel normale traffico del Porto di Ravenna ed è arrivata a Fabbrica Vecchia di poco preceduta da una nave da container.

Sulla banchina, in attesa della nave, c’erano le Forze dell’Ordine, giornalisti, fotografi, Vigili del Fuoco, rappresentanti della prefettura, tra cui lo stesso Prefetto Castrese De Rosa, e rappresentanti del Comune, tra cui l’assessora con delega all’immigrazione Federica Moschini.

Il sistema di accoglienza nel Comune di Ravenna

«Attualmente – commenta l’assessora Moschini – nel sistema di accoglienza di Ravenna abbiamo 5 centri attivi tra cui Cidas, cooperativa Solco, Villaggio del Fanciullo e Arcobaleno. Nei SAI (ndr. Sistema Accoglienza Integrazione) contiamo 69 minori non accompagnati e 94 adulti ripartiti nelle 5 strutture, esclusi quelli che si trovano nei CAS (ndr. Centri di accoglienza straordinaria) di Villa Nina a Longana. Queste 163 persone sono tutte in forza lavoro oppure stanno studiando, per noi è fondamentale che diventino cittadini autonomi e che facciano parte della comunità, anche attraverso lo studio dell’italiano».

«Una volta compiuti i 18 anni – continua Moschini – possono rimanere per sei mesi nelle strutture per neo-maggiorenni, poi devono essere in grado di cavarsela da soli. Per questo noi cerchiamo di renderli il più autonomi e integrati possibile. Uno degli strumenti che ha funzionato in questo senso sono “Famiglie Accoglienti“, che offrono alloggio per un periodo di tempo. La prima famiglia accogliente è stata quella di Fiorenza Campidelli. È un contributo molto importante perché non è facile per loro trovare un alloggio in affitto, spesso i privati non affittano agli stranieri, anche in presenza di un contratto di lavoro. Proprio per questo è fondamentale un accompagnamento della persona, altrimenti si rischia che torni ai servizi sociali, cosa che vogliamo evitare».

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