La Pigna sul parco eolico Agnes: «Dubbi sulle concessioni e sui finanziamenti»

Veronica Verlicchi, capogruppo: «Non è chiaro il convinto sostegno del sindaco già dal 2019, prim’ancora che il progetto fosse presentato, poi la proposta della petizione e la sua candidatura a commissario».

Dubbi sul percorso del progetto del parco eolico e fotovoltaico che dovrebbe sorgere al largo della costa ravennate. A esprimerli apertamente con dovizia di particolari oggi, venerdì 12 gennaio, la capogruppo in consiglio comunale de La Pigna Veronica Verlicchi e il consigliere regionale di Rete Civica Marco Mastacchi. «Premesso che non siamo contrari all’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, che anzi vanno sviluppate con sempre più convinzione – spiega Verlicchi –, crediamo che Agnes sia un progetto che fa acqua, per i troppi lati oscuri. Non capiamo anzitutto l’ostinazione e le iniziative del sindaco Michele del Pascale per sostenere questo progetto privato, oltre che del presidente della Regione Stefano Bonaccini». 

Più di 2.500 firme per il parco eolico. La Pigna: «Abbandonate le altre opere pubbliche»

Proprio nei giorni scorsi, il primo cittadino ravennate si è rallegrato per il raggiungimento di 2.500 firme per la petizione “Sì all’eolico e al fotovoltaico offshore in Romagna”, sostenuta da vari enti fra cui la Camera di Commercio per velocizzare l’iter autorizzativo. Il sindaco, come ricordato da La Pigna, si è poi proposto al Governo lo scorso 13 dicembre per essere nominato come commissario garantendo di rilasciare le autorizzazioni mancanti in soli 120 giorni.

«Peccato che invece – commenta la capogruppo – sulle ultra decennali opere pubbliche che riguardano la città e il Comune di Ravenna non agisca o agisca saltuariamente, con poca per non dire nulla determinazione e soprattutto se tirato per la giacchetta. Ci riferiamo in particolare alle varianti di Mezzano di Fosso Ghiaia, al raddoppio della linea ferroviaria di Castel Bolognese, al mancato arrivo dell’alta velocità a Ravenna, al latitante collegamento con Forlì, al bypass del Candiano, al raddoppio del tratto ravennate per il collegamento veloce con Ferrara».

Un viaggio alle origini del parco eolico

Il gruppo di opposizione va indietro nel tempo, alle origini stesse del progetto Agnes, ponendosi delle domande a cui – nel tempo – non sono arrivate risposte. «Come mai de Pascale – si chiede Verlicchi – ha parlato per la prima volta del progetto nel 2019, ossia due anni prima della sua presentazione avvenuta? Anche il rigassificatore è un’iniziativa privata ma con tutte le autorizzazioni in regola. Il sostegno è arrivato prematuramente, ancora prima che il progetto Agnes fosse depositato nel 2021 per la richiesta di concessione dello specchio di acqua marina, per l’installazione delle pale eoliche e del fotovoltaico al fine di produrre idrogeno per l’ottenimento delle autorizzazioni ministeriali.

Nello specifico il progetto è stato presentato solo a gennaio 2021 per una prima stesura e poi ripresentato alla Capitaneria di porto di Ravenna per l’ottenimento della concessione demaniale, solo il 28 settembre 2021. Nella prima stesura, fra l’altro, c’era stato un errore: la dislocazione delle pale eoliche contrastava con le rotte delle navi in transito nel porto». 

Tanti dubbi ancora da chiarire

All’inizio del 2023 La Pigna ha poi sollevato dubbi circa la sostenibilità economica di Agnes, un progetto da 1,8 miliardi di euro che costa milioni di euro solo per la progettazione. Al riguardo, il gruppo di opposizione chiede: come può farvi fronte una società che ha un capitale di soli 10mila euro, ricavi totali nel 2021 di 9mila euro e nel 2020 di 2mila euro? Come verranno finanziati progettazione e realizzazione? Per cento si sa che per Agnes sono stati stanziati 70 milioni di euro del Pnrr, una ‘cifra ragguardevole’. «Ma non è dato sapere a cosa serviranno questi fondi nello specifico – aggiunge Verlicchi –. Viene poi da domandarsi perché non sia stato fatto un bando di gara o un concorso di idee. Misteriosa è poi la concessione demaniale rilasciata ad Agnes già da  tempo senza aspettare la conclusione dell’iter per il rilascio del VIA e per il rilascio dell’autorizzazione unica da parte del ministero dell’Ambiente».

Da chiarire, secondo La Pigna, il ruolo della società Techfem presente anche nel progetto del rigassificatore e di Cassa Depositi e Prestiti tramite il fondo F2l. «Spesso progetti di questo tipo – commenta La Pigna –, presentati da società così piccole, vengono ceduti del tutto in parte a società più grandi con un’enorme plusvalenza». 

Verlicchi riporta poi un episodio che ha fatto seguito all’interrogazione presentata in consiglio comunale lo scorso febbraio. «Mi ha contattato l’amministratore delegato di Agnes Bernabini – racconta – che si è dimostrato disponibile a fornirmi ulteriori informazioni, ma poi non ha mai risposto alla mia mail di richiesta di chiarimenti sui costi e sulla concessione demaniale». Un altro tema caldo sollevato da La Pigna concerne il punto di approdo a terra del progetto Agnes che, secondo il Regolamento urbanistico edilizio, è classificato come spazio portuale e quindi non sarebbe idoneo per ospitare stazioni elettriche di trasformazione né impianti di accumulo. «Ospitare due impianti, quello di stoccaggio di energia elettrica con batterie e quello di stoccaggio dell’idrogeno, può essere pericoloso. 

Chiederemo spiegazioni al sindaco che, fra l’altro, nel presentare la sua petizione non ha mai chiarito se il progetto Agnes avrà un ritorno economico per il territorio, delle compensazioni come nel caso del rigassificatore». In definitiva, la Pigna chiede: «Risposte ai tanti interrogativi su un progetto che deve essere fatto con tutti i crismi. Altrimenti ci rivolgeremo, come di consueto, alle autorità competenti».

Dalla stessa categoria