Il 24 febbraio saranno due anni dall’invasione russa in Ucraina, guerra che ha portato molte persone ucraine a rifugiarsi in Europa. Per mantenere alta l’attenzione sul tema, l’associazione Malva – Ucraini di Ravenna ha organizzato una manifestazione per domenica 25 febbraio alle 15 dalla stazione di Ravenna. Inoltre, nei giorni scorsi, alla sala espositiva di vicolo degli Ariani 4/A c’è stata la mostra “Azzurro giallo è verde speranza”, che radunava le opere di otto artiste ucraine.
È qui che Kateryna Ostapiuk, artista 22enne, racconta la sua esperienza. «Sono arrivata a Ravenna a marzo 2022, quindi poco dopo l’inizio della guerra. In Ucraina vivevo nella zona Ovest, vicino al confine con la Romania, ma mia madre abitava qui, perciò ho deciso di raggiungerla. A quel tempo stavo studiando all’Università per diventare grafica pubblicitaria e non parlavo una parola di italiano. Quando sono arrivata a Ravenna, ho continuato a studiare a distanza e mi sono laureata. Ora sto svolgendo servizio civile e cercando lavoro».
«Il primo periodo – continua – non è stato facile perché dovevo studiare per l’Università e imparare l’italiano; non avevo amici. Sono andata alla scuola di italiano per stranieri, dove c’erano tanti altri ucraini arrivati come me per scappare dalla guerra. Dopo che mi sono laureata, ho iniziato a fare amicizia e ho iniziato a far parte dell’associazione Malva».
Kateryna continua l’attivismo con l’associazione, nonostante la sua prima esperienza sia stata spiacevole. A dicembre 2023, Malva era stata invitata al liceo artistico per parlare delle attività dell’associazione e toccava proprio a lei raccontarle: era la sua prima volta. Proprio quel giorno, però, gli studenti hanno preso in mano la scuola ed è iniziata l’occupazione e Kateryna – insieme ad altre persone dell’associazione – è stata accusata di fare «propaganda alla guerra» e invitata a lasciare la scuola.
Insieme a Kateryna era arrivato in città anche il fratello di 19 anni, che poi ha preferito tornare in Ucraina per continuare l’Università e provare a condurre una vita ‘normale’ nonostante il pericolo e le bombe. «Sono tante le persone che vogliono continuare a condurre una vita semplice, nonostante la guerra: quelle che non vogliono o non possono lasciare il Paese. Io tornando indietro rifarei questa scelta, anche se non è facile pensare all’Ucraina oggi. Un’invasione di Putin in qualche modo ce l’aspettavamo, dopo che aveva annesso la Crimea (ndr. 2014), ma non ci aspettavamo i modi e i tempi».
Ad oggi è difficile stimare quante siano le persone Ucraine arrivate o transitate da Ravenna dall’inizio della guerra. Un conteggio di quelle attualmente in città, è elaborato dalla Questura con dati aggiornati al 1° gennaio 2024.
«Gli ucraini a Ravenna sono attualmente 1.052 – spiega l’assessora con delega all’immigrazione Federica Moschini – di cui 338 minori. Noi come Comune offriamo lo sportello della Casa delle Culture e la mediazione scolastica. La richiesta da parte dei dirigenti scolastici è alta: da inizio 2024 ad oggi sono state 380 le ore di mediazione messe in piedi. In più ci sono ancora 4 o 5 nuclei familiari che fanno parte di un progetto della Protezione Civile».
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