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Incontro Cna con il prof. Lucio Poma sul rincaro della materie prime. Fenomeno passeggero o inizio di un ciclo?

Foto: incontro presso Cna di Ravenna sul rincaro delle materie primeGiovedì 7 aprile si è svolta presso la Sala Bedeschi della Cna di Ravenna e in videoconferenza, l’iniziativa Rincaro delle materie prime: fenomeno passeggero o inizio di un ciclo? sugli scenari e gli effetti, presenti e futuri, della crisi internazionale con particolare riguardo al rincaro delle materie prime. Ospite della serata era l’economista Lucio Poma.Dopo i saluti del Presidente della Cna Territoriale di Ravenna, Matteo Leoni, il tema è stato introdotto da Andrea Dalmonte, Presidente di CNA Produzione Ravenna.«Dopo due anni di pandemia – ha esordito Dalmonte – quando i segnali apparivano confortanti ed in continua crescita, lo scenario e le mutazioni degli assetti internazionali ci hanno presentato nuove insidie: prezzi delle materie prime e dell’energia aumentati a livelli esponenziali, difficoltà ad ottenere forniture di alcuni tipi di componenti. Ad aggravare questi aspetti ha contribuito, poi, la guerra tra Russia e Ucraina. L’inflazione, inoltre, rischia di innescare una pericolosa spirale andando a minare la fiducia dei consumatori che rivedono prudenzialmente la loro disponibilità all’acquisto. In questo quadro estremamente complesso ed articolato le nostre imprese devono oggi orientarsi e prendere decisioni che si riveleranno strategiche per il futuro. Per fare chiarezza sugli aspetti contingenti di questa crisi e per cercare di interpretare quali saranno gli scenari futuri, Cna ha organizzato questo incontro con il Prof. Poma».È, in seguito, intervenuto il Prof. Lucio Poma, con una vera e propria lectio magistralis, un approfondimento molto dettagliato sui temi oggetto della serata, che ha interessato e coinvolto attivamente la platea degli oltre cento partecipanti alla serata: «Dopo i primi mesi della pandemia, l’economia mondiale ha di colpo accelerato, creando situazioni senza precedenti che sono poi state esasperate allo scoppio della guerra in Ucraina. Pandemia e guerra hanno unito molto l’Europa: questa ritrovata unità dovrà essere sfruttata per intraprendere nuove politiche industriali, perché la situazione attuale richiede decisioni e soluzioni a livello globale.L’economia italiana sta vivendo un periodo di grande crescita, ma questo comporta una maggiore domanda di energia e di materie prime (il nostro Paese non ne ha). Il nostro Paese si affida molto di più al gas rispetto ad altri paesi europei, inoltre la grande variabilità delle materie prime ha attirato l’interesse dei grandi speculatori, facendo aumentare la volatilità dei prezzi e la difficoltà di approvvigionamenti.

Tutto ciò ha creato situazioni di grande incertezza e instabilità con cui il nostro sistema Paese deve imparare a convivere. In questo scenario, il compito delle Piccole e Medie imprese è comprendere come meglio inserirsi in questi nuovi processi in tutto è interconnesso. Oggi le Micro e Piccole Imprese non possono più prescindere dalle grandi, per le quali è fondamentale il contributo delle piccole realtà. E in questo contesto assume ancora maggior importanza il ruolo delle Associazioni, che devono fare massa critica e creare condizioni favorevoli per le imprese in questi processi».Ha concluso l’iniziativa il Direttore Generale della Cna di Ravenna, Massimo Mazzavillani, che ha dichiarato: «Cna ha già intrapreso un percorso per approfondire e strutturare il ruolo delle MPMI in questo nuovo contesto. Le imprese dovranno imparare a cogliere i mutamenti e gestirli attivamente, anche grazie ai tanti strumenti messi in campo da Cna attraverso relazioni con Istituzioni, mondo della formazione e della ricerca, opportunità e servizi. Stiamo lavorando attivamente alla costruzione di reti di imprese con interessi condivisi in ottica di filiera, e dobbiamo insistere su strada con decisione, perché non si tornerà più alla situazione precedente alla pandemia».Infine, rispetto al tema del gas, il Direttore della Cna ha affermato: «sciagurata la scelta compiuta nel 2018 di bloccare le estrazioni del gas nel nostro Paese, ora ne paghiamo purtroppo le conseguenze con risvolti molto impattanti. Impossibile recuperare quanto perduto in questi quattro anni, ma è il momento di sfruttare appieno le risorse di cui disponiamo, potenziando le estrazioni di gas già attive e semplificando al massimo i processi di ricerca di siti per nuove estrazioni. Occorre, inoltre, insistere sulle rinnovabili e diversificare le fonti di approvvigionamento di gas».«In questo contesto – ha proseguito Mazzavillani – è indispensabile mettere in campo una politica industriale di livello europeo, prevedendo un tetto massimo al prezzo del gas, e costruire un nuovo Recovery Plan accompagnato da una sospensione del Patto di Stabilità per consentire adeguati investimenti tesi alla soluzione di questi problemi che stanno minando da crescita dell’economia prevista anche per il 2022».

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