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Il nuovo libro di Pericle Stoppa per un viaggio culinario a Marina di Ravenna

Sarà presentato domani, 5 dicembre, alle 15.30, alla Faro Arte galleria di Marina di Ravenna il nuovo libro di Pericle Stoppa “Mangiavamo alla Marinara” dedicato alle osterie, trattorie e ristoranti di Marina di Ravenna. L’autore dialogherà per l’occasione con Marino Moroni, presidente della Pro Loco e il giornalista Alessandro Montanari.

Il testo, edito Capit Ravenna e fra i selezionati del Romagnolo, ha una prefazione di Franco Gabici e presenta una prima parte dedicata alle origini del porto Corsini (storicamente datata 1737) e alla formazione, nei pressi del suo imbocco, dopo circa un secolo, di un piccolo nucleo di ‘abitanti stabili’. Questi, in lenta ma continua crescita, diedero vita alla Borgata di Porto Corsini, che nel 1857, in seguito alla costruzione della chiesetta di San Giuseppe, venne ufficialmente riconosciuta ‘Frazione del Comune di Ravenna’.

I successivi quattro capitoli sono scanditi in quattro decenni ciascuno e raccontano i cosiddetti
‘luoghi della ristorazione’ e i loro conduttori. Nel primo capitolo ‘1860-1904’, vengono descritte le prime osterie e trattorie portocorsinesi, riconducibili essenzialmente al chioggiotto Giuseppe Greco, detto Beppo, alle sue figlie Emilia, Maria, Virginia e alla loro abilità nel cucinare il pesce. Il secondo capitolo ‘1905-1944’, è segnato dalla straordinaria figura di Erminia Dirani e della sua Trattoria Capanna Gotica. Sono anni di grande fermento, in cui alla località, nel 1930, viene assegnato il nuovo toponimo ‘Marina di Ravenna’, e la sua cucina si afferma definitivamente anche per merito di altri locali come il Ristorante Trieste, le Trattorie Alla Pace e Al Cannone. Il terzo capitolo ‘1945-1980’ coincide con gli anni dello sviluppo sociale ed economico che coinvolge anche Marina di Ravenna. Alcuni ristoranti, tra i quali Sole, Miramare, Maddalena, Al Porto, Casa del Pesce diventano famosi nell’intero litorale romagnolo. Il quarto capitolo ‘1981-2020’, racconta di come alcuni ristoratori, come Giordano Saporetti,
Daniele Gambi, Roberto Spadoni, Gino Gardini
e altri, mantengano alta la tradizione gastronomica
locale e di come, tuttavia, l’imporsi di nuovi gusti legati all’avanzare di una modernità confusa, e il
vorticoso alternarsi di gestioni, segnino una preoccupante decadenza del settore.
Il libro si conclude con due brevi appendici riguardanti le ‘Ricette della tradizione’ e la ‘Cozza
selvaggia’ recentemente riconosciuta come prodotto tipico di Marina di Ravenna.

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