Franco Gabici racconta storie, vicende e personaggi di Ravenna

Nella sua fertile attività di pubblicista e scrittore, spazia dalla divulgazione scientifica alla letteratura, dalla erudizione alla storia locale

franco gabici

Ravenna è importante per Franco Gabici e lo dimostra nelle sue opere letterarie dedicate alla città. Qui nasce il 22 maggio 1943 e vive, affascinato da una moltitudine di storie urbane, personali e scientifiche. In gioventù sogna una vita da cantante dopo aver vinto a Ravenna, nel 1964, il primo premio al “Festival dei Cantautori”. Ma la vita prende una piega diversa e Gabici, prima si diploma al liceo scientifico e poi si laurea in Fisica.

Crescendo sceglie la strada della scrittura e della divulgazione, divenendo uno dei più amati scrittori ravennati, collabora ai quotidiani “Avvenire” e “Il Resto del Carlino”, con articoli di scienza e costume, ed è direttore responsabile della rivista “Gnomonica” e redattore del settimanale diocesano “Risveglio 2000”.  

Durante la sua vita sicuramente non si annoia, copre il ruolo di direttore del Planetario di Ravenna dal 1985 al 2008, di presidente del Comitato ravennate della “Dante Alighieri” e della Associazione degli ex alunni del Liceo scientifico Oriani. È pure vice presidente della Società di Studi ravennati. Fa parte del direttivo di Italia Nostra ed è membro della Accademia degli Incamminati. 

Nel 2007 gli è stato conferito il Premio Guidarello per il giornalismo d’autore, mentre nel 2019 ha vinto il Premio letterario Giovanni Comisso, sezione biografie, per “Leo Longanesi. Una vita controcorrente” (Il Ponte Vecchio).

Libri di storia locale e sulle grandi personalità della Romagna  

È autore di una trentina di libri di storia locale, incentrati in particolare su Ravenna. Ne sono un esempio “Ravenna: cento anni di cinema” (Coop. Libraria e di Informazione, 1995), “Storia illustrata di Ravenna” (Pacini editore, 2014), “Breve storia di Ravenna” (Pacini editore, 2015), Dantis ossa. La forma corporea di Dante. Scheletro, ritratti, maschere e busti” (Giorgio Pozzi Editore, 2019). Fa anche luce sui proverbi ravennati in “Cercar Maria per Ravenna: storia e significati di un antico modo proverbiale” (Danilo Montanari, 2004).   

Si dedica poi ad alcuni noti personaggi della Romagna. Per esempio, “Sulle rime del don” (Essegì, 1996), è dedicato ad Anacleto Bendazzi, il più grande enigmista Italiano. Impossibile poi non citare “Giacomo Leopardi turista per caso” (Danilo Montanari, 1998), e a seguire “Omaggio a Francesco Talanti” (Fernandel, 2006). Nel 2014 pubblica “Un prete e un cane in Paradiso: La vita di don Fuschini, lo scrittore più amato di Romagna” (Marsilio, 2014). In “I Da Polenta. Signori di Ravenna” (Il Ponte Vecchio, 2019) racconta la storia dell’antica e famosa famiglia ravennate e il suo rapporto con dante Alighieri. Nel 2018 è il momento di “Leo Longanesi. Una vita controcorrente” (Il Ponte Vecchio, 2018).

Storica penna di “QN – Il Resto del Carlino” 

Franco Gabici è senza dubbio una storica penna di “QN – Il Resto del Carlino” dove da decenni racconta aneddoti, ricorrenze, eventi, microstorie e storie di vita. E proprio da queste rubriche, nascono “C’era una volta… a Ravenna” e, di seguito, “Ravenna curiosa. Storia e storie, donne e uomini della Bisanzio di Romagna” (Il Ponte Vecchio, 2022) in cui raccoglie le storie che ha ascoltato e trascritto durante la sua vita, esperienze e strane scoperte storiche che non poteva non tramandare ai posteri. Il suo intento è semplice e lo dichiara apertamente nelle prefazioni:

  

«Salvare dalla voracità del tempo quella microstoria che spesso sopravvive solamente nella tradizione orale e purtroppo si sa che le parole volano mentre gli scritti rimangono. Ma è pur sempre storia e come tale va conservata e tramandata». 

A stimolare il riordino dei vari materiali in libri, sono stati i suoi stessi lettori che da sempre apprezzano questo prezioso recupero della memoria. Lettori che sono ben più di quei 25 che, con ironia, dichiara. 

Il ‘romanzo’ di Franco Gabici e i libri sulle stelle e sulla musica 

Con “La Luna fra le mani” (Il Ponte Vecchio, 2022) per la prima volta Franco Gabici cambia genere e proietta nella pagina scritta l’esperienza della sua vita, in un vero e proprio romanzo. Gli eventi durano pochi giorni e sono emblematici di un radicale cambiamento che si sta verificando nel Sessantotto. Il titolo è esplicito ed esprime con una chiara metafora la delusione di chi credeva di averla tra le mani e la vede svanire, la luna nel pozzo. Al centro della storia, Gianni e Luisa che si incontrano in una triste giornata di pioggia. Ne nasce una storia che avrebbe potuto essere semplice se a complicare il tutto non fosse intervenuto il vento del Sessantotto.  

Sono fuori dagli schemi, anche se maniera diversa, anche altre pubblicazioni che sono il frutto dell’amore di Gabici per le scienze e della sua esperienza come direttore del Planetario di Ravenna. Si tratta di “Didattica con il planetario” (1990), “Gadda, il dolore della cognizione” (2002), “Astronomia e letteratura in Leopardi e Pascoli” (2005) e “Scienziati di Romagna” (Sironi, 2006). 

Sono legate al primo amore per la musica leggera degli anni Cinquanta e Sessanta, infine, “Il disco e la sua copertina” (1988), “Buon compleanno, Only you” (2005) e “Una canzone al giorno” (2007).  

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