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Ravenna: un gruppo di genitori contro la “carriera Alias” nella scuola: «Tendenza modaiola»

Un gruppo di genitori contro la “carriera Alias” nella scuole. Lettera aperta di un gruppo di genitori iscritti all’associazione AGE di Ravenna contro la carriera “Alias” nelle scuole. La “carriera Alias” o “identità Alias” è un protocollo che prevede la possibilità di registrarsi in un ente, un’azienda o una scuola con il nome che corrisponde alla propria identità di genere anche se questo è diverso da quello anagrafico. La modifica ha effetto solo nella burocrazia legata all’ente di riferimento. Nella provincia di Ravenna le scuole che offrono questa possibilità sono il Liceo Artistico “Nervi-Severini”, l’Istituto Professionale Statale “Olivetti – Callegari”, l’istituto “Ricci-Muratori” e il Liceo di Faenza “Torricelli-Ballardini”.

Il gruppo di genitori chiede al Dirigente Scolastico che sia ripristinato il precedente regolamento, perché considera questo provvedimento come “modaiolo” e teme che possa “favorire l’incertezza dei ragazzi verso sé stessi e gli altri”.

Le parole dei genitori contro la “carriera Alias”

«Siamo un gruppo di genitori – scrivono – iscritti all’associazione Genitori AGE di Ravenna che promuove attività di formazione per i soci genitori impegnati nelle istituzioni scolastiche. Alcuni genitori hanno scelto per i propri figli un percorso scolastico presso l’Istituto Professionale Statale “Olivetti – Callegari” e apprendiamo da loro che il dirigente scolastico abbia introdotto a loro insaputa la cosiddetta “Carriera alias”, con tanto di possibilità di cambio nome e di assecondamento nell’utilizzo di spazi dedicati a ragazzi e ragazze. Non abbiamo nessuna obiezione a una formazione attenta all’inclusione e alla cura dell’altro, perché l’unicità del singolo deve restare un valore per tutta la comunità. Ma altra cosa è l’istituzionalizzazione del cambio nome anche per i minori che sentono di avere un orientamento sessuale diverso da quello biologico».

«Tutti i nostri ragazzi – continuano – sono in una fase delicata e le fragilità emergono sempre più frequentemente in modo allarmante. Non crediamo che il contrasto a fenomeni di bullismo si realizzi attraverso la sollecitazione a chiamare il compagno con un nuovo nome e condividendo il proprio spogliatoio. Anzi riteniamo si contribuisca a creare una grande confusione, privando tutti gli studenti della certezza della propria identità in una fase evolutiva già instabile di per sé».

«Siamo stupiti – affermano i genitori – che il Consiglio di istituto abbia ignorato il rischio di favorire l’incertezza dei ragazzi verso sé stessi e gli altri, assecondando e contribuendo alla promozione di una tendenza modaiola che potrebbe essere anche l’atto finale di un capriccio adolescenziale: si potrà cambiare nome con la stessa facilità con la quale si cambia la maglietta».

«Ed è proprio per il richiamato articolo 3 della Costituzione – continuano – che riteniamo simili iniziative illegittime e non autorizzate da alcuna circolare del Ministero dell’Istruzione. La dignità umana, che non può essere parzialmente tutelata, pensiamo passi da ben altro ed è rilevante che il patto educativo firmato con la scuola da centinaia di genitori all’inizio del percorso scolastico e che non prevedeva carriere alias, sia stato ignorato».

«Chiediamo pertanto al Dirigente Scolastico – concludono i genitori dell’associazione agedi ripristinare il precedente regolamento scolastico nel rispetto del patto educativo firmato che garantisce la tutela del processo formativo ed educativo di tutti quanti gli studenti com’è stato fino ad oggi. Il rapporto di fiducia tra scuola e famiglie, così duramente messo alla prova negli ultimi anni, è per noi il presupposto principale per il benessere dei ragazzi che in tutta la loro eterogeneità devono restare i veri protagonisti della scuola».

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