«Gli alberi e gli arbusti che, sotto forma di boscaglie, svettavano sugli argini del fiume Ronco tra Forlì e Ravenna, sono stati finalmente tagliati. Restano però le cataste di tronchi ammassate lungo gli argini. Potrebbero essere fonte eventuale di ulteriori disastri in caso di nuove piene. Anche stavolta i lavori, commissionati dalla Regione, non sono stati compiuti al meglio», segnala Alvaro Ancisi capogruppo di Lista per Ravenna.
Oltre ai tronchi, Ancisi segnala il problema dei cedimenti lungo gli argini. La frana più inquietante è visibile proprio alle porte di Ravenna poco prima dell’incrocio tra la Ravegnana e la statale Adriatica, in corrispondenza del ponte sul fiume Ronco, che attraversa la tangenziale Classicana.
Ancisi ha parlato con il dott. Claudio Miccoli – geologo per 41 anni nella Regione Emilia-Romagna. «I cedimenti richiedono interventi immediati, soprattutto perché rischiano di abbattersi, a fianco del fiume, sulla statale Ravegnana ad ovest e su via Argine Destro del Ronco ad est.
Sulla frana alle porte di Ravenna, Miccoli ha commentato: «Con ogni probabilità, si è sviluppata a seguito non soltanto dell’alluvione del maggio 2023, ma anche dei lavori di disboscamento, dopo i quali è stata lasciata una scarpata troppo ripida, incompatibile, per la sua stabilità, con le caratteristiche dei terreni presenti. La stessa situazione si rivelerebbe adesso anche dietro la massa franata, producendo un ulteriore e più alto rischio quando la prossima piena asporterà i terreni ora posti ai piedi della scarpata».
Ancisi rincara: «Desta molta preoccupazione che tale fenomeno non sia stato immediatamente oggetto di intervento, considerando che, in occasione dell’eventuale nuovo evento alluvionale, l’evoluzione della frana potrebbe interessare anche la Ravegnana, con tutti i comprensibili rischi sia idrogeologici, che di incolumità delle persone, che di interruzione della circolazione stradale sull’unico collegamento diretto esistente tra Ravenna e Forlì».
«Allarma lo spettacolo offerto dalle sponde del fiume, che, messe a nudo dopo essere state disboscate, rivelano numerosi e preoccupanti movimenti franosi. Alcuni smottamenti si sono avuti nel maggio alluvionale scorso a Coccolia, ma il rischio che se ne abbiano altri, complice anche la subsidenza, si è largamente esteso», dice Ancisi.
«Chiedo pertanto al sindaco se intende attivarsi presso la Regione affinché provveda immediatamente a sgombrare il fiume Ronco dagli ammassi di tronchi e ramaglie lasciati a terra dopo il loro disboscamento, nonché a produrre con urgenza gli interventi utili per metterne in sicurezza i tratti arginali pericolosamente franati».
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