“Come asfalto sui prati” di Stefano Mazzesi

In questo racconto, il conduttore radiofonico - detective creato dall'autore - affronta la sua prima esperienza nel mondo del thriller e della radio, un pezzo di vita che non poteva non essere raccontato

Un mistero perfetto che profuma di estate, da divorare sotto l’ombrellone: questo è ciò che vi attende nel nuovo romanzo di Stefano Mazzesi, “Come Asfalto sui Prati” (Clown Bianco). Ravenna e le strade d’Europa fanno da sfondo a un noir ben congegnato, capace di tenere il lettore per ore incollato alle pagine.

Protagonista dell’opera è il già conosciuto Michele Rio, attore principale in altre opere di Mazzesi come “Mare bianco” e “Cuore di Polvere”. La storia è ambientata durante l’adolescenza del ragazzo, quando ancora si trovava a fronteggiare la sua prima esperienza radio con il suo amico Claudio.

In questo racconto, il conduttore radiofonico – detective creato dall’autore affronta la sua prima esperienza nel mondo del thriller e della radio, un pezzo di vita che non poteva non essere raccontato e che rappresenta la scintilla primigenia alla base della creatura letteraria di Mazzesi.

La nascita di Michele Rio

Tutto ha inizio il giorno dopo il sedicesimo compleanno del giovane Michele, in questa occasione, la madre sparisce. Il suo corpo verrà ritrovato massacrato, in una stazione di servizio vicino Genova. Da questo momento i misteri, i dubbi e le strazianti domande assilleranno la famiglia Rio. Cosa ci faceva lì? Perché? Chi le ha fatto questo?

La storia è molto più macabra di quanto si possa immaginare inizialmente. A celarsi nell’ombra è qualcosa di oscuro e terribile che porta dolore e devastazione per le strade d’Europa, senza essere visto.

Carbone ardente della trama una lunga serie di bugie. Le bugie della madre e dei suoi appuntamenti segreti. Le bugie del padre e della sua seconda vita. Le bugie di Claudio che segneranno la storia di un’amicizia e della sua vita. Alla fine del testo ci si ritrova a chiedersi se la verità avrebbe potuto evitare la catastrofe a cui si è giunti o se, le tragedie, in realtà seguono sempre il loro corso, indipendentemente dalle scelte.

Un dramma che vive il suo inizio e la sua fine in un’estate, una stagione che cambierà la vita di Michele per sempre, in cui si innamorerà per la prima volta e in cui viaggerà l’Europa accompagnato dalla musica, filo conduttore della storia, con una canzone diversa per ogni capitolo. Un rito di passaggio verso l’età adulta in cui si troverà costretto a dire addio al passato, anche se con tristezza, per abbracciare un nuovo Michele, un nuovo inizio che lo renderà il Rio che abbiamo ormai imparato a conoscere.

La Ravenna del 1985 e la Formula 1

Ravenna è un punto caldo della storia, con i suoi trabucchi, il suo mare, i bagni e l’estate afosa. La Ravenna del 1985, che ad oggi sembra molto vicina ma allo stesso tempo incredibilmente lontana, schiacciata dal peso della droga che, allora, affliggeva le vie della città:

Pedalai senza meta per un pezzo e alla fine mi ritrovai in piazza San Francesco. Da anni ormai la “piazzetta” era il ritrovo degli eroinomani della città, tristemente nota a causa della spaventosa incidenza di morti per overdose che aveva fatto diventare di Ravenna un caso nazionale.

“Come asfalto sui prati” di Stefano Mazzesi

Interessante anche la scelta del dietro le quinte del 36esimo campionato di Formula 1 in cui si muovono Michele e Raul, le dinamiche del Backstage, dell’organizzazione e dell’immensa macchina che si cela dietro le tanto amate 4 ruote che da sempre rappresentano la Regione.

Le donne di Mazzesi

Una lezione speciale in questa storia è rivolta alle donne. Alle donne abbattute nello spirito e nel fisico, alle donne che non hanno la forza di sollevarsi da sole e a quelle che hanno la forza di cambiare e di dare una svolta alla propria vita. A tutte quelle donne che subiscono violenza e non si piegano e a tutte quelle che attendono un tempo lunghissimo prima di trovare il proprio riscatto. Tutte le donne di Mazzesi hanno qualcosa da insegnare, nel bene e nel male: non tutto nella vita ha un lieto fine, bisogna imparare a dire basta, ad andare oltre, a provare la vita tanto desiderata, perché non farlo è come morire dentro.

Tuo padre è una brava persona e ci vuole un gran bene. A volte può esagerare, ma lo fa per dimostrarci il suo affetto. I maschi sono fatti così, presto te ne renderai conto anche tu. E poi ricordati questo: quando un uomo picchia la sua donna significa che farebbe qualsiasi cosa per lei. Significa che la ama veramente

“Come asfalto sui prati” di Stefano Mazzesi

Menzione d’onore a Raul

Ad accompagnare in questa ricerca la famiglia Rio: Raul, un camionista dalle spalle cariche di esperienza, rude all’impatto, e dal passato straziante, ma dall’animo dolce e l’affetto smisurato accompagnato dal suo piccolo cane Seghino, insostituibile compagno di viaggio e di vita. Raul è quell’amico perso, quel padre mancato, che ogni giovane uomo cerca disperatamente durante la propria crescita e che tanto bene si incastra in questa storia di crescita e riscatto.

Avrei voluto piangere ma mi mancava l’aria, mi sentivo soffocare. Guardavo attorno senza vedere nulla, senza neppure rendermi conto dove mi trovassi e chi fossero quelle persone davanti a me. Poi Raul mi abbracciò e ogni cosa tornò al suo posto. Restammo abbracciati a lungo, stringendoci forte. Raul era lì, era vivo, assorbivo la sua energia come un seme assorbe la pioggia dopo mesi di siccità. Raul non poteva morire, io non volevo. Lui ci sarebbe stato per sempre

“Come asfalto sui prati” di Stefano Mazzesi

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