Fondamentale ai fini dell’aggiudicazione si era rivelato il più alto ribasso sull’offerta economica da parte della società toscana (meno 20% a fronte di un ribasso minimo dello 0,1% di Ravenna Incoming), che aveva portato all’assegnazione con un punteggio totale di 80,625 punti contro i 79,226 di Ravenna Incoming, malgrado l’offerta tecnica premiasse Ravenna Incoming (con un punteggio di 79,1 contro il 60,62 dei contendenti). In palio, un servizio della durata di 3 anni con eventuale proroga di altri 2 anni per un importo complessivo di 1,5 milioni di euro.
Nell’ordinanza emessa, il Tribunale Amministrativo Regionale ordina che: «La dirigente del Servizio Turismo del Comune di Ravenna rilasci alla parte ricorrente la documentazione richiesta (offerta tecnica della contro interessata) entro il termine di 15 giorni dalla data di comunicazione o di notificazione della presente ordinanza». Inoltre: «Condanna l’amministrazione resistente e la contro interessata a corrispondere alla parte ricorrente, in solido tra loro, le spese della presente fase che si liquidano in 2 mila euro oltre agli oneri di legge». Viene poi fissata al prossimo 6 dicembre l’udienza per la discussione del merito della causa.
Da questo consegue che il Comune dovrà prorogare il contratto in essere e lasciare la gestione degli IAT in mano a Ravenna Incoming sino alla fine di dicembre e non più settembre, proprio per consentire di fare ulteriore luce sulla vicenda. Al momento i dipendenti sono salvi. In sintesi, il Tar ha condiviso le ragioni di Ravenna Incoming e il diritto alla piena conoscenza della proposta tecnica dell’impresa vincitrice, anche in quelle parti presentate in forma parzialmente oscurata.
Questo perché, «nel caso di specie, non affiora la sussistenza di un segreto tecnico o commerciale, cioè di un quid rispetto alla mera “riservatezza” della documentazione oggetto dell’accesso idonea a escludere, ove motivata e comprovata, l’esercizio del diritto di accesso». Il Tar inoltre, si legge sempre dall’ordinanza, ritiene che la società toscana “non abbia prodotto, in allegato all’offerta tecnica, gli accordi di partenariato sottoscritti con realtà operanti nell’ambito della promozione turistica di Ravenna”.
Soddisfatti al momento i partiti dell’opposizione che, nei giorni scorsi, avevano fortemente caldeggiato la riunione della commissione turismo per parlare dei criteri del bando e delle competenze dei commissari chiamati a giudicare. «Siamo sorpresi – commenta Nicola Grandi per Viva Ravenna –, perché ci aspettavamo al massimo una sospensiva ‘secca’, invece il Tar si è spinto oltre imponendo alla dirigente del Servizio Turismo di rilasciare la documentazione richiesta e affermando che non vi siano motivi per ‘secretare’ parte dei documenti. Ora si giocherà a carte scoperte, tutto può ancora succedere. Noi speriamo che si faccia chiarezza sulle tante stranezze accadute. Personalmente un tale ostracismo non l’avevo mai visto in vent’anni di attività politica. Basti pensare al fatto che non ci sia stata data la possibilità di discutere in commissione turismo. Su questo presenteremo un esposto alla Prefettura. Poi non è detto che qualcuno non si rivolga alla Procura, ma è tutto da valutare, così come per la commissione d’inchiesta. C’è da decidere se aspettare o meno la data del 6 dicembre».
«Sulla questione andremo fino in fondo – aggiunge Veronica Verlicchi, capogruppo La Pigna, Città-Forese-Lidi –. E dopo il pronunciamento del Tar siamo ancora più convinti. Sono troppi gli eventi che denotano un chiaro intendimento da parte dell’amministrazione comunale a non voler fare trasparire alcunché su un appalto che evidentemente porta con sé diverse ombre. Su questa vicenda, abbiamo tutti l’intenzione insieme ai diversi gruppi di opposizione, di far emergere tutta la verità così come le eventuali responsabilità amministrative».
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