Autovelox a Ravenna. Rimborsi per chi ha il domicilio digitale, ma gli arriva la multa a casa

Secondo Alvaro Ancisi, il problema è che i rimborsi sono a carico del Comune, cioè dei cittadini stessi

Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, torna sui problemi relativi ai nuovi autovelox a Ravenna, cioè quelli di Mezzano, sulla via Reale, e di via Bellucci. Tutti i cittadini con domicilio digitale hanno diritto al rimborso di 12,80 euro per ogni verbale arrivato via Posta. Il problema è, secondo Ancisi, che quei soldi li deve pagare il Comune, cioè i cittadini stessi.

I cittadini con domicilio digitale hanno diritto al rimborso di 12,80 euro se la multa arriva per posta

«Per quanto riguarda le multe recapitate con la posta alla casa dei cittadini aventi un domicilio digitale (INAD) presso l’Agenzia pubblica per l’Italia digitale (AGID), il Comune –  secondo la risposta dell’assessora Molducci – è obbligato per legge a restituire i 12,80 euro aggiunti a ciascun verbale per le illecite spese postali. Il primo a chiederlo, non appena ricevuto il verbale sbagliato, è stato l’ing. Riccardo Merendi».

Il rimborso riguarda anche chi ha ricevuto più verbali. Chiunque, in possesso di INAD, può chiederlo per tutti i verbali ricevuti via Posta dopo il 6 luglio 2023, quando è entrata in vigore la legge.

«È il caso di L.V. – racconta Ancisi – che, avendo pagato quattro verbali nel giro di poche settimane, ha ricevuto questa risposta. “Le alleghiamo il modulo per la richiesta di rimborso per l’eccedenza versate per le spese di notifica. Potrà chiedere il rimborso (€ 51,20) […]”. Il modulo è da inviare a Ravenna Entrate, a cui la Polizia Locale ha affidato l’intera gestione delle riscossioni».

«Il fatto grave – commenta Ancisi – è però che i 12,80 euro per chissà quanti verbali contestati di cui è lecito ottenere il rimborso non sono affatto “stornati”, come ha detto l’assessora, giacché per le Poste è il prezzo di un servizio svolto. Sono somme a carico indebito del bilancio comunale, cioè di tutti i cittadini. Meglio farla finita. Altrimenti, dovrà occuparsene la Procura della Repubblica».

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