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Addio a Piero Angela, due volte premio Guidarello a Ravenna. I ricordi e i suoi insegnamenti

Se n’è andato in punta di piedi, da vero signore qual è sempre stato, il più grande divulgatore scientifico italiano, Piero Angela, all’età di 93 anni. A darne notizia in maniera sobria, il figlio Alberto sulla sua Pagina Facebook e sugli altri profili social: «Buon viaggio papà». Nato a Torino nel 1928, Angela aveva iniziato la sua carriera giornalistica in Rai come cronista radiofonico, diventando poi inviato e conduttore del tg. La sua grande popolarità è correlata ai suoi programmi di divulgazione scientifica, da “Quark” a “Superquark”, per citare i due più famosi, oltre che ai numerosi libri scritti.

 

Di recente, aveva scritto le seguenti parole che oggi sono ancora più significative: «Sento che il conto alla rovescia va avanti, ma bisogna solo accettare quella che è la vita. Abbiamo una possibilità su miliardi di nascere, e dobbiamo esser felici di aver vissuto, siamo stati fortunatissimi. E quindi va anche accettato che, ad un certo punto, il biglietto sia scaduto. Da quando ho compiuto 90 anni mi chiedono cosa penso della morte. Penso che la morte sia una grande scocciatura. È una mancanza di vita. Se ci pensate noi moriamo ogni notte quando ci addormentiamo. La sofferenza, soprattutto fisica, ma anche psicologica, è la cosa che può turbare.

Ognuno di noi si augura una buona morte. Penso sempre a un detto di Leonardo Da Vinci:

“Così come una buona giornata porta a un buon dormire, così una vita spesa bene porta a un buon morire”».

 

Il legame del grande divulgatore scientifico con Ravenna? Angela è venuto spesso nell’ex capitale bizantina dove, fra l’altro, ha ricevuto per ben due volte il premio Guidarello: la prima volta nel 1990 e la seconda nel 2013. Il figlio Alberto, che da tempo ne sta seguendo le orme, lo ha vinto nel 2017. Molteplici sono le puntate delle sue trasmissioni dedicate a Ravenna. A salutarlo con un messaggio su Facebook, il sindaco Michele de Pascale: «L’Italia piange l’uomo che più di chiunque altro, nel dopoguerra, ha contribuito alla diffusione dell’amore per la conoscenza e in particolare per la scienza. Simbolo anche di quanto importante sia il ruolo sociale e democratico di un giornalismo di qualità. Non dimenticherò mai le serate da bambino sul divano di casa con gli occhi e le orecchie protese verso la TV per imparare e per crescere. Grazie di cuore a Piero Angela per la sua vita a servizio del nostro paese».

 

Sorprendente il ricordo dello scrittore e giornalista Matteo Cavezzali: «Quando Piero Angela venne a Ravenna, molti anni fa, mi chiese di accompagnarlo al mausoleo di Galla Placidia. Rimase assorto in silenzio a osservare il mosaico del cielo stellato per diversi minuti. Pensai che stesse meditando sul senso dell’esistenza, abbagliato da tanta bellezza, e poi disse: “Duecentoquindicimila”.  Non capendo, gli chiesi: “Cosa?”. E lui: “Stavo contando le tessere di mosaico”. Un mito».

 

Ed ecco l’ultimo insegnamento lasciato da Piero Angela prima di morire, un messaggio ai suoi telespettatori che è stato pubblicato postumo sulla pagina Facebook di “Superquark”: «Cari amici – ha scritto – mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia. È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio».

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