10 consigli per vivere la spiaggia in sicurezza

Un piccolo compendio per non dimenticare i rischi della spiaggia e trascorrere una giornata di divertimento e relax al mare senza mettere in pericolo se stessi

La stagione balneare nella riviera romagnola è iniziata, e come ogni anno, è importante ricordare come ci si deve comportare in spiaggia e in mare, affinché episodi spiacevoli possano accadere sempre meno e si riesca a godere del mare in maniera spensierata, ma consapevole! Ecco quindi 10 consigli per vivere la spiaggia in sicurezza.

1 Proteggere la pelle

Il miglior trattamento è la prevenzione. Le creme solari proteggono la pelle dai danni causati dai raggi solari. Applicandole nel modo corretto, non solo si previene il rischio di scottature, ma anche un probabile invecchiamento precoce della pelle che l’esposizione al sole comporta. Bisogna ricordarsi di riapplicare la protezione solare ogni due ore quando si è all’aperto, soprattutto se si nuota o si suda.

2 Restare idratati nel modo corretto

Può capitare a tutti qualche volta, mentre i fa il bagno, di ingerire acqua di mare. Ecco, quest’ultima se bevuta, provoca disidratazione a causa dell’elevata quantità di sali in essa disciolti. Inoltre, come è ben noto, l’intenso caldo e l’esposizione solare incidono molto sulla sudorazione e sulla perdita di liquidi. È fondamentale, quindi, rimanere idratati, ma nel modo corretto.

La miglior bevanda in spiaggia è l’acqua, possibilmente non ghiacciata per evitare una congestione! Il caffè o tè, anche se bevuti freddi, sono bevande che tendono a essere diuretiche e non soddisfano il bisogno di idratazione, per questo bisognerebbe ridurne il consumo. Una bella birra ghiacciata in spiaggia è il connubio perfetto, si sa; tuttavia, anche le bevande alcoliche andrebbero limitate, in quanto comportano vasodilatazione e aumentano il senso della sete.

3 Aspettare prima di tuffarsi in acqua dopo i pasti

Per ridurre il rischio di congestione bisognerebbe aspettare almeno 3 ore prima di entrare in acqua dopo aver mangiato. C’è anche chi dice quattro o due, dipende da cosa e quanto si è ingerito e da che tipo di bagno si vuole fare.

4 Non raccogliere oggetti pericolosi dalla sabbia

Purtroppo, la sabbia nasconde un gran numero di oggetti quali siringhe, vetri o altri oggetti taglienti. In questi casi non bisogna raccoglierli autonomamente, ma è necessario avvisare il bagnino che se ne occuperà nel modo corretto. La puntura accidentale di un bambino con ago di siringa abbandonata rappresenta una causa di forte preoccupazione per i genitori, perché percepita come rischio di infezione da virus.

In realtà, come spiega in un articolo il dott. Antonino Reale dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, «Contrarre infezioni in seguito a una puntura d’ago è molto improbabile, principalmente perché la puntura non si verifica quasi mai immediatamente dopo l’utilizzo dell’ago […] la maggior parte dei virus sopravvive solo per poco tempo a temperatura ambiente e le ferite da puntura d’ago sono spesso solo superficiali». Tuttavia, in caso di puntura, esistono alcune azioni da svolgere per assicurarsi dalla salute del bambino.

5 Se non si sa nuotare, non rischiare

Chi non sa nuotare non dovrebbe superare il punto in cui l’acqua raggiunge la cintura. Inoltre, se si utilizzano materassini, salvagenti o canotti gonfiabili non bisogna allontanarsi troppo dalla costa, questo perché la probabilità di essere trasportati al largo dalle correnti diventerebbe molto alta. Soprattutto lungo le coste, i venti cambiano repentinamente la direzione e la forza delle correnti che sono considerate uno dei maggiori pericoli da affrontare quando si nuota in mare.

In caso ci si trovasse intrappolati, è bene cercare di mantenere la calma e nuotare in senso perpendicolare rispetto alla riva; non provare mai a nuotare controcorrente, sarebbe uno spreco di energie inutile.

6 Controllare le bandiere di sicurezza e le maniche a vento

Un indizio sulla direzione delle correnti lo danno anche le maniche a vento. Esse mostrano quando il vento soffia in direzione terra-mare, ovvero quando il pericolo di essere spinti verso il mare aperto è particolarmente alto. Inoltre, tutti sanno dell’esistenza delle bandiere di sicurezza in spiaggia, ma ogni tanto è giusto ricordarne i rispettivi significati. Bandiera bianca significa che è possibile entrare in acqua perché le condizioni meteo sono ottimali ed è presente anche il bagnino. Bandiera gialla significa attenzione, ci sono potenziali situazioni di pericolo ed è necessario informarsi bene con il bagnino se si vuole fare il bagno. Bandiera rossa è vietato entrare in acqua! La bandiera bianca insieme a quella rossa vengono invece esposte durante l’orario di pausa pranzo, quando l’affluenza dei bagnanti diminuisce e il servizio di sorveglianza viene limitato.

7 Non esagerare con lo sforzo fisico

Anche i nuotatori esperti non sono esenti da pericoli. Fare il bagno in mare è più pericoloso di quanto lo sia in acque dolci. È importante ascoltare il proprio corpo e, se si avvertono fastidi o dolori che normalmente non si hanno, è meglio restare dove si tocca. Anche se si è un buon nuotatore, meglio risparmiare le energie: trovarsi in mare aperto senza forze, soprattutto in zone dove non si tocca, può rivelarsi molto pericoloso.

8 Puntura di tracina (pesce ragno): cosa fare

La tracina, chiamata più comunemente pesce ragno, con i suoi aculei sul dorso può causare punture molto fastidiose. Nel caso di puntura esistono alcuni accorgimenti per alleviare il fastidio. Il più utilizzato consiste nell’immergere la zona interessata, solitamente il piede, in una bacinella con acqua calda, non importa se dolce o salata. In caso dovessero apparire altri sintomi a distanza di qualche ora dalla puntura sarebbe meglio rivolgersi a un medico.

9 Puntura di medusa: cosa fare e cosa non fare

Se si entra in contatto con una medusa e non si riesce a evitarne la puntura, esistono alcuni accorgimenti per alleviare il dolore. Innanzitutto, bisogna uscire dall’acqua lentamente e per quanto possibile, senza agitarsi. In seguito, si consiglia di sciacquare la parte colpita con dell’acqua salata, che diluisce le tossine rilasciate dai tentacoli non ancora penetrate nella pelle.

Bisognerebbe invece, evitare l’acqua dolce, perché potrebbe favorire la rottura delle strutture urticanti che le meduse usano per difendersi rimaste ancora sulla pelle e aumentare quindi il dolore. Successivamente, se sulla pelle sono rimaste tracce di tentacoli è necessario rimuoverli, perché finché rimangono a contatto con la pelle continueranno a rilasciare veleno. Per farlo si può usare una tessera rigida come, ad esempio, una carta di credito. Se si presentano altri disturbi è bene cercare un intervento medico.

10 Cosa fare in caso di emergenza in mare?

Chi sta affogando, non è in grado di chiamare i soccorsi. Se si vede un bagnante in difficoltà, non buttarsi subito in acqua se non si è esperti, soprattutto non da solo. È invece preferibile cercare aiuto attirando l’attenzione degli altri bagnanti e chiamando il bagnino.


Eleonora Macchini

Eleonora Macchini è nata e cresciuta a Ravenna, attualmente è iscritta al corso di laurea triennale in Comunicazione d’impresa e Relazioni Pubbliche alla IULM di Milano. 

L’interesse per la scrittura l’ha sempre accompagnato e negli ultimi anni ha avuto alcune opportunità che le hanno permesso di mettersi alla prova come articolista, attività che porta avanti con passione nel suo tempo libero.

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