Primo Maggio: festa dei lavoratori, e cosa c’è di meglio se non leggere un bel libro all’aria aperta per festeggiarla? Qualcosa di leggero e scorrevole per trascorrere la giornata fra una grigliata e una chiacchierata fra amici. Magari un libro di racconti come “Vite al lavoro” (Edizioni Artestampa), un progetto realizzato dall’azienda Emiliana W Training, che si occupa di formazione, finanza agevolata e ricerca di fondi europei e che, fin dagli albori, ha sempre messo il benessere e la collaborazione dei dipendenti al centro del proprio progetto di sviluppo.
Gli autori in erba, tutti dipendenti del gruppo, hanno dato vita alla fase embrionale di questo libro durante una “gita” al Labirinto della Masone a Fontanellato lo scorso settembre. La giornata si è conclusa con un percorso di scrittura creativa, guidato da Luigi Ballerini, ex-manager, critico di serie tv, orientatore e autore di romanzi.
Il tema cardine? ovviamente il lavoro, con tutte le sue sfaccettature e le sue ripercussioni sulla vita di ogni giorno. Nessun limite alla fantasia: c’è chi ha scritto un testo fantasy come ha fatto Chiara Scagliarini ne “Il sacro Omicidio”; chi ha messo in scena un giallo ambientato sul luogo di lavoro come in “Non è come sembra” di Giulia Gavazzoli; chi, con ironia, ha messo nero su bianco il viaggio frenetico di prima mattina verso il lavoro come ha fatto nel suo racconto “In viaggio verso il lavoro” Giulia Mazzola; chi ha raccontato dell’evoluzione del mondo del lavoro come ha fatto Dario Vascellaro in “Algoritmi d’inchiostro”, e chi ha parlato dell’ultimo agognato giorno di lavoro prima della pensione come Davide Filieri in “Ritardi e ricordi”. Decine di facce dello stesso soggetto in cui è possibili rispecchiarsi, anche più di una volta.
Due menzioni d’onore a Silvia Scorrano con “E INVECE.” e al racconto di apertura “Una dasa” di Fiorenza Alberti. Il primo per una narrazione dei fatti dello scorso 14 settembre al labirinto, dal tocco personale e unico, di una penna dall’animo di scrittrice che nella storia ha messo, non solo il suo lavoro, ma anche se stessa.
Sono entrata in azienda a settembre di dieci anni fa, un lunedì. Oscillavo tra l’ingenuità tipica di chi ha appena terminato gli studi senza aver mai applicato sul campo quanto appreso e la presunzione tipica di chi è appena uscita dall’Università e si sente all’apice del sapere. Inutile dire che c’è voluto molto poco per farmi ruzzolare giù dall’apice e crepare quell’armatura di ingenuità e presunzione
“E INVECE.” di Silvia Scorrano in “Vite a lavoro”
“Una dasa” è un racconto da cuore dispotico, che forse di dispotico ha ben poco, sotto forma di indagine. Una critica allo sfruttamento lavorativo, quello che calpesta i diritti umani e che uccide anima e corpo. Un racconto di appena 8 pagine che colpisce nei punti giusti.
Non so a cosa servono queste cose, le scarpe e le borse. Sumatra, che dorme di fianco a me, dice che fuori da qui se le mettono ai piedi, ma noi non sappiamo cosa c’è fuori da qui perchè siamo nate nella fabbrica e non siamo mai uscite
“Una dasa” di Fiorenza Alberti in “Vite a lavoro”
Il progetto di W Training si è rivelato un successo, dalla creazione alla fase di editing, tutto è stato realizzato per mano dei dipendenti dell’azienda, favorendo la collaborazione fra colleghi e valorizzando le qualità dei singoli e del gruppo. Un libro che anche con la sua sola creazione, indipendentemente dal contenuto, sottolinea che l’importanza di un’ambiente lavorativo sano è la base per lo sviluppo di dipendenti felici e produttivi. Buona festa dei lavoratori!
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