Verlicchi (La Pigna): «De Pascale sapeva fin dall’inizio. La vicenda poteva risolversi 1 anno fa»

L'excursus sull'affaire Ortazzo-Ortazzino, un'analisi, passo dopo passo, di come sono andati i fatti e di chi era a conoscenza della vicenda

«Ortazzo-Ortazzino: enormi responsabilità del sindaco Michele de Pascale». Si riassume così la dura posizione della lista civica La Pigna che oggi, mercoledì 15 novembre, ha tenuto una conferenza stampa sul tema da diversi mesi. E proprio a ridosso dell’appuntamento, il Comune di Ravenna e la Regione Emilia Romagna hanno comunicato l’acquisto delle aree di Ortazzo e Ortazzino. Un’operazione da 437 mila euro che permetterà così all’Ente Parco di poter esercitare il diritto di prelazione sulle aree A e B, di cui 255mila euro già stanziati dalla Regione, 95mila dal Comune di Ravenna e 87mila dall’Ente Parco. L’area C al momento non pervenuta, e su di essa si concentrano diverse crititiche.

La notizia di acquisto arriva a sorpresa, proprio a ridosso della conferenza che ha ripercorso i vari passaggi della vicenda per sottolineare «le varie inadempienze da parte del sindaco e della maggioranza che, fino ad oggi, sembravano porsi con indifferenza al possibile acquisto dell’are da parte della Cpi Real Estate Italy srl alla Società Agricola Gobbino srl».

I passaggi salienti della vendita di Ortazzo-Ortazzino

Eppure l’affaire Ortazzo – Ortazzino ha una lunga storia alle spalle. Già nel 2020 si era dibattuto a riguardo, quando in Comune era stato stabilito lo stanziamento di 514.400 euro nel Bilancio di Previsione 2021 per l’acquisto dell’area non utilizzato e poi non confermato.

Salto temporale al 2022 quando, il fatidico 25 ottobre, il direttore dell’ente Parco Delta del Po Massimiliano Costa, manda all'”Assessorato regionale alla montagna, aree interne, programmazione territoriale” e per conoscenza alla Provincia e al Comune di Ravenna, una comunicazione con la quale chiede di finanziare in via straordinaria l’investimento per acquisire l’Ortazzo-Ortazzino.

«C’erano 2 mesi di tempo, fino al 19 gennaio 2023, per garantire o sostenere economicamente il Parco – spiega la capogruppo della “Lista Civica La Pigna” Veronica Verlicchi – ma non è stato fatto nulla. Il Sindaco sapeva della vendita dell’Ortazzo-Ortazzino alla società CPI Real Estate Italy srl».

Il fatto che il Sindaco fosse al corrente della situazione emerge anche da altri importanti elementi come una riunione, del 30 gennaio 2022, con il Parco Delta del Po, di cui non si conoscono decisioni e partecipanti. O dalla corrispondenza intercorsa dal 7 novembre 2022 in poi fra la Cassa Depositi e Prestiti e l’Ente Parco Delta del Po.

«Michele de Pascale è membro in rappresentanza dell’Unione Province Italiane – spiega la Verlicchi – di cui è Presidente Nazionale del consiglio della gestione separata di Cassa Depositi e Prestiti, incarico per il quale percepisce ulteriori 35.000 euro all’anno»

Un mancato acquisto al momento giusto

Inoltre, come specificato dalla lista civica La Pigna, agli atti risulta che Ravenna Entrate spa ha comunicato che la Società immobiliare Lido di Classe srl in liquidazione, aveva maturato dal 2013 al 2020 nei confronti del Comune di Ravenna, un debito Imu complessivo di euro 176.600,43 euro. Pagamento avvenuto il 2 febbraio 2023, poco prima del rogito avvenuto il 1 marzo 2023 col quale ha venduto il complesso dell’Ortazzo-Ortazzino alla CPI Real Estate Italy srl. Il debito complessivo Imu relativo agli anni 2021-2023 di euro 40.914 è stato saldato poco dopo il rogito il 20 marzo 2023. 

«Perché in tutto questo tempo il Sindaco de Pascale non ha promosso l’esecuzione per la vendita tramite il Tribunale dell’area Ortazzo-Ortazzino? – continua la Verlicchi -. Inoltre, de Pascale, ha pubblicamente espresso, dopo le critiche da parte delle testate locali del 28 agosto scorso, un’interruzione dei rapporti con la società Immobiliare Lido di Classe srl perché l’area diventò “oggetto di asta pubblica” e “per un Comune partecipare a un’asta pubblica è controproducente”. Non c’è mai stata alcuna asta pubblica! Anzi, – continua la capogruppo – come ha fatto CPI Real Estate Italy srl anche il sindaco de Pascale, dal momento che il Comune era creditore di circa 200.000 euro, poteva contattare la Immobiliare Lido di Classe srl in liquidazione e cercare un’intesa per comprare direttamente l’area dell’Ortazzo-Ortazzino».

«Con il credito di circa 200 mila euro per Imu non versata e 514.400 euro già a Bilancio nel 2021, de Pascale avrebbe avuto tutte le risorse per comprare l’Ortazzo-Ortazzino.- continua la Verlicchi – Un’occasione unica e imperdibile che non si è voluto percorrere intenzionalmente». 

Gli interessi sull’area

Gli avvenimenti successivi hanno fatto parlare molto i giornali e i ravennati in piazza, e oggi a pochi mesi si è raggiunto un rincaro di 480.000 euro, circa 82,76% a favore della CPI Real Estate Italy srl.

Nel mentre, il 7 settembre 2023, a distanza di poco più di 6 mesi dal rogito, la CPI Real Estate Italy srl sottoscrive con la Società Agricola Gobbino srl avente capitale sociale di euro 10.000 e facente parte del gruppo Mazzoni di Tresignano, un contratto preliminare di vendita per la cessione del complesso Ortazzo-Ortazzino. Il valore di cessione dell’area Ortazzo-Ortazzino è di euro 1.060.000 mentre il rogito viene previsto entro e non oltre il 24 marzo 2024. Il giorno 11 settembre 2023 viene notificato dalla Società CPI Real Estate Italy srl all’Ente Parco Delta del Po la comunicazione avente data 9 settembre 2023, per l’eventuale esercizio del diritto di prelazione delle aree del complesso Ortazzo-Ortazzino previste nel contratto preliminare di vendita . La scadenza è prevista il 9 dicembre 2023.

«Quale potrebbe essere l’interesse del gruppo Mazzoni? lo dichiarano loro stessi nel verbale del Comitato Esecutivo del 21 agosto 2023, in cui il Direttore afferma la possibilità di vendita ad aziende agricole che potrebbero richiedere all’UE indennizzi per il mancato reddito agricolo».

Parte delle aree, infatti, sono ancora indicate in catasto come seminative (erano antiche risaie): anche se, in virtù dei vincoli, in quei terreni non è possibile alcuna pratica agricola, nulla toglie che la proprietà, grazie alla non aggiornata classificazione catastale, possa avanzare richiesta di indennizzo allo Stato (lo prevede la UE a favore delle aree tutelate) per l’impossibilità a coltivare; un beneficio (qualora conseguito) che, moltiplicato negli anni, andrebbe a costituire una specie di rendita, costante e non insignificante. Per l’appunto l’area stava per essere venduta ad una Società Agricola, la Società Agricola Gobbino srl.

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