UIL Ravenna: «Sì ai CAU ma si deve intervenire sulla medicina territoriale e assistere gli ospedali»

UIL Ravenna: «l CAU possono migliore l'organizzazione del personale della guardia medica per la gestione della patologia urgente a bassa complessità»

La UIL Ravenna scende in campo ed esprime con l’inizio del 2024 la sua opinione sulle criticità che in questo momento stanno colpendo il mondo della sanità in un comunicato. La UIL di Ravenna approva la creazione dei CAU ma chiede una migliore organizzazione della medicina territoriale e maggiore sostegno agli ospedali pubblici:

«Come ogni anno, durante le festività natalizie e per il concomitante picco delle patologie influenzali, assistiamo a forti criticità della rete ospedaliera nella gestione dell’iperafflusso dei pazienti, soprattutto anziani fragili e con cronicità, ai Pronto Soccorso e nei vari reparti degli ospedali. – spiega la UIL di Ravenna nel suo comunicato – Questa situazione, dovuta al picco delle patologie influenzali e ora anche COVID, è sicuramente aggravata dalla coincidente lunga assenza dei Medici di medicina generale per i tanti giorni di festa.»

«Recentemente la Regione Emilia Romagna ha messo in campo una riforma della rete dell’emergenza-urgenza con la creazione dei CAU (Centri di Assistenza e Urgenza) che possono determinare, a nostro parere, una migliore organizzazione del personale della guardia medica per la gestione della patologia urgente a bassa complessità, i cosiddetti codici bianchi e verdi, al fine di cercare di diminuire l’iperafflusso nei reparti di Pronto Soccorso ospedalieri. Pur essendo ancora in una fase di transizione, – continua la UIL – i risultati iniziali non sembrano molto soddisfacenti e leggiamo tante lamentele dei cittadini e strumentalizzazioni di chi preferirebbe continuare a svolgere il proprio lavoro da libero professionista, esente da qualunque riorganizzazione, in un contesto di palese criticità che consiglierebbe prioritariamente la concentrazione di tutti i professionisti nei punti di erogazione diretta di prestazioni e visite; per questo non ci convincono posizioni tendenti alla difesa della guardia medica così come oggi è organizzata.»

«I CAU a regime possono dare una risposta assistenziale alle patologie urgenti di bassa complessità, lasciando che la patologia acuta grave, tempo dipendente, possa trovare sempre adeguate e celeri risposte nella rete ospedaliera. Il vero problema, quello che paralizza e manda puntualmente in crisi i Pronto Soccorso e gli ospedali, rimane quello della gestione della cronicità, dei pazienti anziani e fragili che ancora una volta non viene affrontato. È evidente che non possono essere prioritariamente i CAU né i Pronto Soccorso a dare risposte a questi bisogni ma deve essere la rete assistenziale territoriale (CRA, ospedali e case di comunità, lungodegenze) e soprattutto i Medici di famiglia, dato che – conclude il sindacato – quando un cittadino non trova le giuste risposte in queste strutture ovviamente si riverserà nei PS e ora anche nei CAU, che sono nati e strutturati per una mission totalmente diversa.»

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