Tra prefetto e sindaco scontro sulla Ravenna al buio

A memoria non ricordiamo un contrasto così forte tra istituzioni.

Coperto dal buio profondo della città, coi lampioni spenti, cova a Ravenna un bel contrasto tra istituzioni. E il tema della contesa è proprio la decisione di spegnerli quei lampioni, per risparmiare sulla bolletta della luce del Comune. Lo si evince, a saper leggere tra le righe, nella risposta fornita dal prefetto al gruppo consiliare de La Pigna che si era rivolta al rappresentante del Governo proprio sul tema lampioni spenti-sicurezza.
Dopo aver ribadito che, in più occasioni, Prefettura e organi di Polizia avevano raccomandato che l’esigenza dei risparmi fosse accompagnata anche da quella della “tutela della sicurezza pubblica e di salvaguardia e di un’ordinata e regolare circolazione stradale”, Castrese De Rosa scrive testualmente: “Su tali scelte, ferma restando l’autonomia degli organi di governo locale, non si è mancato di manifestare perplessità sia da parte dello scrivente che da parte dei vertici delle forze di Polizia territoriali, per le eventuali ripercussioni sulla sicurezza in generale, e di quella percepita in particolare”.

 

Ossia: hanno fatto tutto da soli. Noi avevamo fatto le nostre valutazioni e avanzato le nostre raccomandazioni, ma non siamo stati ascoltati. Parole forti. Molto forti se a pronunciarle è un Prefetto, per il ruolo che ricopre e per le responsabilità che a lui fanno capo.

Parole che indicano da un lato l’irritazione che la vicenda suscita nel Palazzo del Governo, dall’altro la contrarietà per un provvedimento, lo spegnimento dell’illuminazione notturna che ogni giorno, anzi ogni notte che passa, suscita sempre più malumori nella cittadinanza.
A memoria non ricordiamo un contrasto così forte, e per di più apertamente (e volutamente?)  rivelato da uno dei due contendenti, tra istituzioni della nostra città. Evidentemente la materia del contendere è più scottante di quel che qualcuno pensava ed è stata certamente sottovalutata.

 

Ma c’è sempre tempo per ravvedersi e per rammendare gli strappi istituzionali prima che diventino troppo grandi.

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