Accompagneranno le letture gli interventi musicali di Stefano Martini.
La passione per la poesia nasce nel giovane Tonino durante la terribile esperienza vissuta nel campo di concentramento di Troisdorf in Germania. Uscito dal campo, incoraggiato dall’amico Gioacchino Strocchi, scrive La farfàla, versi memorabili che tradotti in italiano suonano: “Contento, proprio contento sono stato tante volte nella vita, ma più di tutte, quando mi hanno liberto in Germania che mi sono messo a guardare una farfalla senza la voglia di mangiarla”. Ha poi fatto seguito una produzione letteraria nella quale il poeta narra l’allegoria di un mondo contadino in declino che cede il passo ad una nuova era, quella dell’industria e delle fredde macchine, rimpianto per una cultura definitivamente tramontata: è la stessa denuncia fatta da Pier Paolo Pasolini, tra l’altro scopritore di Guerra.
Poeta e narratore, Tonino ha vissuto i suoi ultimi anni a Pennabilli nelle Marche, centro del Montefeltro che gli ha dedicato la cittadinanza onoraria. Considerato come colui che ha inaugurato la poesia dialettale del secondo Novecento in Romagna, è però riduttivo parlare di Tonino Guerra solo come poeta, perché è stato sceneggiatore con i più grandi registi italiani e stranieri, tra i quali Federico Fellini, ma anche Antonioni, De Sica, Monicelli, i fratelli Taviani, Tarkovskij, Wenders, Angelopoulos.
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