Spadoni (LpR): «Inquinamento? Soluzioni deboli. Non si risolve con interventi tampone»

Nell’ultimo mese in Emilia Romagna è ricorrente il superamento dei livelli consentiti di polveri sottili nell’aria, cioè di inquinamento. Sulla base delle previsioni di Arpae, contenute nel bollettino Liberiamolaria – pubblicato il lunedì, il mercoledì e il venerdì – viene di volta in volta deciso se far entrare in vigore i provvedimenti antismog “aggiuntivi”. Le limitazioni ulteriori per diminuire i livelli di inquinamento sono state attive l’ultima volta l’1 e 2 febbraio. Secondo Gianfranco Spadoni di Lista per Ravenna, questo tipo di gestione non è sufficiente per migliorare la situazione e serve a malapena a “tamponarla” quando il livello di inquinamento diventa critico.

Inquinamento in Emilia Romagna: le soluzioni adottate

«Ormai – inizia Spadoni – è ricorrente il superamento dei livelli massimi di inquinamento atmosferico. Tuttavia la situazione generale non tende a migliorare e gli sforamenti sono diventati ormai una costante. Infatti non si colgono correttivi significativi ma si continua attraverso questi interventi tampone non certo risolutivi ma solo leggermente lenitivi. Anzi, come sempre, si aspetta il raggiungimento delle soglie più critiche per intervenire oltretutto con soluzioni purtroppo molto deboli».

«Le soluzioni adottate – continua – da qualche tempo, infatti, come sempre si ripetono: blocco della circolazione dei diesel, leggero abbassamento delle temperature ambientali nelle abitazioni oltre a qualche altra limitazione. Misure di natura straordinaria per migliorare, per quanto possibile, la qualità dell’aria ma sempre in un’ottica emergenziale».

Le proposte di Lista per Ravenna

«Le cause di questa situazione – prosegue Spadoni – sono davvero tante e certo di non facile soluzione, tuttavia emergono determinate questioni che concorrono sistematicamente a produrre questi dati così allarmanti sotto il profilo ambientale. Come, ad esempio, la consegna delle merci con mezzi alimentati a diesel nel centro urbano rappresenta un grave pericolo di tipo ambientale, cui si aggiunge lo scarso utilizzo dei trasporti pubblici che non disincentiva l’uso delle auto». 

«Sarebbe – conclude Spadoni – anche molto utile, inoltre, che la pubblica amministrazione creasse fondi per incentivare e sostenere i cittadini ad abbandonare i diesel più inquinanti, unte ad azioni e proposte concrete finalizzate all’educazione e alla sostenibilità ambientale. A margine, poi, viene spontanea un’altra riflessione di tipo generale riguardante la cementificazione eccessiva del nostro territorio e la conseguente diminuzione di aree verdi e alberature motivo che comporta il peggioramento della qualità dell’aria».

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