Snam ha concluso l’acquisto del rigassificatore di Ravenna, che arriverà al largo di Punta Marina alla fine del 2024 ed entrerà in funzione all’inizio del 2025. Si tratta della nave BW Singapore venduta a Snam da Bw Lng, la compagnia di trasporto di gas più importante al mondo. Snam, azienda che gestisce la distribuzione di gas in Italia, ha acquistato la nave per 400 milioni di dollari, circa 369 milioni di euro.
«Con la finalizzazione dell’acquisto della BW Singapore – ha commentato l‘Amministratore Delegato di Snam Stefano Venier – Snam compie un altro passo importante per garantire una maggiore sicurezza e diversificazione degli approvvigionamenti energetici dell’Italia, in un contesto globale sfidante e in continua evoluzione. Insieme alla Golar Tundra, la cui messa in esercizio a Piombino è avvenuta a luglio del 2023, le due FSRU consentiranno di portare la capacità di rigassificazione complessiva del Paese dall’attuale 25% a circa il 40% della domanda di gas naturale a livello nazionale».
La nave si trova in Egitto, nella sponda occidentale del Golfo di Suez nel Mar Rosso. Con il passaggio di proprietà, partirà verso un cantiere a Dubai, dove verrà adattata per lavorare a Ravenna. In particolare saranno installate delle caldaie che permetteranno di lavorare in un mare a bassa temperatura, com’è l’Adriatico nella stagione invernale. Da Dubai partirà poi per Ravenna.
La BW Singapore è una FSRU, Floating Storage and Regasification Unit, e si può utilizzare sia come metaniera, cioè per il trasporto di gas liquefatto (GNL), sia come impianto di rigassificazione per la trasformazione del gas da liquefatto allo stato gassoso.
La nave rigassificatrice BW Singapore sarà posta a 8,5 km dalla costa di Punta Marina, in corrispondenza della piattaforma di gas già esistente, e sarà collegata alla rete nazionali attraverso condotte tra terra e mare per circa 30km.
Il cantiere per il rigassificatore a Ravenna è partito a giugno 2023: lo stato di avanzamento dei lavori a terra è al 25%, mentre quello in mare è del 7%. Le attività in mare inizieranno ad aprile 2024 quando saranno installate nuove parti della piattaforma di ormeggi. A luglio sarà posata la condotta sottomarina e a dicembre, con l’arrivo della nave, saranno completati i lavori con una fase di test. Poi a inizio 2025 la nave entrerà in funzione.
Il progetto prevede anche l’installazione di una diga, formata da cassoni prefabbricati da posizionare attorno alla nave rigassificatrice. La sua funzione è quella di permettere alla nave di rigassificare anche con condizioni di mare grosso, favorendo la resistenza alle sollecitazioni. Questa sarà l’ultima fase del progetto e per tutto il 2025 la nave lavorerà a capacità ridotta, cioè quando le condizioni del mare saranno particolarmente agitate, la nave sarà ormeggiata interrompendo le attività.
Saranno più di 100 i fornitori coinvolti in regione, oltre a Rosetti Marino, Saipem e Micoperi. Sono stati assegnati contratti a imprese del ravennate per oltre 300 milioni di euro. Attualmente al progetto stanno lavorando 850 persone, ma diventeranno 1200 al picco di attività. Almeno 60 persone andranno a comporre l’equipaggio della nave, a cui si sommano gli ormeggiatori e tutti i lavoratori del porto.
«In conseguenza della guerra tra Russia e Ucraina – aveva spiegato Stefano Vernier, amministratore delegato di Snam, tre settimane fa a Ravenna –, con il governo, per aumentare la sicurezza nell’approvvigionamento energetico, si è scelto di incrementare la capacità di importazione di gas liquefatto. Questo perché, provenendo da molti paesi nel mondo, consente una flessibilità e diversificazione delle fonti. Ravenna e l’Emilia Romagna sono l’ombelico del sistema energetico italiano, perché da Bologna partono due direttrici verso la Svizzera e l’Austria, è stata una scelta naturale».
«Il rigassificatore – aveva concluso Venier – servirà anche in ottica di transizione energetica. Se è vero che i consumi nei prossimi anni andranno a scendere, non si azzereranno. E poi, essendo una nave, quando non dovesse più servirci, porteremo il rigassificatore da un’altra parte. Con l’obiettivo dell’Italia di arrivare a carbon zero entro il 2050, disporremo di una piattaforma che ci porrà in una condizione privilegiata».
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