Il rigassificatore di Ravenna sarà in funzione all’inizio del 2025. Ora la nave è nel Mar Rosso

Il cantiere è partito a giugno 2023; lo stato di avanzamento dei lavori a terra è al 25%, mentre quello in mare è del 7%

Il rigassificatore di Ravenna, se tutto andrà secondo i piani, entrerà in funzione nel primo trimestre del 2025. Nella Sala del Consiglio del Municipio, in occasione della firma della convenzione sulle mitigazioni e compensazioni del progetto, l’amministratore delegato di Snam Stefano Venier e il direttore operativo Massimo Derchi, insieme al sindaco Michele De Pascale, hanno fatto il punto della situazione.

La nave rigassificatrice BW Singapore sarà posta a 8,5 km dalla costa di Punta Marina, in corrispondenza della piattaforma di gas già esistente, e sarà collegata alla rete nazionali attraverso tubazioni per circa 30km.

Il programma di lavoro

L’ingegnere Derchi ha spiegato che il cantiere è partito a giugno 2023: lo stato di avanzamento dei lavori a terra è al 25%, mentre quello in mare è del 7%. Le attività in mare inizieranno ad aprile 2024 quando saranno installate nuove parti della piattaforma di ormeggi. A luglio sarà posata la condotta sottomarina e a dicembre, con l’arrivo della nave, saranno completati i lavori con una fase di test.

Oggi la nave rigassificatrice BW Singapore, gemella di quella di Piombino, si trova in Egitto, nella sponda occidentale del Golfo di Suez nel Mar Rosso. Nelle prossime settimane, con il passaggio di proprietà, partirà verso un cantiere a Dubai, dove verrà adattata per lavorare a Ravenna. In particolare saranno installate delle caldaie che permetteranno di lavorare in un mare a bassa temperatura, com’è l’Adriatico nella stagione invernale. Da Dubai partirà poi per Ravenna.

Il progetto prevede anche l’installazione di una diga, formata da cassoni prefabbricati da posizionare attorno alla nave rigassificatrice. La sua funzione è quella di permettere alla nave di rigassificare anche con condizioni di mare grosso, favorendo la resistenza alle sollecitazioni. Questa sarà l’ultima fase del progetto e per tutto il 2025 la nave lavorerà a capacità ridotta, cioè quando le condizioni del mare saranno particolarmente agitate, la nave sarà ormeggiata interrompendo le attività.

Saranno più di 100 i fornitori coinvolti in regione, oltre a Rosetti Marino, Saipem e Micoperi. Sono stati assegnati contratti a imprese del ravennate per oltre 300 milioni di euro. Attualmente al progetto stanno lavorando 850 persone, ma diventeranno 1200 al picco di attività. Almeno 60 persone andranno a comporre l’equipaggio della nave, a cui si sommano gli ormeggiatori e tutti i lavoratori del porto.

Rigassificatore: perché proprio a Ravenna? Lo spiega l’amministratore delegato

«In conseguenza della guerra tra Russia e Ucraina – ha commentato l’amministratore delegato di Snam, Stefano Venier -, sono venuti meno quasi 28 miliardi di metricubi di gas che arrivavano dalla Russia, con una riduzione piuttosto drastica. Sul momento si sono utilizzate delle soluzioni contingenti usando le infrastrutture che c’erano già a disposizione, tra cui l’utilizzo della massima capacità degli impianti rigassificatori già esistenti.

«Poi in accordo – continua Venier – con il governo, per aumentare la sicurezza nell’approvvigionamento energetico, si è scelto di incrementare la capacità di importazione di gas liquefatto, perché, provenendo da molti paesi nel mondo, consente una flessibilità e diversificazione delle fonti. Ravenna e l’Emilia Romagna sono l’ombelico del sistema energetico italiano, perché da Bologna partono due direttrici verso la Svizzera e l’Austria. Inoltre a Bologna ci sono le stazioni di stoccaggio e di spinta del gas, nonché in regione alcuni dei maggiori distretti industriali. Certamente nella scelta di Ravenna c’è una ragione di competenze e di affaccio sul mare. A livello di numeri, con i rigassificatori di Ravenna e Piombino, uniti a quelli preesistenti, arriveremo ad avere tra il 35 e il 40% dei consumi derivanti dal gas naturale liquefatto».

«Il rigassificatore – conclude Vernier – servirà anche in ottica di transizione energetica. Se è vero che i consumi nei prossimi anni andranno a scendere, non si azzereranno. E poi, essendo una nave, quando non dovesse più servirci, porteremo il rigassificatore da un’altra parte. Con l’obiettivo dell’Italia di arrivare a carbon zero entro il 2050, disporremo di una piattaforma che ci porrà in una condizione privilegiata».

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