Si è costituito il protettore bulgaro del tentato omicidio della Cava Manzona

Si ipotizza un movente di vendetta, infatti la donna ha dichiarato di aver aiutato un amica ad uscire dal giro della prostituzione

Si è costituito l’uomo che si è macchiato di tentato omicidio ai danni della prostituta bulgara colpita lo scorso 19 maggio sull’Adriatica, alla cava Manzona: è un 31enne Bulgaro domiciliato a Viserba, oggi accusato di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e porto illecito di pistola.

Il Bulgaro, al momento in rientro verso Ravenna dopo essersi spostato all’estero, ha deciso di costituirsi su consiglio del suo avvocato Riccardo Lusi, come dichiarato su Il Resto del Carlino. Anche l’ex moglie dell’uomo è in stato di fermo con obbligo di dimora presso la sua abitazione a Viserba, la donna con ipotesi di favoreggiamento.

Gli avvenimenti del 19 maggio

Secondo le dichiarazioni e la ricostruzione della vicenda, l’uomo, protettore delle lucciole della zona, era alla ricerca di altre due donne, ma ha trovato la giovane. Quella sera, si è fermato con la sua vettura e ha sparato alla giovane seduta su una sedia, mentre lei, prontamente si era coperta sterno e faccia con le braccia. Notando il sangue la donna ha tentato la fuga verso la strada, chiedendo all’uomo che aveva ormai riconosciuto «Perchè mi stai sparando?» Nel mentre dall’auto la voce di un’altra donna incitava il Bulgaro, l’omicidio non è stato portato a termine solo perchè l’uomo aveva finito i colpi.

Il movente

Si ritiene che il movente sia una vendetta nei confronti di alcune giovani ribelli, infatti la giovane prostituta, che per un fortunato caso è stata immediatamente assistita da un’ambulanza di passaggio e operata al Bufalini, ha dichiarato di aver aiutato un amica ad uscire dal giro, accompagnandola per fare denuncia di sfruttamento alla prostituzione.

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