I sindaci della Romagna Faentina lanciano un nuovo appello per la linea ferroviaria Faenza-Marradi, diretto al Generale Figliuolo, commissario straordinario per la ricostruzione post alluvione, tornato in Romagna l’11 gennaio. Riaperta il 27 dicembre dopo 7 mesi, la ferrovia faentina ha subito mostrato la sua fragilità.
I primi viaggi – anche se con qualche ritardo – avevano avuto esito positivo. All’inizio di gennaio, però, ci sono state delle allerte meteo per criticità idrogeologica, per cui è prevista la sospensione dei treni, e i bus sostituivi sono subito andati in tilt. Per questo motivo, i sindaci di Faenza, Marradi, Brisighella e Borgo San Lorenzo chiedono che vengano stanziate delle risorse economiche dedicate alla linea ferroviaria e avviati dei progetti di prevenzione delle frane, per consentire.
«Non è più tempo di tergiversare – esordiscono -; è giunto il momento che tutti si assumano le proprie responsabilità. Come abbiamo più volte sottolineato, le comunità lungo la dorsale appenninica che collega Faenza e Firenze non potranno sopportare a lungo i disagi causati dai danni alla linea ferroviaria Faentina, di vitale importanza per l’economia e la socialità dei nostri territori, provocati da oltre 250 smottamenti durante l’alluvione dello scorso maggio».
«Siamo perfettamente consapevoli – continuano – dell’enorme mole di lavoro in corso per la messa in sicurezza idrogeologica del territorio che coinvolge direttamente i nostri Comuni. Allo stesso tempo, ribadiamo con forza che il ripristino delle infrastrutture viarie e di trasporto deve avere lo stesso grado di priorità. In un contesto di alta mobilità della popolazione, sono in gioco le opportunità messe in campo negli anni per evitare l’indebolimento dei territori interni e la stessa sopravvivenza delle nostre comunità».
«Riteniamo che tali problematiche – affermano -, pur partendo da terreni privati, abbiano un impatto diretto sulla linea ferroviaria, un’infrastruttura preposta a un servizio pubblico; pertanto, vanno considerate al pari di interventi pubblici».
«E a questo punto occorre dirlo chiaramente: ad oggi, nessuno degli enti decisori ha affrontato alla radice la questione. Nei giorni scorsi, il blocco dei treni per l’allertamento del sistema SANF e le gravi lacune nel predisporre un tempestivo ed efficiente servizio di mezzi alternativi ai treni, con enormi disagi a danno degli utenti, studenti e lavoratori in particolare, hanno evidenziato che un ulteriore rinvio degli interventi sulle frane non è più accettabile».
«Dopo sette mesi di chiusura – continuano -, come sindaci, abbiamo espresso soddisfazione per il sistema di allertamento individuato da RFI, capace di prevedere la probabilità di innesco di frane causate da precipitazioni e di interrompere immediatamente la circolazione in caso di pericolo. Questo ha consentito, il 27 dicembre scorso, la riapertura in sicurezza della tratta. Tuttavia, i disagi emersi alla prima interruzione della linea tramite il nuovo sistema dimostrano che la soluzione adottata non è sufficiente a garantire la continuità del servizio con un minimo di funzionalità».
«Le risposte giunte da RFI confermano che eventuali ulteriori correttivi non potranno in ogni caso evitare che il servizio di trasporto Faenza – Firenze rimanga a tempo indefinito in uno stato di emergenza perenne a danno dei cittadini-utenti, data l’imprevedibilità di ogni allerta, le difformità degli orari dei bus rispetto a quelli dei treni e l’incertezza sui tempi di percorrenza».
«Facciamo quindi appello al Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione, Generale Figliuolo, – concludono i Sindaci – alla struttura commissariale, alle Istituzioni, Regione Emilia Romagna e Toscana innanzitutto, e agli Enti preposti, affinché il ripristino delle frane lungo la linea ferroviaria Faentina diventi finalmente un’assoluta priorità di tutti, riconoscendo la pubblica utilità di tale intervento. Per questo, chiediamo, nel più breve tempo possibile, l’individuazione di risorse economiche ad hoc e la predisposizione dei progetti operativi degli interventi sulle frane che consentano, in tempi certi, il ritorno alla piena funzionalità della tratta ferroviaria».
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