Ferrovia faentina: ecco come sono andati i primi viaggi dopo 7 mesi tra Faenza e Firenze

Interrotta dal 15 maggio, la linea ferroviaria tra Faenza e Marradi ha ripreso la circolazione il 27 dicembre. A bordo, Elena Medri: «Sono contenta abbia riaperto, è molto comoda. Altrimenti per andare a Firenze da Ravenna si dovrebbe passare da Bologna»

Come annunciato, dal 27 dicembre è ripresa la circolazione sulla ferrovia faentina, che collega Firenze e Faenza, dopo 7 mesi. I treni erano stati sospesi tra Faenza e Marradi il 15 maggio, per il rischio di frane causato dalle alluvioni, ed erano stati sostituiti da autobus. Sul treno che è partito da Faenza alle 8.08 del 27 dicembre, c’è Elena Medri, ingegnere 26enne di Ravenna, che va a trovare un’amica a Firenze.

Il viaggio: da Faenza a Firenze dopo 7 mesi

«Siamo partiti alle 8.08 puntuali – racconta Medri -, poi nel tragitto abbiamo fatto due soste per far passare un altro treno, una a Borgo San Lorenzo e una prima di Fiesole. Tra Faenza e Marradi il treno andava più lento, ma comunque andava. Siamo arrivati a Firenze con circa 30 minuti di ritardo, invece che alle 10.11 alle 10.44. Il treno era davvero pieno».

«Sono contenta che la linea abbia riaperto – continua Elena Medri -, altrimenti per andare a Firenze da Ravenna si dovrebbe arrivare fino a Bologna e poi prendere il Frecciarossa. Rispettare le coincidenze tra i due treni spesso è complicato e si rischia di perdere tempo, per non parlare del costo che, passando da Bologna, è molto più alto. Il treno da Faenza è comodo, ti siedi e sai che dopo circa due ore arriverai, senza cambi e a un prezzo basso».

La ferrovia faentina: per il rischio frane, in caso di allerta meteo o forti piogge, i treni saranno sospesi

I lavori di ripristino della linea erano stati completati a luglio, ma siccome a Brisighella c’è un alto rischio di frane, RFI (Rete ferroviaria italiana) ha ritardato la riapertura per adottare un sistema di monitoraggio. Il sistema individuato è stato sviluppato dall’Istituto di ricerca per la protezione geologica (IRPI), un istituto del Consiglio nazionale delle ricerche.

Il sistema di allerta nazionale per le frane (SANF) calcola ogni ora la pioggia caduta nelle ultime 96 ore e quella prevista nelle successive 24. Poi produce alcune mappe che evidenziano le zone in cui è maggiore il rischio di frane, sulla base delle misurazioni avvenute in passato. Il sistema è attivo anche sugli altri tratti della rete ferroviaria, ma qui porta automaticamente alla sospensione della circolazione.

Dunque, sulla linea faentina la circolazione è ripresa, ma in caso di allerta meteo rossa o arancione o di forti piogge – che potrebbero generare nuove frane – la circolazione sarà di nuovo interrotta e saranno previsti bus sostitutivi. La sospensione potrebbe durare fino a due o tre giorni.

Per il ripristino della linea, RFI ha investito in tutto 15 milioni di euro. Nei mesi successivi alle alluvioni di maggio la società aveva condotto uno studio e una mappatura del rischio di frane nella zona, usando elicotteri, droni, mezzi ferroviari dotati di strumenti appositi e sopralluoghi di geologi.

La linea faentina aveva acquisito una sua importanza turistica attraverso l’iniziativa di Ferrovie dello Stato “Treno di Dante”, un treno d’epoca che va da Firenze a Ravenna con diverse fermate in mezzo, ma è anche un importante collegamento tra Toscana e Romagna.

L’alba del 27 dicembre alla stazione

Dalla stessa categoria