Riccardo Capo (Mirabilandia): «Siamo stati i primi a credere nel potenziale di Halloween»

Il direttore del parco di Mirabilandia racconta i retroscena della creazione della Horror zona “Suburbia” e dell’impegno costante del Parco per offrire il massimo del divertimento ai suoi visitatori. Nel 2023, visite in crescita del 7%.

Con il lungo mese dedicato ad Halloween, che avrà come momento clou il party del 31 ottobre firmato da Claudio Cecchetto, il parco di Mirabilandia – alle porte di Ravenna – si appresta a vivere un finale di stagione esplosivo. Anche dal punto di vista dei numeri, visto che si prospetta una crescita del 7% delle visite. Merito anche della nuova area “Suburbia” che ha conquistato i frequentatori del parco. A svelare alcuni retroscena, così come a fare un primo bilancio della stagione, è Riccardo Capo, direttore generale del Parco di Mirabilandia. 

Capo, “Suburbia” è la Horror zona più grande d’Italia. Come e quando è stata concepita?

«Dopo la chiusura del parco dello scorso anno e il bel successo di Halloween, ho riunito tutto lo staff il 9 novembre alla ricerca di nuove idee per il 2023. Da lì siamo partiti con un lavoro mai fatto prima, che ha coinvolto in particolare i creativi per lo sviluppo dello storytelling e 6 scenografi per la creazione delle ambientazioni, al fine di offrire ai visitatori una vera e propria area a cielo aperto in cui trascorrere il tempo, fra attrazioni e locali, per vivere un’esperienza immersiva dedicata alla festività più paurosa dell’anno».

Questa nuova area ha portato a un incremento degli accessi al parco?

«Assolutamente sì. Al momento non riesco a essere più preciso coi dati, ma sin dai primi giorni di apertura di “Suburbia”, il parco ha registrato un aumento degli accessi rispetto al periodo di Halloween 2022». 

Avete notato delle differenze rispetto allo scorso anno nelle modalità di visita?

«Sì, le persone rimangono di più al parco. Avendo creato dei punti ristoro interni all’area, la gente ne approfitta e allunga la visita, intrattenendosi con gli attori e creando interazioni».

È stato difficile fronteggiare l’organizzazione dei numerosi attori che popolano “Suburbia”?

«Il “dietro le quinte” del parco è sempre una macchina interessante da osservare. Abbiamo attivato i casting per gli artisti a settembre per individuare i vari personaggi. Dopo le selezioni, grazie alla collaborazione dei nostri sceneggiatori, li abbiamo preparati per le interazioni con il pubblico e alla recitazione per “Suburbia”. Ogni giorno, 3 ore prima dell’apertura, gli artisti si sottopongono alla preparazione scenica con i truccatori che li trasformano in creature terrificanti».

Tra i tanti spettacoli proposti, cosa apprezza maggiormente il pubblico?

«Il Parco offre più di 22 spettacoli al giorno, e tutti vanno sold-out. Abbiamo deciso di fare un mix fra appuntamenti a teatro e all’aria aperta, per garantire ampia scelta nelle diverse aree. Gli scambi di battute con gli artisti e la richiesta di foto ci fanno capire che il gradimento è alto e questo ci rende orgogliosi».

Cosa ci si può aspettare dall’Halloween Party del 31 ottobre?

«Anche se è dal 7 ottobre che proponiamo l’Halloween in tutti i giorni di apertura, non potevamo non offrire un appuntamento speciale per festeggiare nel migliore dei modi la serata del 31. Abbiamo deciso di proporre ai nostri visitatori uno spettacolo unico firmato da Claudio Cecchetto, che ha già presentato la “Notte Rosa” di questa estate con grande successo. Sul palco tanti giovani artisti per festeggiare a ritmo di musica».

Come avete intuito l’interesse crescente per Halloween?

«Le prime iniziative a tema risalgono al 2010. Facendo parte di una multinazionale, abbiamo la fortuna di poter capire le tendenze in giro per il mondo: raccogliendo le idee abbiamo deciso di seguire la corrente dell’horror, facendo crescere questo progetto nel tempo. Il lavoro di questi 13 anni ha condotto alla creazione di “Suburbia”, ma continueremo a impegnarci per migliorare». 

Questa scelta ha portato dei benefici secondo lei?

«Certamente. In primis abbiamo allungato tempi di apertura del parco, che prima del 2010 chiudeva a fine settembre/primi di ottobre. L’apertura prolungata ha poi favorito la destagionalizzazione, attivando un nuovo mercato turistico che crea una ricaduta importante sul territorio. I primi anni di apertura ad Halloween nella zona non si trovavano alberghi aperti, la gente dormiva addirittura a Imola per visitare il parco, oggi la le cose sono diverse».

Covid, alluvioni e tante altre difficoltà hanno colpito la Romagna. Tutto ciò ha avuto una ricaduta su Mirabilandia?

«Siamo a pochi giorni dalla chiusura, quindi posso dire che quest’anno è andata bene. Rispetto al 2022 abbiamo visto un incremento delle visite del 7%. Questo è stato possibile grazie al ritorno delle scuole nel periodo primaverile e al grande successo degli eventi realizzati. Di per sé Mirabilandia si trova in controtendenza rispetto alle difficoltà che ha affrontato la riviera dopo l’alluvione. Siamo molto soddisfatti e felici nel pensare che, anche in momenti di difficoltà, le famiglie non rinunciano a una visita al parco». 

Progetti futuri?

«Mirabilandia non si ferma mai. In questo periodo abbiamo sempre grandi idee, ma aspettiamo la chiusura per fare piani di fattibilità e progettare le attrazioni per il prossimo anno. Sicuramente ci saranno delle novità, ma è ancora presto per poterle presentare. Al momento ci concentriamo sul finale». 

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