Riaprono sette sale al Museo Nazionale di Ravenna

Il nuovo allestimento ripercorre la storia dell'arte romagnola tra il XV e il XVIII secolo

Sono sette le sale del Museo Nazionale di Ravenna interessate da un nuovo allestimento: quattro dedicate alla pittura, due alle ceramiche e una agli oggetti devozionali. Frutto di un lungo lavoro composto da molteplici fasi, dalla ricerca d’archivio al restauro, dagli accordi con istituzioni alla progettazione dei nuovi sistemi espositivi, il percorso sarà fruibile al pubblico a partire da questa primavera.«È un progetto ambizioso per un museo statale – dichiara la direttrice del Museo Emanuela Fiori – ma è stato pensato affinché l’arrivo del capolavoro di Nicolò Rondinelli, tornato in città grazie al progetto del Ministero della Cultura 100 opere tornano a casa, non fosse un’occasione sprecata. Ristudiando le opere pittoriche già presenti e firmando importanti convenzioni con altri istituti museali autonomi nazionali abbiamo creato un racconto che restituisce dignità a questa collezione di dipinti che, seppur piccola, è un vero excursus nell’arte romagnola tra XV e XVIII secolo».

Le prime quattro sale ospitano infatti opere rilevanti per la pittura del territorio, come la Resurrezione dipinta da Luca Longhi, concessa in prestito pluriennale dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna.

«Non ho dubbi che sia una scelta giusta per la valorizzazione di questo capolavoro del maestro ravennate – dichiara Maria Luisa Pacelli direttrice della Pinacoteca – del quale si conservano in città gli ideali completamenti del ciclo pasquale, il Cristo morto sorretto dagli angeli e gli affreschi della Deposizione e dell’Ascensione».Nelle tre sale successive le ceramiche istoriate, le maioliche arcaiche e gli oggetti devozionali acquisiscono maggiore risalto grazie alle vetrine espositive e al rinnovato assetto illuminotecnico.«Anche qui non mancano le novità – sottolinea Giorgio Cozzolino Direttore Regionale Musei Emilia-Romagna. – La collaborazione con il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza ha consentito il rientro a Ravenna di una serie di maioliche, in parte coinvolte nei dolorosi avvenimenti della seconda guerra mondiale. Grazie poi alla convenzione con la Soprintendenza di Ravenna verrà esposto anche un nucleo di ceramiche provenienti dallo scavo della Chiesa di Santa Croce, così come tornano visibili nell’ultima sala piccole ma preziose testimonianze tessili rinascimentali».«A febbraio, nei giorni di gratuità, abbiamo accolto con piacere un pubblico appassionato – conclude la direttrice del Museo Emanuela Fiori – composto soprattutto da ravennati che hanno molto apprezzato il nuovo allestimento. Li invito, approfittando anche della card di abbonamento, a tornare al Museo per vedere il risultato completo».L’inaugurazione delle nuove sezioni è prevista il 19 marzo alle ore 11:30 alla presenza delle direttrici della Pinacoteca di Bologna, del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ravenna, del Sindaco e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Ravenna.Dal 20 marzo i cittadini e i turisti sono i benvenuti per scoprire, o riscoprire, il più vasto e variegato museo della Romagna.

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