Ravenna è la provincia più vecchia della Romagna. Anziani al 26% e meno 146 nati nel 2023

Non si ferma l’inverno demografico della Romagna: la tendenza al costante invecchiamento della popolazione, infatti, è di nuovo confermata dall’analisi condotta dal Centro Studi della Cooperazione di Legacoop Romagna, su elaborazione in scala romagnola dei dati demografici Istat: Ravenna è la provincia più vecchia della Romagna.

Il livello di anzianità

La rilevazione sarà presentata martedì 14 maggio alle 9 al Mercato Coperto di Ravenna, in occasione dell’assemblea di bilancio di Federcoop Romagna. Una popolazione, quella romagnola, che invecchia di più rispetto alla nazione e anche al resto della regione: al 1° gennaio 2024 il 25,23% dei romagnoli era ultra65enne, contro il 24,66% degli abitanti dell’Emilia-Romagna e il 24,34% degli italiani, con il triste primato della provincia più vecchia della Romagna che va a Ravenna (26% di anziani) seguita da Forlì-Cesena e poi Rimini, la più giovane.

Scarsa natalità

Un invecchiamento che è anche il risultato dell’efficienza dei servizi sanitari e socio sanitari territoriali, ma che si accompagna ad un ulteriore trend in inesorabile discesa, ovvero il calo delle nascite: -123 bambini nati in Romagna nel 2023 rispetto al 2021, con un saldo lievemente positivo a Forlì-Cesena (+38), leggermente negativo a Rimini (-15) e in forte calo a Ravenna (-146). Inoltre, dato inedito e “osservato speciale”, la Romagna registra anche una diminuzione delle nascite di bambini nati da coppie straniere, in controtendenza rispetto al 2021 e agli ultimi 30 anni.

Le dichiarazioni

«I dati che emergono dall’analisi – dichiara Simona Benedetti, responsabile del Centro Studi della Cooperazione di Legacoop Romagna – evidenziano anche nell’andamento dell’immigrazione un ulteriore elemento di preoccupazione; in un territorio come quello romagnolo, a fortissima incidenza di lavoro stagionale, infatti, fra il 2021 e il 2023 gli arrivi aumentano molto meno rispetto all’intero territorio regionale: +18% in Romagna a fronte di un +29% emiliano-romagnolo». 

«Questa analisi demografica – spiega Paolo Lucchi, presidente di Federcoop e Legacoop Romagna – ha una duplice rilevanza: da una parte è essenziale per supportare le politiche di formazione, reperimento e selezione della manodopera e della nuova occupazione da parte delle cooperative associate e, dall’altra, è importantissima per rafforzare il confronto con la Pubblica Amministrazione nei processi di programmazione condivisa dei servizi e delle attività. Il lavoro realizzato sarà a disposizione di tutte le imprese del nostro sistema».  

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