Sbarco Ravenna: una sola donna sulla Life Support. «Erano tutti nel panico, lei li calmava»

Scende dalla nave stretta nella sua felpa arancione, il viso nascosto dietro una mascherina, il cappuccio alzato. Sarebbe difficile immaginarlo, ma è stata lei – unica donna nel viaggio – a fare la differenza quando il motore del barchino di legno su cui i 71 migranti viaggiavano è andato in panne nel mezzo del Mediterraneo Centrale. Mentre tutti gli altri sono andati nel panico, rischiando di farlo rovesciare, lei ha saputo mantenere la calma e aiutare le altre persone a ritrovarla; in poche parole a evitare il naufragio. La donna, insieme agli altri 70, è stata salvata dalla nave Life Support di Emergency, che è arrivata questa mattina – 21 marzo – intorno alle 8.50 al Terminal Crociere di Porto Corsini (Ravenna).

La donna eritrea ha aiutato a mantenere la calma sul barchino, evitando il naufragio

A raccontarlo è il mediatore culturale di Emergency di nome Johannes: «È una giovane donna eritrea molto forte (18 anni ndr). Ha già affrontato 3 anni nelle carceri libiche e questo era il suo terzo tentativo di venire in Europa; gli altri due è stata riportata indietro dalla cosiddetta Guardia Costiera Libica. Ha subito violenze, ma nonostante questo la sua determinazione è incredibile. Quando siamo arrivati a recuperarli, sulla barca c’era il panico, perché erano fermi e senza benzina da 7 ore. Lei mi ha aiutato a facilitare la comunicazione e a mantenere la calma tra gli altri. Era l’unica con questo atteggiamento; mi hanno colpito la sua determinazione e il suo coraggio».

Le condizioni di salute sulla Life Support

Il soccorso da parte di Emergency è avvenuto nella notte tra sabato 16 e domenica 17 marzo nella zona di ricerca e soccorso (sar) maltese. Arrivare a Ravenna ha comportato altri 5 giorni di navigazione. Il primo a scendere dalla nave è un giovane bangladese, che viene portato in ospedale per una febbre persistente.

«Le condizione di salute – racconta Paola Tagliabue, medico di bordo – sono stabili, ma sono tutti prostrati. Non solo dalla traversata, ma anche dal lungo viaggio che abbiamo fatto dal Mediterraneo centrale a Ravenna. Sono stati 5 giorni di navigazione, alcuni con condizioni meteorologiche avverse. Oltre a tutte le sofferenze che hanno subito prima della traversata, l’assegnazione del porto di Ravenna li ha esposti a un’ulteriore fatica, non solo fisica, ma anche psicologica».

Il futuro dei 71 migranti: Ravenna restano in 4

La maggior parte di loro arriva dal Bangladesh (61), Paese da cui è possibile prendere un aereo per la Libia. Gli altri sono eritrei e un solo egiziano. Sono 3 i minori a bordo, di cui 2 eritrei non accompagnati, e un bangladese che viaggia con il fratello 19enne; gli altri arrivano fino ai 43 anni di età.

Sono proprio i tre minori e il 19enne a rimanere nei Centri di accoglienza straordinaria (cas) della provincia di Ravenna: andranno a Santa Maria in Fabriago. Gli altri saranno divisi nel territorio dell’Emilia Romagna.

Quello concluso intorno alle 11 di oggi è il nono sbarco a Ravenna. «In poco più di un anno abbiamo accolto 939 persone. Ci tengo ancora una volta a ringraziare tutti, dalle Forze dell’Orine al personale medico, alla Caritas che fornisce il pranzo. I tre pulmini della Croce Rossa ora li porteranno al Pala De André in tre giri per gli adempimenti medico-sanitari e i controlli di Polizia. La nave invece si fermerà un paio di giorni al Terminal Sapir, poi ripartirà il 23 per una nuova missione», spiega il Prefetto Castrese de Rosa.

Si tratta del secondo arrivo della Life Support in città, l’altro è stato il 25 settembre 2023, con a bordo 28 persone, tra cui varie famiglie con bambini e una coppia in ‘viaggio di nozze‘.

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