Tornano alla carica i sostenitori del veterinario Mauro Guerra, manifestando in Piazza XX Settembre a Ravenna – Piazza dell’Aquila – nella mattinata del 19 dicembre. Scandiscono a piena voce il nome del loro veterinario di fiducia e tengono in mano cartelli con scritto “Quando l’ingiustizia diventa legge la resistenza diventa dovere” e “Verità per Mauro Guerra”. Il veterinario di Sant’Antonio è a processo con 22 di capi d’accusa, tra cui maltrattamenti e uccisione di animali: i capi sono scesi da 27 a 22.
Ad oggi è accusato di uccisione di animali, detenzione illegale di farmaci, smaltimento illecito di rifiuti speciali, falsificazione di libretti sanitari, frode in commercio e reati tributari. Ad ogni nuova udienza c’è un nuovo presidio dei clienti, amici e sostenitori del veterinario: fuori dal tribunale o nelle piazze del centro. Sono convinti che Mauro Guerra sia “scomodo per qualcuno”, ma non abbia commesso alcun reato.
Solo qualche settimana fa Francesco Frisone, proprietario di un pastore tedesco di nome Axel, aveva inviato una lettera aperta in difesa del veterinario di Sant’Antonio.
«lo sono – scriveva Frisone – solo uno dei circa duecento possessori di animali che hanno manifestato davanti al Tribunale. Ho fornito, libera e consapevole presenza e rappresentanza al mio Axel, pastore tedesco curato ed assistito da un veterinario nei confronti del quale ho sempre provato fiducia e rispetto».
A dare il via all’indagine, coordinata dal pubblico ministero Marilù Gattelli, era stata la morte di un Labrador di nome Balto, che poi aveva dato nome all’operazione, nel 2020.
Le forze dell’ordine lo avevano trovato, già anziano, abbandonato nella calura estiva senza né cibo né acqua e lo avevano portato dal veterinario per soccorrerlo. Nonostante ciò, il 19 agosto di tre anni fa, Balto morì. Era stato soppresso da Guerra su richiesta dei proprietari, nonostante, a detta dei vicini, non sembrasse in condizioni irrisolvibili. Nel corso delle indagini sono poi emerse ulteriori presunte vittime.
Durante una perquisizione dello studio veterinario, a dicembre 2020, erano state rilevate irregolarità nelle condizioni dell’ambulatorio, tra cui la mancanza dei requisiti minimi igienico-sanitari per sporcizia e disordine, l’illecito smaltimento dei rifiuti sanitari e carcasse di animali, nonché la presenza di un magazzino non registrato di medicinali sia per uso veterinario sia umano.
La perquisizione, poi estesa a tutti gli immobili di Guerra, aveva portato alla luce 619mila euro in contanti, in parte confezionati e sigillati sottovuoto, in due scatole nel garage della sua abitazione. Successivamente, Guerra era stato radiato dall’ordine.
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