Niccolò Califano dopo MasterChef : «Con Eleonora? Siamo un’emulsione instabile»

Il medico ravennate nel corso del programma ha conquistato pubblico e giudici, ma è uscito "per un cactus". Oltre alla cucina, ama il teatro e lavora in corsia; d'altronde racconta: «Non ho delle radici fisse, sono per aria».

Niccolò Califano

Ci ha regalato alcuni dei momenti migliori di “MasterChef”, come il «Francamente me ne infischio» alla “Via col vento”, ha onorato la sua amata Marina di Ravenna cucinando una riuscitissima cozza; romantico e autoironico, è considerato da molti il concorrente più simpatico di sempre, ma è stato eliminato “per un cactus”: non può che essere il medico 27enne Niccolò Califano.

Dopo essersi classificato quinto a “MasterChef 13“, uscendo a un passo dalla finale, oggi lavora come medico nel nuovo Cau e al centro per anziani “Rosa dei Venti” di Ravenna, ma non esclude un futuro in cucina o nel teatro.

La nuova visibilità e il rapporto con il pubblico

Califano, mi sembra che in generale l’accoglienza nei suoi confronti sia stata super positiva, si parla moltissimo di lei e molti la definiscono come il concorrente di “MasterChef” più simpatico di sempre. Si aspettava un riscontro di questo tipo dal pubblico?

«No, non me l’aspettavo, e non così tanto poi. Mi aspettavo una via di mezzo, ma di ricevere così tanti commenti positivi no. Devo dire che credevo di trovarmi qualche hater in più».

Sono arrivati anche gli hater quindi?

«Qualcosa sì, ma ultimamente ho smesso anche di leggere tutti i commenti. Non ci sto più dietro. Sì, qualcuno, qualche psicopatico che mi scrive e che mi dice che ho qualcosa di storto c’è. Ma onestamente mi sarei stupito del contrario. Andando in tv, sicuramente la gente ti criticherà, ma penso che sia normale».

C’è qualcosa che la infastidisce di questa visibilità? Qualcuno ha cambiato atteggiamento nei suoi confronti?

«Sì, sicuramente non mi fanno piacere le persone che, siccome sono entrato a “MasterChef”, mi scrivono in Direct (ndr. chat di Instagram) magari per darmi consigli di vita oppure mi giudicano perché ho sbagliato qualcosa. Voglio dire, non è che perché sono entrato nella tua tv allora sei mio padre. Io non le conosco queste persone, perché tutta questa confidenza? Ci sono un po’ di persone che non mi hanno mai rivolto la parola e poi si fanno sentire magicamente e magicamente vogliono organizzare cose con me. Sicuramente in questo momento apprezzo quelli che mi sono stati sempre vicino».

Sabato 2 marzo (alle 17), avrà il suo primo incontro pubblico nel centro commerciale Shopville di Casalecchio di Reno. Come si sente? Che cosa farà?

«Sarò lì e risponderò alle domande che mi faranno, poi immagino che farò delle foto. Non ne ho idea. Comunque sarò contento di parlare e avere finalmente un’interfaccia con le persone reali, quelle che sono veramente appassionate al programma e che sono si sono affezionate a me. Questo perché ultimamente la mia chat di Instagram è sempre intasata e non riesco più a rispondere a tutti. Mi fa molto piacere vedere che non è tutto virtuale e poter incontrare le persone dal vivo. Poi sicuramente dopo un’ora mi sarò stufato e vorrò tornare a casa, però comunque per quell’ora lì mi farà piacere».

Niccolò Califano

Il rapporto con Eleonora: «Le ho regalato l’olio essenziale e la tisana al pino mugo»

Tornando al programma, ha qualche simpatia? Per chi tifa?

«Credo sia evidente per chi tifo, anche se in realtà non l’ho mai rivelato durante il programma. Mi piace rimanere celato, mi piace comunque mantenere una mia intimità e un alone di mistero intorno a me. Mi fa piacere ogni tanto farmi gli affari miei. Però sì, chiaramente tifo per Eleonora».

C’è qualcosa fra voi? Qualcosa in più di un’amicizia?

«No, sì, tra noi si è creato qualcosa. Sa che cos’è un’emulsione instabile? Una vinaigrette è un’emulsione instabile, perché manca la proteina che la stabilizza. Tra me e Eleonora manca la proteina che ci rende stabili, però sicuramente si è creato un rapporto particolare. Ci tengo a mantenere il mio alone di mistero, quindi non dico altro».

In una delle ultime puntate, però, lei ha deciso di svantaggiare Eleonora, dandole l’olio al pino mugo. In quel caso si è visto tra voi un battibecco. Com’è andata?

«Quella è stata pura tattica, ho pensato di svantaggiare quelli che ritenevo più forti. Se Michela non avesse avuto la Golden Pin, avrei svantaggiato lei per questioni personali. Ho svantaggiato Deborah ed Eleonora perché erano le più forti in quel momento. Cassandra non l’ho svantaggiata perché l’ho sempre ritenuta più scarsa. Quindi ho dato il pino mugo a Eleonora, ma abbiamo fatto pace subito. E adesso gliel’ho pure regalato. Le ho spedito sia un diffusore di oli essenziali con l’essenza al pino mugo sia una tisana».

Niccolò Califano

La passione per la cucina, il teatro e… la medicina

Tornando a lei, qual è il suo primo ricordo associato alla cucina?

«Mia mamma dice sempre che da piccolo mi piaceva assaggiare tutto. Una volta in un parco in Germania, mi ha perso di vista un secondo e mi ha trovato vicino a un cespuglio che stavo mangiando delle bacche. Siamo dovuti andare in ospedale per assicurarci che non fossero velenose. Ma non è un ricordo mio».

Si può dire che questo aneddoto tiene insieme le sue due facce: la cucina e la medicina. E un suo ricordo diretto?

«In Germania mangiavo un sacco di würstel, ne andavo pazzo. Ho voluto cambiare l’asilo e andare in quello di mio fratello perché aveva würstel migliori. Poi invece, alle elementari, già a Ravenna, con i miei compagni andavamo spesso al ristorante cinese. Per me era una goduria. Anche se tornandoci oggi, la qualità non è poi così eccelsa. Però mi sono sempre piaciuti i sapori esotici».

L’Oriente infatti torna spesso anche nella sua cucina ed è stato protagonista del piatto che l’ha fatta entrare a “MasterChef”, il famoso Riso Ludi...

«Sì, sì, sicuramente l’Oriente è una mia fonte di ispirazione in cucina. E ultimamente anche il Medio Oriente. Questo perché il mio palato ricerca molto l’esotico. Non è che non mi piaccia la cucina italiana, la cucina francese o europea, però di base, se voglio fare qualcosa, mi viene in mente di fare qualcosa più orientale. Questo perché voglio un’esperienza nuova al palato e che mi rimandi da qualche altra parte del mondo».

E invece la Germania l’ha influenzata a livello culinario?

«Sì, sicuramente. Sono nato a Wuppertal in Germania, che è un contesto più internazionale. Nei supermercati si trovano un sacco di prodotti internazionali e quindi secondo me è stato un po’ quello che mi ha reso così libero. Non mi sento legato a nulla in cucina. Non ho delle radici fisse, ma sono per aria. Senza nessuna radice. Non c’è nessun cuoco che mi ispiri. Vado avanti con le mie idee e mi faccio ispirare dal momento».

Mi sembra che questo suo essere senza radici fisse in cucina risuoni molto anche nella sua vita. Ha fatto teatro, ha studiato medicina e si è avvicinato alla cucina. Come si vede adesso?

«Mi piacerebbe puntare al teatro, ma la cucina non la accantonerò mai. Anche perché veramente non voglio morire di fame (ndr. come ha detto al momento dell’eliminazione). Nel senso, io ce l’ho l’abilità in cucina e per forza devo mangiare, quindi continuerò a cucinare nella maniera in cui mi piace. Che sia per me, per qualcun altro, per mia mamma, per mio fratello, per degli amici, quella è un’arma che mi sento di possedere e di padroneggiare meglio di altri. Quindi se anche non dovessi andare a lavorare in un ristorante, continuerò sempre a cucinare con passione e a inventarmi piatti».

E il futuro come lo vede?

«Che cosa ha in serbo la vita per me? Non ne ho idea. Ho fatto medicina, mi sono diplomato all’Accademia Marescotti di teatro, poi sono stato a “MasterChef”; poi ho fatto il fruttivendolo e adesso faccio il medico. La mia prossima mossa non la saprà mai nessuno».

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