Mattia Torre: dalla serie “La linea verticale” su Netflix, ai monologhi diretti da Sorrentino

Romani e romanità nella serie tv "La linea verticale", nel film "Figli" e nei monologhi "Sei pezzi facili" portati in tv da Sorrentino: tutti e tre muovono dalla scrittura di Mattia Torre (scomparso nel 2019). Poi l'alta borghesia romana di Pietro Castellitto con "Enea"

Una puntata che parte da Mattia Torre, sceneggiatore e scrittore scomparso nel 2019, a soli 47 anni, per un tumore. La sua scomparsa ha lasciato un enorme vuoto nella scena romana e nei suoi amici e colleghi, che in molti modi lo fanno riviere. Mattia Torre, diventa poi un pretesto per raccontare Roma e la romanità, con il suo sguardo ironico e tagliente, e non solo.

Nel 2004 Torre debutta come autore televisivo: scrive per ben otto anni “Parla con me”, programma di Rai 3 condotto da Serena Dandini ed è autore della sitcom “Love Bugs”. Ma è “Boris“, di cui firma anche la trasposizione cinematografica, a consacrarlo. Studioso dei vari ‘tipi umani’, ripercorriamo Mattia Torre attraverso la sua ultima serie tv, “La linea verticale”, sbarcata su Netflix, il film “Figli“, che muove da un suo monologo, e “Sei pezzi facili“, le pièce teatrali portate in televisione da Paolo Sorrentino.

Elemento ricorrente è Valerio Mastandrea, tra i più noti attori italiani e amico di Torre, che ha voluto in più occasioni omaggiarne la memoria. Così anche Valerio Aprea, Geppi Cucciari, Paola Cortellesi e non solo.

Da un quartiere di Roma all’altro, proponiamo “Enea” per godere le serate estive in un cinema all’aperto. Secondo lungometraggio di Pietro Castellitto, racconta le vite dei figli dell’alta borghesia romana, in una città eternamente decadente.

La serie tv: “La linea verticale”

Sbarca su Netflix “La linea verticale” (2018), ultima serie tv di Mattia Torre – in 8 episodi – tratta dall’omonimo romanzo. Lo scrittore e sceneggiatore romano che ha lavorato a commedie e serie tv come “Boris” è prematuramente scomparso a 47 anni nel 2019.

Il protagonista è Luigi (Valerio Mastandrea) che scopre di avere un tumore e per questo deve sottoporsi a un delicato intervento chirurgico. Attraverso il suo sguardo ironico, entriamo nel mondo dell’ospedale, di cui tutti conosciamo approssimativamente le regole, ma che riserva tragicomiche sorprese.

La serie si concentra soprattutto sulle vite dei pazienti, non solo quella di Luigi, ma anche dei suoi improbabili compagni di viaggio: un iraniano dalle convinzioni radicali, un ristoratore che sa tutto di medicina, un prete in crisi, un intellettuale taciturno, decine di anziani “cattivi perché in cattività”. E poi c’è il personale del reparto: dal professor Zamagna, chirurgo di fama e genio assoluto, fino ai vari addetti che convivono in questo microcosmo con regole e gerarchie proprie.

Perché vederlo: Mattia Torre, con la sua ironia, riesce a prendere un argomento delicato e intimo come la malattia e trasformarlo in qualcos’altro. Uno studio tagliente delle persone in tutte le sue forme possibili.

“La linea verticale” è disponibile su Netflix e RaiPlay

Il film: “Figli”

«I figli ti invecchiano, ma d’altra parte il tuo cuore non è mai stato così grande», ancora una volta muove da un monologo di Mattia Torre il film “Figli”, uscito nel 2020 e diretto da Giuseppe Bonito, che mette in scena la vita quotidiana di una coppia.

Sara (Paola Cortellesi) e Nicola (Valerio Mastandrea) sono innamorati e felici; sono sposati da tempo, hanno una figlia di sei anni e una vita che scorre senza intoppi. Ma quella che era iniziata come una dolce fiaba romantica si trasforma in un vero incubo con l’arrivo di Pietro, il secondo figlio della coppia. Quella che sembrava una perfetta famiglia media inizia a mostrare i primi squilibri e i due coniugi si ritroveranno a scontrarsi con l’imprevedibile. Iniziano così a emergere vecchi rancori, insoddisfazioni che non riescono più a essere celate e ogni minimo disaccordo sembra essere motivo di litigio.

Perché vederlo: offre un punto di vista realistico, crudo e ironico sulla decisione di avere figli. Decisione che porta con sé un vero e proprio terremoto nella vita dei genitori.

“Figli” è disponibile su Sky e NowTv

Al cinema (all’aperto): “Enea” di Pietro Castellitto

Uscito all’inizio del 2024, “Enea” è il secondo film di Pietro Castellitto, da recuperare in un cinema all’aperto.

Enea (Pietro Castellitto) è il figlio trentenne di una famiglia borghese di Roma nord. Insieme al suo migliore amico, Valentino (Giorgio Quarzo Guarascio, musicista meglio noto come “Tutti Fenomeni”), che ha preso da poco il brevetto da aviatore, cerca di trovare qualcosa che lo faccia sentire vivo.

Non mancano mai alle feste e spacciano cocaina. Enea ha smesso di tirarla da quando ha conosciuto Eva (Benedetta Porcaroli). Tutto precipita quando Enea finisce in un giro di traffico di droga più grande di lui, attirando troppe attenzioni.

Perché vederlo: Castellitto (figlio) racconta senza ipocrisie l’alta borghesia, per riscriverne i contorni, le dinamiche familiari, i rapporti tra padri e figli.

“Enea” sarà proiettato al cinema all’aperto della Rocca Brancaleone domenica 14 luglio

Famolo strano: “Sei pezzi facili”

Sei pezzi facili“, omaggio di Paolo Sorrentino alla memoria dello sceneggiatore e regista Mattia Torre, scomparso nel 2019. Una raccolta di pièce teatrali create e messe in scena da Torre, riadattate con profondo rispetto e minimi cambiamenti dal regista cinematografico e andate in onda tra l’autunno e l’inverno del 2022, oggi visibili su RaiPlay. Gli interpreti? Da Valerio Mastandrea a Geppi Cucciari, passando per Valerio Aprea e non solo.

Il primo episodio, “Gola“, è un ritratto dell’Italia visto attraverso il rapporto morboso con il cibo, simbolo di sovrabbondanza, di falso benessere ma anche di voragini psichiche, di vuoti incolmabili. Si mangia eccessivamente per dimenticare, per non pensare, per non essere curiosi, per non essere sé stessi, per sostituire qualcuno che non c’è oppure ciò che non si ha. Tra rabbia e ironia, il testo stigmatizza l’indifferenza di cui l’Italia è capace, e che a tavola, davanti a sontuose portate, trova la sua massima espressione, il suo luogo ideale.

Perché vederlo: Gli attori e amici di Mattia Torre ripropongono i suoi monologhi che sanno ironizzare e allo stesso tempo mostrare i lati più oscuri della nostra cultura e della natura umana. Un’operazione allo stesso tempo divertente e commovente. La regia di Sorrentino applicata al teatro, da proiettare in televisione? Da non perdere.

“Sei pezzi facili” è disponibile su RaiPlay

Nelle puntate precedenti: Dai corti “Green Porno” di Isabella Rossellini ai ménage a trois cinematografici

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