Venerdì 3 e sabato 4 dalle 18.30, e domenica 5 giugno dalle 11.30 e dalle 18.30, riapriranno i battenti della ex bocciofila di via Dini Salvalai 34 per ospitare le “azdore” che in questi mesi hanno lavorato alacremente per realizzare e proporre i loro squisiti manicaretti: tra questi ben 3 quintali del vero protagonista della manifestazione, “Sua Maestà” il cappelletto. «Abbiamo scelto la formula ridotta dell’asporto nella consapevolezza che l’emergenza sanitaria non sia ancora finita – spiega Deanna Roccati, dell’Associazione Volontari e Amici dello IOR di Massa Lombarda – non potevamo permetterci di mettere a rischio la salute delle persone che lavorano per questa manifestazione e dei tantissimi che ogni anno vengono a mangiare. Dopo due anni di assenza non vediamo l’ora di ricominciare: purtroppo non ci potrà essere la convivialità delle edizioni precedenti ma l’importante era riprendere con la nostra attività, nella speranza che molto presto si possa tornare agli antichi splendori e a gustarsi un buon piatto di cappelletti gomito a gomito in compagnia».
«Il ritorno delle nostre Sagre è importante sotto svariati punti di vista – spiega il Direttore Generale IOR, Fabrizio Miserocchi – al di là del mero dato economico, sempre notevole, che questi eventi riescono a produrre, cosa che fa concretamente la differenza a favore dei tanti pazienti che necessitano di una mano nel proprio percorso di cura, esse raccontano di un graduale ritorno alla normalità e agli eventi in presenza dopo due anni davvero complicati. Per fare volontariato occorre una grande squadra: ma anche un team di campioni, se non si vede per due anni, si sfilaccia e fa fatica a ritrovare l’amalgama. Il nostro motto è “vicino a chi soffre, insieme a chi cura”: parole che denotano quanto sia fondamentale per noi la presenza. Faccio quindi i miei complimenti alla “squadra” di Massa Lombarda che, nonostante la pandemia che ha messo in ginocchio gli eventi di convivialità come le sagre, ha trovato il modo di fare comunque la propria parte per la lotta contro il cancro e in questo è rimasto più unito che mai: spero che le persone premino questo esempio di compattezza attorno ad una grande causa e che si recheranno numerosi a gustarsi i deliziosi cappelletti delle nostre “azdore”, buonissimi da mangiare anche se si devono portare a casa».
Per l'occasione il museo sarà aperto al pubblico con ingresso ridotto di 5 euro
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