La Biennale di Mosaico Contemporaneo – che ha inaugurato sabato 14 ottobre insieme alla “Notte d’oro” – torna ad animare l’autunno della città bizantina. Tra le tante esposizioni diffuse in tutta la città, ecco le tre mostre di mosaico contemporaneo al Museo Nazionale di Ravenna: guerra, fiumi e oro sono le parole chiave.
La biennale un appuntamento unico nel suo genere che invita a immergersi in una tecnica dalla storia antica e dal fascino moderno, alla scoperta delle molteplici e diversificate declinazioni che la rendono viva e attuale. Dalla consolidata collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Ravenna e con il MAR – Museo d’Arte della città è nata la possibilità, sostenuta dalla direttrice Letizia Lodi, di ospitare ben tre eventi espositivi al Museo Nazionale di Ravenna, nel quadro di specifici accordi di valorizzazione a firma del Direttore Regionale Musei Giorgio Cozzolino.
“The War Isn’t Love: Icone di guerra di un Dio invisibile” è il titolo della mostra di Emily Miller curata da Anna Caterino per Gruppo Mosaicisti di Marco Santi. I mosaici dell’artista ucraina vivono di un originale cortocircuito simbolico fra storia antica e contemporanea. Lo stile musivo, seppur rigoroso, tende alla bidimensionalità delle icone, i volti sono contemplativi e strazianti a un tempo, i riferimenti culturali rimandano alla tradizione ortodossa mentre la ricerca dei materiali di supporto richiamano prepotentemente all’attualità. Nell’anacronismo creato da Miller, l’iconografia sacra diventa immanente e si accosta senza intenti provocatori alla preziosa raccolta di icone veneto-cretesi del Museo Nazionale di Ravenna.
“Costruire argini per torcere fiumi” di Roberta Cacciatore a cura di Ambra D’Atri è un frutto delle “Residenze musive”, residenze artistiche in cui sviluppare progetti legati alla città di Ravenna e al suo rapporto con il mosaico. Finanziata dalla Regione Emilia-Romagna e GA/ER Giovani Artisti Emilia-Romagna, nell’ambito del progetto “Costellazione – Giovani connessioni creative”, la residenza si è svolte in collaborazione con il Gruppo Mosaicisti di Marco Santi.
Posto d’onore nello spazio dedicato alle esposizioni temporanee per la collettiva “A come ACCADEMIA, O come OROBURRI” a cura di Paola Babini e Maria Rita Bentini. La mostra, come le precedenti e proficue collaborazioni tra il Museo Nazionale e l’Accademia, valorizza la giovane generazione di artisti che scelgono di formarsi presso l’antica istituzione ravennate, di recente statalizzata. Le opere selezionate, realizzate utilizzando sia la tecnica e i materiali tradizionali del mosaico, così sia elementi diversi legati alla sperimentazione contemporanea, in ogni caso composti secondo una sintassi musiva, si raccolgono introno a due opere di Burri da collezione privata, in sintonia con la mostra BURRIRAVENNAORO dedicata al grande Maestro presso il MAR – Museo d’arte della città.
Espongono, per il Biennio di Mosaico dell’Accademia: Rita Amadori, Giorgia Baroncelli, Mila De Francesco, Anna De Luca, Silvia Galosi, Paolo Gambi, Daniela Guzzinati, Daniela Iurato, Aleksandra Miteva, Tudor Padurean, Chiara Ravina, Aziz Sydygaliev, Aleksandar Velichkovski.
«Il mosaico – scrivono le docenti e curatrici Paola Babini e Maria Rita Bentini – sia nella sua bidimensionalità che esplorando la forma plastica, indaga l’oro in molteplici direzioni di senso come poliedriche sono le estetiche contemporanee: è un frammento, una linea, oppure interagisce con forza con lo spazio-luce. Un tutto, un pulviscolo di stelle, oppure il nulla».
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