L’attore ravennate Cristiano Caldironi è l’antieroe timido e pigro Santini in “Acqua alle corde”

L'attore ravennate racconta la sua esperienza nel mondo del teatro e del cinema in vista del suo nuovo film al cinema

Cristiano Caldironi ha fatto del teatro la sua vita. Dopo il diploma alla Scuola di Teatro di Bologna Alessandra Galante Garrone, si approccia al mondo dello spettacolo con le commedie musicali “Christmas Show”, “Heidi” e “Cappuccetto Rosso” e apparizioni nei programmi come “Camera cafè”, “Radio Sex” e “Life Bite”, fino al programma televisivo “Zelig”col trio Letutine. Ad oggi la sua storia lavorativa include una grande quantità di lavori teatrali, televisivi e nel cinema ma questo non basta. Caldironi, infatti, si dedica anche al mondo dell’insegnamento: è direttore artistico del Circolo degli Attori di Milano e Ravenna e dell’Urban pub Cabaret e docente e direttore didattico del TAM Teatro accademia Marescotti, per dare vita a nuove generazioni di professionisti. Il suo ultimo film “Acqua alle corde”, con la regia di Paolo Consorti, approda al cinema Mariani di Ravenna giovedì 19 novembre per far sorridere tutti gli spettatori grazie al suo dinamismo, alla sua originalità e comicità.

Caldironi, lei ha una lunga esperienza nel mondo del teatro e del cinema. Quando è nata la sua passione per la recitazione? 

«Dal primo momento in cui ho imparato a recitare. Prima facevo delle cose ma non era recitazione, erano tentativi, c’era una predisposizione, un’esigenza interiore, che non sapevo come e dove dirigere. Quando sono entrato in accademia non avevo idea di cosa fosse recitare e ho imparato a farlo molti anni dopo, non per delle pecche pedagogiche della scuola, ma perché ci vuole tempo».

Ci parli un po’ del film “Acqua alle corde”… 

«Si tratta di un ‘dramedy’, come lo definisce il regista Paolo Consorti, è una commedia amara, raffinata, originale e anticonvenzionale. Si ride, si riflette, attraverso il punto di vista di un antieroe, Angelo Santini, il personaggio che interpreto, che rappresenta il perno attorno al quale gira tutta la vicenda».

Di cosa parla il film? 

«Tutto prende il via dalla scelta del sindaco del paese natio di Sisto V di realizzare un musical religioso in occasione della storica ricorrenza dei 500 anni dalla nascita del famoso pontefice. Con questo obiettivo ingaggia il personaggio interpretato da me ovvero, Angelo Santini, un autore marchigiano di musical religiosi. Santini riadatta una delle vicende papaline sotto l’ingombrante supervisione del parroco del paese. Lo spettacolo si intitolerà “Acqua alle corde”, e si ispira alla nota vicenda dell’obelisco di Piazza San Pietro. Il sindaco vuole grande risonanza per questo evento e quindi Angelo coinvolge una compagnia di musical di altissimo livello che sconvolge completamente lo spirito religioso dell’opera, portandola in una dimensione demenziale, e innescando, di conseguenza, imprevedibili tensioni all’interno del paese».

Come si è trovato con il cast e la regia? 

«Mi sono trovato benissimo, un set meraviglioso, tutti grandi professionisti, dagli attori alle maestranze. Lavorare con Enzo Iacchetti, Elio, Vito, Giobbe Covatta, Natascha Stefanenko, Stefano Nosei è stata un’esperienza indimenticabile, ricca di umanità e generosità. Con il regista, Paolo Consorti, si è creata fin dai primi provini una sintonia e una fiducia che perdura ancora oggi e ci porta a pensare a nuovi progetti insieme».

Fra i suoi lavori, lo spettacolo, il film e il ruolo a cui è più legato?  

«Ci sono tanti personaggi, spettacoli, musical a cui sono legato, un personaggio addirittura risale agli anni in accademia di recitazione, Ligabue, un ruolo che mi ha insegnato a ricercare in profondità. Il mio clown, Boris, è un altro personaggio a cui voglio un bene immenso, poi Il mio trascorso nel trio “Letutine” a Zelig o gli anni passati come attore negli show di Mirabilandia. Ogni esperienza ha contribuito ad arrivare oggi all’interpretazione di Angelo Santini, un antieroe, timido, pigro, implosivo, che non dimenticherò mai».

Lei è anche co-fondatore e insegnate all’accademia Marescotti, cosa si prova a coprire questo ruolo e a formare nuovi artisti? 

«Dirigo il Circolo degli attori di Ravenna e il TAM insieme a Ivano Marescotti. Adoro insegnare, mi piace donarmi ai miei allievi quanto ai personaggi che interpreto. Seguo minuziosamente ogni allievo attore, sono tutti diversi necessitano di attenzioni diverse e specifiche. Non amo le lezioni o gli esercizi preconfezionati, con Ivano spingiamo gli allievi alla continua ricerca, senza inseguire il risultato, lasciando loro la possibilità di sorprendersi da ciò che trovano o accettare che, a volte, non si trova nulla e allora si cambia strada e si continua a cercare».

Che consiglio darebbe a tutti i giovani artisti che vogliono approcciarsi al mondo dello spettacolo? 

«Di non illudersi, di non pensare che sia tutto facile e a portata di mano. Ci vuole molta preparazione, bisogna studiare e non pensare al risultato, i risultati arrivano come conseguenza del lavoro e della preparazione. Ho studiato e fatto teatro, circo, mimo, clown, musical, cinema, durante la formazione non ho mai detto “voglio fare solo questo o solo quello”, ho fatto e basta, solo dopo ho cominciato a scegliere. Rimanete sempre nella ricerca, non inseguite il risultato, solo così potrete diventare degli artisti unici e originali. E per concludere con una frase colorita del mio maestro Ivano Marescotti, nella vita e nel mestiere “U i vò occ, stòmac e bus de cul” (ndr, “Ci vuole occhio, stomaco e fortuna”)».

Progetti futuri? 

«Finirò le riprese di un film i primi di febbraio, ne inizierò uno nuovo in primavera, quest’estate registrerò un programma televisivo come coach di recitazione e altri bei progetti stanno arrivando. Continuerò a portare avanti le docenze al Circolo degli attori, al Tam e a realizzare le masterclass di recitazione cinematografica. A maggio, a Ravenna, è in programma una masterclass con il regista Paolo Consorti dove lavoreremo sulla sceneggiatura di “Acqua alle corde”. A marzo sarò a Hollywood: “Acqua alle corde” è in concorso in due festival a Los Angeles e in altri festival internazionali, speriamo bene!».[

Ci dica il suo sogno nel cassetto… 

«Lavorare in una grossa produzione internazionale con attori o registi che ammiro fin da piccolo e creare insieme».

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