L'”Adorazione dei pastori” del pittore ravennate Luca Longhi

L'”Adorazione dei pastori”, oggi nel corridoio cinquecentesco al Mar, è stata realizzata nel 1568, da un Longhi già affermato come pittore nella sua città e ricercatissimo per ritratti dalle famiglie patrizie

Il panorama culturale-artistico in cui si colloca il pittore Luca Longhi, definito buono , quieto e studioso nelle vite del Vasari, è alquanto complesso dopo la parentesi del rinascimento nordico dei veneti con la conquista della Serenissima su Ravenna, si assiste ad una maturazione dell’umanesimo con il Manierismo.

Longhi: i suoi studi e la sua Arte

Si tratta di una pittura di maniera, seguendo i modelli del tempo, Raffaello da poco morto che rivoluziona il modo di dipingere e Michelangelo, si parte dalla riflessione dei grandi maestri. In questa cornice si colloca l’opera di Luca Longhi (1507-1580), che inizia come apprendista nel 1513 nella bottega di Francesco Zaganelli erede linearismo nordico, trasferitosi nella città di Ravenna ricca di stimoli culturali.

Nel 1512 Ravenna era stata oggetto di un evento nefasto, il sacco dei Francesi con conseguente crisi economica e del potere pontificio insieme alla dilagante corruzione delle famiglie più in vista della città, le frequenti inondazioni dei fiumi Montone e Ronco che portarono alla crisi agricola. Nel 1528 Longhi si trasferisce a Bologna e subisce l’influsso dell’arte centro italica con Perugino che stava avviando un florido cantiere nella città e viene a contatto con l’arte di Raffaello attraverso la mediazione del bolognese Francesco Francia, cominciando a produrre importanti commissioni come la pala d’altare per la famiglia Zampeschi di Forlimpoli, nella persona dell’uomo d’arme Antonello in cui spira il decorativismo veneziano e il riflesso delle armature di Marco Palmezzano insieme alla rotondità della materia già di impronta raffaelliana. 

Dal 1538-1555, in seguito al viaggio a Roma, si assiste ad un salto stilistico del pittore che non guarda più all’ornamentazione e rigidità veneta per aprirsi alla pittura dal vero con luce più morbida, il tocco diviene più garbato , i volti più realistici attraverso l’arte del Francia, riflesso di Raffalello e dei pittori romagnoli formati in Toscana come Gaspare Sacchi , autore della celebre pala d’altare per la chiesa di San Francesco a Ravenna nella cappella di Camilla dal Corno. La vicinanza di Vasari che viene a Ravenna nel 1548 acuisce il pathos e la carica manieristica nella sua pittura. 

La mescolanza di riferimenti stilistici classici rinforza l’effetto arcaicizzante che accompagna il pittore in tutta la sua opera. 

L'”Adorazione dei pastori” al MAR di Ravenna

In questo dipinto di piccolo formato destinato ad una devozione privata ”Adorazione dei pastori” , oggi nel corridoio cinquecentesco al Mar, realizzato nel 1568, da un Longhi già affermato come pittore nella sua città e ricercatissimo per ritratti dalle famiglie patrizie, si ha una rappresentazione obliqua delle figure quasi ritagliate che si arrestano in pose bizzarre quando stanno per fissare il flusso dell’azione alla scena culminante del racconto agiografico come in un fermo immagine. Tutto ciò conferisce un effetto evocativo alla sacra rappresentazione grazie all’aria fiabesca e neofeudale che spira nel dipinto. 

Si nota, inoltre l’importanza del panneggio di ascendenza bolognese, insieme alla gestualità della Vergine Maria nella sua divina maternità indicata dalla veste rossa e il mantello turchino, nel sollevare il lenzuolo con quella leggiadria tipica del grande Raffaello. Al gesto si accompagna anche una pesantezza del tessuto panneggiato che allude nella sua concretezza materica al sudario in cui è adagiato il corpo di Cristo infante, già vittima di sacrificio indicata anche dal piccolo agnello che compare alla sua sinistra. Sullo sfondo emerge la pesante struttura architettonica della capanna a metà strada fra tempio e chiesa, mutuata dall’arte nordica. 

Una fulminea algida cometa raggiunge il firmamento color zaffiro, per annunciare la nascita del Salvatore, acclamato da una piccola schiera di putti angelici, che si rincorrono giocosi come fanciulli vivaci.


Manuela Guerra

La sua formazione archeologica acquisita con gli studi universitari le ha permesso di cogliere l’arte nelle sue molteplici forme come creazione unica dello spirito umano. Nel 2005 ha conseguito l’abilitazione come guida turistica per la città di Ravenna. Con il conseguimento dell’abilitazione linguistica alla lingua spagnola nel 2009 ha organizzato tour per gruppi in lingua spagnola; altresì ha realizzato visite guidate legate a varie tematiche inerenti esposizioni temporanee di opere appartenenti a differenti generi artistici del territorio regionale. Recentemente il suo interesse per l’ambiente naturale, ecosistema ricco di biodiversità, le ha permesso di svolgere ricerche nel seguente ambito e l’ha portata a diventare nel 2022 guida ambientale-escursionistica regionale AIGAE.

Dalla stessa categoria