Il 29 maggio del 1974, nel piccolo comune di Casola Valsenio, circondato dal verde delle colline, nasce lo scrittore Cristiano Cavina. Un paese, uno scrittore e un destino. Non solo perché Cavina ne fa il luogo di residenza per il resto della sua vita, ma soprattutto perché è qui che ambienta i suoi racconti.
Fin da piccolo cresce nutrendosi delle storie di paese ma, la scoperta dei libri, è la vera svolta della sua esistenza. Con la testa fra le pagine e i piedi sul pallone, i due grandi amori della sua vita, intraprende il viaggio verso il mondo degli adulti, restando strettamente legato al suo paese. Non un grande fan della scuola, vive facendo lavoretti di ogni tipo, come il muratore, il portalettere e il pizzaiolo, esperienze che come benzina danno continua energia alla sua carriera di scrittore.
Cavina nei suoi romanzi parla del paese, della sua famiglia, dei suoi compaesani, ma soprattutto parla di sé, della sua vita, dei suoi momenti di crescita e delle realtà con cui entra in contatto. Una mega biografia romanzata divisa in più volumi che ha donato ai suoi lettori empatia, possibilità di confronto e un forte senso di condivisione.
Nel 2003, a 29 anni, esordisce con “Alla Grande” (Marcos y Marcos). Un libro dedicato al Cristiano bambino, alle case popolari in cui è cresciuto con nonni, mamma e vicini, un quartiere che, visto dagli occhi di un bambino, è un “mondo” da scoprire. Grazie a questo romanzo l’autore conquista nel 2006 il “Premio Tondelli”.
Anche nel 2005 torna bambino in “Nel paese di Tolintesàc” (Marcos y Marcos), vincitore del “Premio Fenice Europa 2006”, in cui rivive la sua nascita e i racconti dei nonni e si pone il compito di «continuare a narrare le gesta straordinarie e normalissime degli uomini straordinari e normalissimi che l’hanno popolato».
Nel 2006 unisce le sue due grandi passioni, il calcio (ha giocato dai pulcini fino all’under 18 per la squadra locale, l’A.C. Casola) e la scrittura. Pubblica “Un’ultimastagione da esordienti” (Marcos y Marcos) dove un Cavina adolescente si trova alle prese con il calendario del campionato e una finale epica in cui ci si gioca tutto.
Nel 2008 è il momento dell’età adulta in “I frutti dimenticati” (Marcos y Marcos) in cui lo scrittore si divide fra un figlio che scopre di avere un padre, e un padre che scopre di aspettare un figlio. Il toccante romanzo gli è valso il premio Castiglioncello, il premio Vigevano, il premio Serantini, e la Selezione al premio Strega.
Casola Valsenio domina, nel suo massimo splendore in “Romagna Mia!” (Laterza, 2012). Una raccolta di romanzi ironici dedicato al paese ai suoi abitanti.
Ritorna adolescente con “Inutile tentare imprigionare sogni” (Marcos y Marcos, 2013) fra i corridoi dell’Istituto tecnico Alberghetti ricco di amori, storie di insegnati e studenti che Cristiano raccoglie e ci offre come un vero cantastorie.
Dopo l’esperienza da pizzaiolo nasce “La pizza per autodidatti” (Marcos y Marcos, 2014), ambientato nella pizzeria “Il Farro” di Casola Valsenio. In questo romanzo, Cavina prepara panetti e condisce pizze, fra presentazione di libri e festival letterari raccontando la psicologia della pizza e le storie di turisti che ordinano pizze all’ananas.
Nel 2017 una storia dedicata al nonno e al prozio, “Fratelli nella notte” (Feltrinelli Editore), un tuffo nel passato, al 1944, anno in cui Mario, contadino romagnolo riceve la su cartolina per l’arruolamento. Mario fugge, e si unisce alla 36esima brigata Garibaldi, per un po’ riesce a nascondersi alla guerra ma la prima linea arriva e lui si ritrova a combattere. Mario può contare solo su Gianni di 15 anni più grande. La storia di due uomini, due fratelli, che combattono fra la vita e la morte.
Un Cavina inaspettato lo si ritrova fra le pagine di “Ottanta rose mezz’ora” (Marcos y Marcos, 2019): una storia d’amore tra uno scrittore e un’insegnante di danza, entrambi alle prese con vite complesse e scelte difficili, ed è proprio una di queste scelte che cambierà la loro vita per sempre.
In “La parola papà” (Bompiani, 2022) Cavina compie un viaggio introspettivo nel ruolo di padre. Dopo aver parlato del suo libro “I frutti dimenticati”, in cui immagina il momento di incontro con il padre e la nascita del suo bebè, pensa di aver chiuso il conto in sospeso con il passato ma non è così. La lettura non sostituisce la realtà. Così Cavina si trova a riflettere, anche attraverso lo sguardo dei suoi figli sul suo ruolo di padre, intraprendendo un viaggio con loro tra i libri e la vita.
L’unico suo romanzo non ambientato a Casola e che non ha lo scrittore stesso come protagonista è stato pubblicato nel 2010: “Scavare una buca” (Marcos y Marcos, 2010). Racconta la storia di un minatore, Luciano, che si ritrova fra le gallerie di una cava di gesso per un lavoro che non volva fare.
Fra i lavori di Cavina non troviamo solo romanzi. Per il progetto “Scrittori di scrittura”, in cui degli scrittori riscrivono un brano biblico secondo la propria sensibilità, pubblica nel 2015 “La processione del Cristo morto. Via Crucis di paese” (Effatà, 2015). Una riflessione che parte dal momento della via crucis di paese per riflettere sulla tristezza che può provare il padre a cui ogni anno si ricorda la morte del figlio assassinato ingiustamente.
Un vero e proprio manuale dedicato alla città della pizza vede la luce con “Bella Napoli” (EDT, 2016) pubblicato con Edt per la collana “Allacarta”, con libri affidati a scrittori contemporanei con il compito di tracciare itinerari insoliti nelle città che visitano. A Cavina l’Onore e ònere di parlare di Napoli, fra anziani con cui chiacchierare in strada, vicoli poco illuminati, buon cibo e angoli nascosti da scoprire, in un vero e proprio originale itinerario della città.
Lo scrittore ha realizzato anche un testo poetico “Fame Chimica” (2020) in cui esplora il tema della droga, in cui in modo delicato tocca con mano le esperienze di sbando di molti giovani senza pregiudizi.
Nuova pubblicazione a quattro mani con pubblicato nel 2023 con Giada Borgatti: “Il ragazzo sbagliato” (Bompiani, 2023), la storia di Desi e della sua solitudine e di Jader, il ragazzo sbagliato, solitario e misterioso. Un libro tenero e profondo che naviga nelle storie di due anime perse, alla ricerca della luce.
Cristiano Cavina non lascia i giovani lettori senza libri e nel 2016 pubblica “Pinna Morsicata” (Marcos y Marcos, 2016) che vince il Premio Laura Orvieto 2017. In queste pagine la storia di un delfino che perde la gioia, questo lo porterà a sprofondare lentamente negli abissi, ma un incontro gli cambierà la visione delle cose, e gli donerà nuovamente il sorriso.
Ci prende gusto a nutrire le giovani menti e nel 2018 pubblica “Pepi Mirino e l’invasione dei P.N.G. ostili” (Marcos y Marcos, 2018) dove il club dei Cecchini si trova ad affrontare una crisi: i personaggi dei videogiochi entrano nel mondo reale, e la realtà è in pericolo. Pepi Mirino e i suoi amici sono i protagonisti anche del secondo libro “Pepi mirino e la macchina del buio” (Marcos y Marcos, 2019) ma questa volta è il club dei cecchini ad avventurarsi nel mondo dei giochi digitali.
Da anni Cristiano si interessa alla diffusione del sapere attraverso dei corsi di scrittura creativa a Faenza, per appassionati e aspiranti professionisti. Da corsi espressi a scrittura avanzata per diverse età, orari e stagioni. Un vero e proprio tuffo nell’arte dello scrivere in compagnia di chi della scrittura ne ha fatto la propria vita
Gli sprazzi di vita di Cristiano Cavina li potete trovare anche sui profili social Facebook e Instagram dell’autore, frammenti della sua storia della storia della sua famiglia affiancati a pezzi del suo lavoro e le collaborazioni con altri scrittori ravennati.
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