La Pigna: «Ecco tutte le responsabilità della Giunta sull’alluvione»

Secondo il gruppo consiliare, il Sindaco avrebbe dato l'allarme in ritardo e avrebbe saputo dei problemi all'Idrovora Canala, che necessitava di manutenzione straordinaria, uno dei principali motivi dell'allagamento di Fornace. Il gruppo chiede al Comune di mettere a Bilancio 2,5 milioni per gli aiuti agli alluvionati e di utilizzare anche le restanti donazioni (4 milioni di euro)

Leggendo le 1500 pagine di documenti sull’alluvione, il gruppo consiliare La Pigna,Città-Forese-Lidi sostiene che l’allarme ai cittadini sia stato dato in ritardo e che il Sindaco De Pascale non abbia emesso delle ordinanze per chiedere la pulizia di fiumi e argini alla Regione. Inoltre il gruppo sottolinea che l’idrovora Canala non era funzionante a maggio e che il problema era già noto alle autorità. Secondo la Pigna queste queste questioni sono «meritevoli di attenzione da parte della Procura della Repubblica, che ha avviato un’indagine sull’alluvione».

La Pigna chiede al Comune di mettere a bilancio almeno 2,5 milioni di euro per aiutare gli alluvionati e di utilizzare concretamente i 4 milioni rimanenti delle donazioni.

«Partiamo dalle domande – esordisce -. La prima, tutt’altro che banale, è: si potevano limitare i danni? La risposta è sicuramente sì. La seconda: si poteva informare tempestivamente la popolazione del rischio alluvione e aiutarla per limitare i danni almeno alle cose mobili? La risposta è sempre sì».

Alluvione? Allarme dato in ritardo

Nella prima alluvione, quella del 2 e 3 maggio, che ha colpito Faenza, Castel Bolognese, Massa Lombarda e Boncellino, una persona di 80 anni è deceduta. Gli eventi metereologici di questo tipo, però – secondo La Pigna – non arrivano inaspettati, ma esistono allerte meteo e sistemi radar. «Perché l’allarme non è stato dato prima?», si chiede il gruppo.

«Il 7 maggio, il Sindaco Michele de Pascale in un’intervista afferma: “Allarme in ritardo? Se lo avessimo anticipato ci saremo trovati con 20.000 persone in strada con l’alluvione in corso”. È una dichiarazione gravissima, ma anche un’ammissione di responsabilità se non di colpevolezza sulla mancata informazione preventiva ai cittadini», sottolinea La Pigna.

«Le ordinanze non emesse dal Sindaco de Pascale»

Un altra responsabilità, secondo La Pigna, è quella di non aver messo in atto azioni di prevenzione, in modo da limitare i danni dell’alluvione. Se la competenza è della Regione, De Pascale però avrebbe potuto emanare ordinanze per chiedere che gli argini venissero puliti.

«Nonostante l’Ispra abbia classificato il Comune di Ravenna come il territorio a maggior rischio idrogeologico della regione Emilia-Romagna, il Sindaco de Pascale non ha messo in campo alcuna iniziativa di prevenzione per la limitazione dei danni in caso di eventi alluvionali. Non ha neppure esercitato i poteri che la legge gli assegna», commenta il Gruppo.

«La competenza della pulitura e della manutenzione degli argini dei fiumi è in capo alla Regione Emilia-Romagna e più precisamente all’Agenzia Regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile. Tuttavia, De Pascale aveva il dovere – in qualità di Autorità di Governo, Autorità Sanitaria Locale e comunale di protezione civile – di emanare specifiche ordinanze per chiedere di procedere alla pulizia degli alvei dei fiumi e alla manutenzione degli argini. Soprattutto a fronte del rischio elevato di rottura degli argini dei fiumi che insistono nel Comune di Ravenna: Ronco, Montone, Savio, Fiumi Uniti, Senio, Reno», continua La Pigna.

Il problema dell’idrovora Canala

Oltre alla mancata pulizia e manutenzione degli argini, la Pigna sottolinea anche il mancato funzionamento dell’Idrovora, che sarebbe la principale causa dell’allagamento di Fornace Zarattini.

«Al momento dell’alluvione, risulta che l’idrovora Canala non fosse funzionante. Dalla documentazione ottenuta con gli accessi agli atti, l’impianto doveva essere sottoposto ad un intervento di manutenzione straordinaria all’impianto elettrico, deciso peraltro poche settimane prima – per 425 mila euro – cioè a marzo 2023. Il mancato utilizzo delle pompe dell’idrovora Canala è una delle cause, la più importante, del persistente allagamento di Fornace Zarattini, che ha provocato ingenti danni a abitazioni e aziende», sottolinea La Pigna.

Le risorse chieste al Governo per interventi su strutture già inserite in passato nel Piano triennale degli Investimenti

Secondo gli accessi agli atti del gruppo La Pigna, inoltre, alcune delle opere per cui sono stati chiesti dei finanziamenti post-alluvione, erano in realtà interventi già inseriti nel piano triennale degli investimenti, ma mai realizzati. Si tratta dei lavori sui ponti di Via Trieste, Via Romea e Via Stradone che prevedono la demolizione e la totale ricostruzione delle tre strutture per un importo totale di oltre 2,6 milioni di euro.

«Un fatto gravissimo che si aggiunge ad un altro elemento altrettanto grave: gli importi indicati al Governo coincidono con quelli indicati nel piano triennale degli investimenti. Vale a dire che il Comune di Ravenna non solo ha inserito nelle richieste di finanziamento per la ricostruzione post alluvione interventi che nulla hanno a che fare con la stessa, ma ha cercato persino di farseli finanziare totalmente dal Governo».

L’Amministrazione, invece, sostiene che le infrastrutture siano state danneggiate dalla piena del 19 maggio scorso. «Eppure erano già da anni tra le opere da finanziare», commenta La Pigna.

«Il Comune non ha stanziato neppure un euro del Bilancio Comunale in favore degli alluvionati, ora lo faccia»

«È sconcertante il fatto che il Sindaco e la Giunta di Ravenna in tutti questi mesi non abbiano stanziato un solo euro del bilancio comunale in favore dei ravennati colpiti dall’alluvione. In tutti questi mesi, hanno saputo solo vantarsi delle ingenti donazioni ricevute (tutte derivanti dal buon cuore dei privati) e farne un uso – secondo La Pigna – improprio, cioè le esenzioni tributarie». 

«Oggi vogliamo rinnovare la richiesta, chiedendo a Sindaco di stanziare almeno 2,5 milioni di euro a bilancio per erogare aiuti a sostegno dei Ravennati alluvionati», chiede La Pigna.

«Con la presentazione di una mozione, votata e approvata all’unanimità del Consiglio comunale il 27 Febbraio 2024, che impegna il Sindaco e la Giunta Comunale ad utilizzare il residuo delle donazioni (ben 4 milioni di euro), per indennizzi legati ai beni mobili, alle auto e alle moto danneggiati dall’alluvione e non coperti da altri rimborsi. Ad oggi la Giunta de Pascale non ha ancora adottato la delibera che definisce criteri e requisiti per accedere agli indennizzi. Diamo alla Giunta altri 15 giorni e nel caso di inerzia presenteremo atti in Consiglio Comunale», conclude La Pigna.

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