La Pala Rondinelli al Museo Nazionale di Ravenna: crocevia di influssi veneziani e della Romagna

Passeggiata tra le bellezze della città di Ravenna

Attualmente al museo Nazionale di Ravenna è possibile ammirare un dipinto su tavola che rappresenta l’apparizione di San Giovanni Evangelista all’Augusta Galla Placidia, un tempo collocato nell’omonima chiesa ma poi requisito da Napoleone nell’800 e confinato nei depositi della Pinacoteca di Brera. Grazie al progetto del Ministero della Cultura “100 opere tornano a casa”, è ritornato alla città di Ravenna.  

 

 

Si tratta di una pala d’altare di pregevole fattura, dipinta da Niccolò Rondinelli, artista ravennate che operò nella bottega di Giovanni Bellini nella rinascimentale Venezia del 1495. Prendendo spunto dall’intervento della direttrice del Museo Nazionale, Emanuela Fiori che ne ha raccontato il percorso artistico durante la presentazione al pubblico, è certamente interessante ripercorrere la vicenda dell’artista.  Niccolò Rondinelli fu allievo nella bottega di mastro Giovanni Bellini da Venezia, in cui tutti lavoravano insieme per la realizzazione di opera d’arte. Lì, si inventa il prototipo della pala d’altare e si producono immagini devozionali private il cui soggetto principe è la Madonna con il bambino inserita in una sacra conversazione all’interno di uno spazio prospettico. Il modello di riferimento è la pittura sacra di tipo iconico da Bisanzio che raggiunge l’Adriatico, grazie ai traffici commerciali della repubblica marinara. I personaggi rappresentati sono assorti, non stigmatizzati con fine tecnica a olio, portata da Antonello da Messina. L’abilità del disegno di Giovanni Bellini, ereditata dal padre, ha sposato una morbidezza cortese nella rappresentazione degli angeli come Melozzo da Forlì e con perizia tecnica la sovrapposizione di otto strati di colore attraverso lacche.  [vc_single_image image=”32439″ img_size=”full”]Niccolò Rondinellli fa sua questa iconografia della Madonna con bambino, eseguendo molte versioni del soggetto e allo stesso tempo, per mimesi con il maestro, addolcisce la figura della vergine, lontana dai canoni di rigidità bizantina. Si assiste anche a una resa materica delle stoffe, quasi tattile come in Lorenzo Lotto, all’interno di una imponente scenografia architettonica che sovrasta l’opera. Giungendo poi all’area dell’ex palazzo di Teodorico, qui un tempo sorgeva un quartiere imperiale di età tardo antica, edificato quando Ravenna fu capitale dell’impero romano d’Occidente su antiche ville marittime. Era costituito da strutture residenziali, una zecca monetale e un circo o ippodromo per le corse dei cavalli. Alla fine del V inizio VI secolo, fu residenza gota che vi aggiunse un porticato con peristilio e  un’aula absidata, di rappresentanza con tarsie marmoree accanto a un triclinio triabsidato con funzione simposiale. Attualmente la struttura in elevato appartiene a una chiesa altomedioevale con matroneo, San Salvatore ad Calchi, realizzata con materiale di recupero.

Rondinelli interviene nella decorazione della chiesa di San Giovanni  Evangelista a Murano, mentre nella città lagunare esegue piccoli quadri di figure devozionali. In seguito lascia Venezia per non essere impicciato in una questione giudiziaria sugli accordi matrimoniali fatti con il tutore della moglie  Marietta. Torna a Ravenna nel 1496, città di proprietari terrieri, e fonda una nuova scuola, innestata nel policentrismo della Romagna. In questa koinè culturale c’era Melozzo da Forlì, formatosi a Roma con le sue architetture che sconfinano nel decorativismo e Marco Palmezzano, pittore matematico dello spazio.  

 

 

In Romagna lavora alla cattedrale di Forlì con uso dello sfumato dei colori e quella dolcezza belliniana nei volti, incontrandosi con il romagnolo Baldassarre Carrari che ne assimila i caratteri armonici ed equilibrati della pittura veneta.  Nella pala d’altare del sogno di Galla Placidia, dipinto del 1500, l‘imperatrice ha fatto voto al santo Giovanni Evangelista di costruire la basilica in suo onore per essere scampata alla terribile  tempesta marina di ritorno da Costantinopoli, ma vuole una reliquia dal santo e lo sogna un giorno in preghiera insieme a Barbaziano, suo confessore; vede una figura di vescovo con turibolo che svanisce lasciandogli un sandalo. Rondinelli concepisce questo dipinto abbandonando la tradizione pittorica romagnola e torna a Venezia. Costruisce uno spazio absidale aperto che lascia entrare la luce di un cielo azzurro. Inserisce un altare molto semplice e sobrio arricchito solo da un quadro di una Madonna con bambino, tipica dei suoi dipinti devozionali veneziani.  [vc_single_image image=”32440″ img_size=”full” add_caption=”yes”]La Madonna è dipinta con naturalezza e morbidezza dell’incarnato. A Galla Placidia, al centro, si uniscono gli angeli di impronta melozziana, San Barbaziano e San Giovanni Evangelista, vestito da vescovo che la benedice. Galla Placidia è ritratta come una principessa nordica, dal profilo esile e la raffinatezza dei lineamenti, chiusa nel suo corsetto ricamato con corona da regina. Nella rappresentazione il pittore pensa alle antiche principesse del tardo gotico, nata in Oriente e divenuta poi sovrana di Ravenna. L’opera mostra una nitidezza nel disegno e l’effetto serico dei drappi avvolgenti  alla maniera veneta, di Bellini 

 

 

In origine la corona era rappresentata a terra, visibile da un indagine all’infrarosso, per testimoniare il potere temporale sottomesso a quello ecclesiastico, poi la corona viene posta sul capo della giovane per dimostrare che il potere temporale della stirpe di Galla Placidia non si sminuisce di fronte a San Giovanni vescovo. Il volto algido di Galla Placidia si ispira ai personaggi di Vittore Carpaccio, pittore veneziano. Tutto ciò dimostra il forte legame con la pittura veneta, Venezia gli era rimasta nel cuore…     

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MANUELA GUERRA

La sua formazione archeologica acquisita con gli studi universitari le ha permesso di cogliere l’arte nelle sue molteplici forme come creazione unica dello spirito umano. Nel 2005 ha conseguito l’abilitazione come guida turistica per la città di Ravenna. Con il conseguimento dell’abilitazione linguistica alla lingua spagnola nel 2009 ha organizzato tour per gruppi in lingua spagnola; altresì ha realizzato visite guidate legate a varie tematiche inerenti esposizioni temporanee di opere appartenenti a differenti generi artistici del territorio regionale. Recentemente il suo interesse per l’ambiente naturale, ecosistema ricco di biodiversità, le ha permesso di svolgere ricerche nel seguente ambito e l’ha portata a diventare nel 2022 guida ambientale-escursionistica regionale AIGAE.

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